Cantina Castrum Morisci di Moresco

Oggi vi porto a vivere un’alta Esperienza di Gusto, questa volta settore Wine, ospiti della Cantina Castrum Morisci. Venite a passeggio con me tra i vigneti che un tempo erano di Nonno Gino e che oggi, grazie a David Pettinari e al cognato Luca Renzi, sono tra le poche cantine italiane a fermentare e affinare i propri vini in anfora. Una cantina completamente Bio, sia in campagna che in azienda, cosa che spesso non è detto che vada di pari passo. Come per ogni nuova conoscenza però partiamo dagli inizi. 

La Famiglia Pettinari - Renzi della Cantina Castrum Morisci
La Famiglia Pettinari – Renzi della Cantina Castrum Morisci

Nonno Gino Pettinari produceva vino per rivenderlo alle altre cantine della zona vicina a Moresco. Aveva però il pallino per il vino cotto che ancora oggi infatti viene prodotto dal brand Castrum Morisci. Nonno Gino riesce a tramandare la sua passione per la campagna e per i suoi 7 ettari e mezzo di vigneti al nipote David. Il passaggio di generazione salta così un turno visto che papà Agostino aveva già un altro lavoro. Dal canto mio però posso dire di averlo sempre trovato in cantina ogni volta che ho avuto l’occasione di passare da loro, ho conosciuto anche le altre due figlie, Eleonora e Alessandra, sempre presenti durante le occasioni di apertura della cantina al pubblico. Non ho ancora conosciuto Mamma Alberta e spero che capiti presto l’occasione. Ed è proprio con il cognato Luca, marito di Alessandra, che David intuisce il potenziale dei vigneti del Nonno Gino tanto da spingerli, circa 8 anni fa, a creare il brand Castrum Morisci. La scelta del nome è stata semplice e concorde, il ricordo al Castello di Moresco per marcare l’appartenenza al territorio della Famiglia Pettinari e al paese di Moresco stesso. Tanto affetto è dato al territorio che anche i vini prodotti in anfora riportano i nomi delle contrade di Moresco, nomi alquanto particolari per i più ma che per i moreschini richiamo la storia di quel paese a pochi chilometri dal mare e dalle montagne marchigiane. Altra particolarità delle etichette dei vini, sono tutti dipinti di un pittore che la cantina stessa ha fatto realizzare per distinguere i propri vini dagli altri produttori locali.

la barricaia
la barricaia

A rispondere alle mie domande, in questo uggioso sabato mattina, è proprio David. Avevamo avuto occasione di conoscerci già qualche anno fa e così più che un’intervista è stata una bella chiacchierata. Come saprete amo frequentare le cantine e bere vino (non ditelo a mio padre) ed ogni volta che si presente un’occasione, che sia per Cantine Aperte o altre ricorrenze, ne approfitto sempre. 

E’ David infatti che mi spiega come è nato il brand Castrum Morisci insieme al cognato Luca, sempre da lui apprendo che la loro è una cantina che non acquista uve da altri vignaioli limitrofi in quanto si vuole utilizzare solo la propria produzione sui 7 ettari e mezzo di proprietà. Di questi ettari, quello dedicato alla Malvasia è un terreno roccioso e calcareo mentre la parte restante, dedicata a tutte le altre uve, è terreno argilloso. Mi spiega anche che i loro vitigni sono autoctoni e che si producono esclusivamente vini marchigiani come: Passerina, Pecorino, Sangiovese e Montepulciano andando in alcuni casi ad alimentare le caratteristiche di questi vini con l’aggiunta di qualche uva internazionale come il Merlot e il Cabernet

Cantine Aperte edizione 2019 -  Movimento Turismo Marche
Cantine Aperte edizione 2019 – Movimento Turismo Marche

A Castrum Morisci si producono ogni anno circa 25.000 bottiglie delle quali circa 8.000 sono provenienti da lavorazione in anfora. Ed è proprio da questa lavorazione così particolare che voglio iniziare a parlarvi dei loro vini partendo dal mio preferito il Padreterno

Anfora di terracotta della Cantina Castrum Morisci
Anfora di terracotta della Cantina Castrum Morisci

Partiamo infatti dai vini lavorati in anfora ovvero quei vini la cui fermentazione ed il relativo affinamento avvengono completamente in queste stupende anfore di terracotta nuova. Questa particolare lavorazione fa si che il vino si ossigeni senza assorbire aromi esterni o aromi derivanti dalla botte di legno. Castrum Morisci produce in anfora 4 vini: il Padreterno, il Gallicano, il Testamozza ed il Collefrenato. Scopriamoli insieme!

Il Padreterno, come vi dicevo il mio preferito di questa cantina, è un blend di uve: 33% Malvasia, 33% Vermentino e un 33% di Moscato. Questo Bianco Marche IGT, vinificato in anfora di terracotta, è stato premiato da una delle guide più importanti d’Italia, la Vitae 2021 con il massimo del punteggio, ben Viti AIS che sono appunto sinonimo di eccellenza. Potevo scegliere un vino differente per la mia collezione personale?!

Il Gallicano invece è un Pecorino in purezza mentre il Testamozza è un Sangiovese in purezza.

il Padreterno
il Padreterno

Un solo vino della cantina, oltre alla lavorazione in anfora, subisce anche il passaggio in legno ed è il Collefrenato vero cavallo di battaglia del brand Castrum Morisci. Questo rosso è un blend di uve: 50% Montepulciano più un 25% di Merlot ed un 25% di Cabernet. 

degustando il Padreterno presso la Castrum Morisci
degustando il Padreterno presso la Castrum Morisci

Passiamo ora ai vini lavorati in acciaio, qui la cantina stupisce ancora e non per i nomi ma per i numeri, eh si danno i numeri, ovviamente non numeri a caso, non sia mai! Restando sempre fedeli alla scelta di rispecchiare il territorio di appartenenza, Luca e David scelgono di riportare sulle etichette dei vini lavorati in acciaio i numeri delle particelle catastali degli appezzamenti dei vari terreni dove si trovano le uve. 

vini ed etichette del brand Castrum Morisci
vini ed etichette del brand Castrum Morisci

Abbiamo così:

  • 102 che è una Passerina IGT in purezza 100%

  • 003 che è un Falerio Pecorino DOC

  • 326 che è un Marche IGT Rosato da Sangiovese 100% 

  • 237 che è un IGT Sangiovese 100% 

la Garofanata il primo extra dry del brand Castrum Morisci
la Garofanata il primo extra dry del brand Castrum Morisci

Quel che più mi interessava però è l’ultimo nato in cantina, il primo spumante dal brand Castrum Morisci: la Garofanata. Novità 2020 è il primo extra dry prodotto con metodo charmat con alle spalle un processo di sei mesi. Dovete assolutamente provare questo spumante perciò recatevi in cantina oppure al Bitter Bistrot dove potrete gustarlo con le prelibatezze preparate dai due giovani chef in cucina.

Aperitivo al Bitter Bistrot con la Garofanata di Castrum Morisci
Aperitivo al Bitter Bistrot con la Garofanata di Castrum Morisci

Altre due particolarità della cantina, legate a Nonno Gino, sono: il Focagno che è il vino cotto ottenuto da uve 100% di Passerina e La Sapa che è il mosto cotto che continua ancora e ancora la sua cottura in una caldaia più piccola fino a diventare questa salsa dolciastra che può essere utilizzata come condimento o come guarnizione per dolci e gelati. Sempre questo anno la Castrum Morisci ha ricevuto il Premio dall’Associazione Miglior Caldaia d’Oro delle Marche per la produzione del vino cotto con il Focagno del 2013.

Focagno - vino cotto
preparazione del vino cotto – il Focagno

Prima di chiudere questo articolo vorrei parlarvi di una particolarità delle bottiglie o meglio delle etichette di questi vini, da un’esperienza vissuta da Luca in ambito scolastico, nasce la voglia e soprattutto si avverte la necessità di render partecipi anche i non vedenti. Infatti su ogni singola etichetta di ogni singola bottiglia che esce dalla Cantina di Castrum Morisci troverete la scrittura in braille. Un modo in più per avvicinarsi ai propri clienti, nessuno escluso!

la vista sui vigneti della Cantina Castrum Morisci
la vista sui vigneti della Cantina Castrum Morisci

Dove trovare questa Cantina? Eccovi tutte le info utili:

CASTRUM MORISCI
Contrada Molino, 18
63826 Moresco FM

email: cantina@castrummorisci.it

oppure chiamando direttamente DAVID +39 3400820708

potete contattarli anche via social tramite la loro Fan Page di Facebook 

Come sempre vi invito a visitare le cantine per conoscere di persona queste splendide famiglie che fanno grande le Marche perché è solo passando da loro, degustando i loro vini e prodotti che si può veramente dire di aver conosciuto un territorio. 

Vi ringrazio e vi aspetto alla prossima Esperienza di Gusto! 

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