Lu sdijune

Lu sdijune, antica tradizione contadina abruzzese, un pranzo particolarmente abbondante che veniva consumato a metà mattinata nei campi all’aria aperta, il pranzo principale e portante della giornata. Avete mai sentito parlare dello sdijune? No? Ve lo racconto io.

Ci si alzava presto, più o meno intorno alle cinque, si faceva colazione e poi iniziava il lavoro, quello duro, faticoso nelle vigne e nei campi. Così, intorno alle 10.30/11.00 arrivava il bisogno di “rompere il digiuno” (sdijunare) per ritrovare le energie. Ed era quello il momento dello sdijune: un pasto unico che prevedeva pane onde (pane con l’olio), formaggio, salame o prosciutto, uova al sugo, pipindun e ove (peperoni e uova), pizz e foje e naturalmente immancabile il fiaschetto di vino rosso.

La cena? A cena non si mangiava quasi nulla, giusto qualcosa di leggero, insalata o verdure prima del tramonto. E no, niente dolci.

A quanto rivelano i recenti studi dei ricercatori dell’Università di Teramo è proprio lu sdijune il segreto della longevità abruzzese unito a fattori ambientali e genetici.

Là dove i ritmi di vita sono più lenti e tranquilli, dove il tempo sembra quasi si sia fermato. Là dove la frenesia, la corsa, lo stress dei tempi moderni non è arrivato, dove la memoria contadina onora ancora la tradizione, dove in tante case lu sdijune è tutt’ora un rito quotidiano. Là dove la vita segue i ritmi della natura…

I piatti dello sdijune

Pizz e foje

Pizz e foje ovvero la pizza di granturco con le verdure, un piatto tradizionale abruzzese: le foglie sono le erbe miste campagnole, le “foglie”, le verdure in foglia (cicoria, rape, bietole), meglio se spontanee. La pizz invece è una preparazione a base di farina di mais, di granturco, la “randinije” (nel nostro dialetto), il grano d’India, probabilmente perché importato dall’America raggiunta da Cristoforo Colombo che inizialmente si pensava fosse l’India. Parliamo di un piatto povero, di tradizione contadina e come per tutte le ricette tipiche e tradizionali ci sono più versioni, anche a seconda della zona o in base a ciò che avanzava e che doveva essere recuperato e smaltito. Per esempio nella provincia di Chieti (Guardiagrele e costa dei Trabocchi) si aggiungono a questo piatto le alici. La pizza da tradizione andrebbe cotta sotto il coppo, un coperchio di ferro che si utilizzava per cuocere alla brace o nel camino. Può essere servita a parte (come preferisco fare io) o a pezzetti già dentro le verdure. Nella mia ricetta della pizz e foje ho aggiunto un ingrediente speciale, il peperone secco dolce di Altino, un prodotto tipico della tradizione abruzzese.

Per gli ingredienti e la ricetta QUI.

Peperoni e uova (pipindun e ove)

Peperoni e uova o nel nostro dialetto pipindun e ove, una ricetta tradizionale abruzzese che presenta versioni diverse a seconda della zona o della famiglia. La mia mamma la prepara con i peperoni arrosto (più digeribili), il pomodoro e l’uovo lasciato intero, all’occhio di bue e cotto nel sugo stesso ma nella maggior parte delle ricette i peperoni vanno fritti in poco olio d’oliva finché non appassiscono e poi si aggiungono le uova sbattute che vanno fatte rapprendere. 

Per gli ingredienti e la ricetta QUI.

Con questo articolo partecipo a “GUSTOSO ABRUZZO” l’iniziativa delle mie colleghe blogger Mary di “Un’americana tra gli orsi“, Niva di “Nevole e nuvole” e Francesca di “Polvere di spezie” volta a far conoscere le eccellenze e le tradizione del nostro meraviglioso Abruzzo.

Il tagliere a forma di Abruzzo è realizzato dai ragazzi di Creative lab: per scoprire “Mo mign” la linea dedicata all’Abruzzo QUI.

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