Colliva di San Teodoro

La colliva di San Teodoro è un dolce di origine greca diffuso in tutti i Paesi balcanici, che si consuma ai funerali e per le commemorazioni dei morti. Ora vi starete chiedendo: “Miky, ma il 2 novembre non è passato?”. Sì ma siamo ancora nell’ottavario dei defunti, infatti noi dobbiamo ancora andare al cimitero. Inoltre, San Teodoro si festeggia l’11 novembre, quindi avete ancora qualche giorno per preparare questo dolce particolare.
Il grano viene cotto per ore nell’acqua insieme con mandorle, noci, cannella, uvetta e melagrana, per poi essere decorato con zucchero a velo. Come ogni ricetta della tradizione, esistono tantissime varianti di questo piatto, molto diffuso in Grecia, in Puglia e nelle comunità italo-albanesi. Infatti, alcuni aggiungono scaglie di cioccolato, altri noci, altri ancora usano il miele per addolcire o uva fresca al posto dell’uvetta.
La tradizione della benedizione delle collive, mangiate durante la quaresima, è collegata ad un ordine attribuito all’imperatore Giuliano l’Apostata. Nel 362, intuendo che i cristiani al termine della prima settimana di rigoroso digiuno avrebbero avuto molta fame, diede ordine che nei mercati di Costantinopoli tutto il cibo in vendita fosse contaminato con il sangue degli animali sacrificati agli idoli. Ciò rese il cibo non adatto ai cristiani, che durante la quaresima non potevano mangiare la carne ed i suoi derivati e che, in generale, non potevano cibarsi di alimenti provenienti da sacrifici offerti agli idoli. Ma in aiuto dei credenti accorse San Teodoro Tiron, he suggerì in sogno al patriarca di Costantinopoli di far mangiare alla gente non il cibo comprato al mercato ma solo collive, grano bollito misto a miele.
Per distinguerlo dagli altri santi con lo stesso nome, questo Teodoro viene chiamato “lo Studita”, cioè legato al monastero di Studion, a Costantinopoli, la capitale dell’Impero bizantino. Teodoro era nato nel 759 da una nobile famiglia di Bisanzio e aveva iniziato la sua vita da religioso in un monastero dell’Asia Minore poco più che ventenne, insieme con il padre ed i fratelli. In un periodo di lotte degli imperatori contro le icone, conobbe esilio e persecuzione per difendere l’uso delle immagini nella liturgia. Nominato superiore del monastero di Studion, ne fece il centro del rinnovamento della vita monastica del suo tempo. Morì l’11 novembre 826, lasciando scritti (in particolare le “Catechesi”) che hanno nutrito la spiritualità di generazioni di cattolici orientali.

La ricetta della colliva di San Teodoro è tratta dal libro “In cucina con i santi. I piatti di grandi uomini e donne” di Andrea Ciucci e Paolo Sartor.

Provate anche il Burbara e la cuccia di Santa Lucia.

Video ricetta del giorno

  • DifficoltàBassa
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di riposo2 Ore
  • Tempo di cottura50 Minuti
  • Porzioni6 persone
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaGreca

Ingredienti

  • 150 ggrano khorasan (kamut)
  • 250 mlvincotto (d’uva o di fichi)
  • 150 gmandorle (pelate)
  • 150 guvetta
  • 150 gmelagrana (chicchi)
  • q.b.zucchero a velo

Strumenti

  • 2 Ciotole
  • 1 Scolapasta
  • 1 Pentola
  • 1 Bicchiere
  • 1 Mezzaluna
  • 1 Tagliere
  • 1 Setaccio

Preparazione

  1. Per preparare le collive di San Teodoro, per prima cosa mettete in ammollo il grano per circa 8 ore, o secondo le indicazioni riportate sulla confezione, dopodiché scolatelo e sciacquatelo.

    Poi lessatelo al dente secondo il tempo riportato sulla confezione (io l’ho cotto per 50 minuti), aggiungendo all’acqua la metà del vincotto. Una volta pronto, scolatelo, versatelo in una ciotola capiente e lasciatelo raffreddare.

    A questo punto, fate ammorbidire l’uvetta in un bicchiere d’acqua tiepida per circa mezz’ora.

    Intanto, tritate grossolanamente le mandorle.

    Poi aggiungete al grano l’uvetta scolata e strizzata, le mandorle e i chicchi di melagrana e mescolate.

    Quindi, condite con il vincotto rimanente.

    Lasciate riposare il dolce per alcune ore al fresco, ma non in frigorifero, prima di servirlo cosparso di zucchero a velo.

NOTE

Rispetto alla ricetta originale, ho diminuito le dosi del vincotto perché mi sembrava troppo.

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