Un pizzico di ironia

Osservo. Mi piace osservare. Studiare le persone e le situazioni con un pizzico di ironia. Mi piace commentarle. Immaginare cosa quelle persone stanno facendo o dicendo. Uno dei miei giochi preferiti con mia madre, al ristorante, ad esempio, aspettando che arrivasse il cameriere, era osservare due persone a caso, ed immaginare quale fosse il tema della loro conversazione. Praticamente li doppiavamo. E facevamo un dialogo a due, totalmente inventato, sbellicandoci dalle risate, ai danni dei due ignari vicini.

Se ci pensate bene, questo è un gioco che può fare chiunque, in qualunque posto, con qualunque persona. Osservate le persone che avete accanto a voi. Di certo c’è qualcuno che sta facendo qualcosa di curioso, di buffo, che vale la pena di essere raccontata, anche solo per strappare una risata. Magari siete voi stessi. Provate a guardarvi “da fuori”. Siete proprio sicuri che quello che state facendo, il modo in cui siete vestiti, la faccia che avete in questo momento mentre leggete, non sia un po’ comica, vista da altri? Osservate, osservatevi. La comicità è ovunque.

Una volta al supermercato sono rimasta bloccata in una corsia perché una signora di una certa età aveva messo il suo carrello di sbieco, impendendo a me di uscire e al commesso che doveva scaricare la merce di entrare nella corsia in questione. “Permesso? Permesso?” Io ed il ragazzo dello scarico abbiamo provato più volte a sollecitare la signora che ingombrava, peraltro molto impegnata e concentrata a scegliere la miglior marca di dadi da brodo, in attesa che il marito la raggiungesse con il latte. “Permesso, signora, scusi?” Provando a spostarci per aiutarci vicendevolmente, ma niente, se la signora non avesse mosso il suo carrello noi saremmo rimasti bloccati. “Permesso, signora!?” Come risvegliata da un torpore la signora si accorge di essere accerchiata, da me da un lato e dal ragazzo dello scarico dall’altro, che mi lancia un’occhiata complice come volesse dire: “Dai che forse s’è svejata e se la levamo di mezzo”. La signora ci guarda indispettita: “Ma insommaaa, spostatevi!”. Mette mani al suo carrello e indignata si rivolge al marito: “Ma hai visto questi due, hanno bloccato tutti!”. Va via, lasciando un vuoto che sia che il ragazzo colmiamo con una sana risata, che sfiora le lacrime. Non mi dite che non vi siete mai trovati in una situazione simile.

Osservate, osservatevi. E divertitevi.

Passando tante ore in metropolitana per andare prima a scuola poi all’università e infine al lavoro ho continuato in questo mio gioco provando ad immaginare, oltre alle parole, anche i pensieri. A cosa pensava questa mattina la signora che è seduta davanti a me? Quale pensiero offuscava la sua mente al punto di farle dimenticare di pettinarsi? E quel ragazzo in piedi con armeggia con la sua cravatta, sta andando a sostenere un colloquio? Glielo dico di lasciar perdere la cravatta e di preoccuparsi della patta rimasta aperta?

Non siate cattivi, però. Non dovete prendere in giro apertamente, ma solo osservare, altrimenti rischiereste di diventare maleducati. Sì certo certo, è un po’ come ridere alle spalle degli altri, ma in fondo cos’è la vita senza un po’ di ironia? Iniziate con il prendere in giro voi stessi, vi accorgerete che potrete farvi le più grasse risate.

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