dolci al forno

Torta di mele Renana

Cari lettori, oggi parliamo di una torta di mele tedesca molto nota in tutto il mondo: la Torta Renana. Su questo dolce non esistono molte fonti storiche, possiamo solo dire che è nato nella regione tedesca della Renania, da cui quindi trae il nome. Questa torta è una sorta di crostata formata da uno strato di pasta e dalle mele. La varietà che vi consiglio sono le renette o le annurche, di cui ne ho parlato qui: http://blog.giallozafferano.it/cakebiography/mele-alla-crema/.
Adesso passiamo alla ricetta di questa torta divina:
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Ingredienti:
-300 g di farina
-150 g di zucchero
-200 g di burro
-1 uovo
-750 g di mele
-Una presa di sale
-Vanillina
-Cannella q.b.

Preparazione:
Disporre la farina a fontana e in mezzo aggiungere 100 g di zucchero, vanillina, uovo, burro ammorbidito e una presa di sale. Impastare e lasciar riposare per 30 minuti. Imburrare e infarinare una tortiera. Adagiare l’impasto sulla tortiera come si fa per una crostata. Sbucciare le mele e tagliarle a fette. Riporre le mele sull’impasto, cospargere la superficie con i rimanenti 50 g di zucchero e un pò di cannella. Infornare per 35 minuti a 200 gradi.

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Torta agli Amaretti

Cari lettori, oggi parliamo di una torta che ha come ingrediente principale un biscotto italiano conosciuto in tutto il mondo: l’Amaretto. Questo biscotto è a base di pasta di mandorle e mandorle amare, da questo infatti deriva il suo nome. Questo biscotto è stato inventato dagli arabi in terra siciliana (827-1091), infatti in questa regione d’Italia esisteva ,ed esiste ancora oggi, una buona produzione di mandorle. In seguito i siciliani hanno diffuso questo dolcetto in tutta Italia e proprio al Nord, infatti, sono state create due versioni dell’amaretto. La prima si chiama “Amaretto di Saronno” ed è un biscotto più croccante e secco di forma alveolare, creato a Saronno per l’appunto, un comune della provincia di Varese. La seconda versione invece è nata a Sassello, in provincia di Savona, e viene chiamata “Amaretto di Sassello”; questa versione presenta un biscotto più morbido ed ha un forma meno precisa. Proprio a Sassello si narra la leggenda secondo la quale un amministratore di casa Savoia e sua moglie, una cuoca siciliana, si trasferirono ad Asti e qui la signora cominciò ad offrire dei biscotti morbidi a base di mandorle; la maggior parte degli astigiani che assaggiavano il prodotto esclamavano: “sono buoni e un pò amaretti!” e da questa affermazione nacque il nome di questi dolcetti.
Adesso passiamo alla ricetta davvero ottima:
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Ingredienti per 6 persone (stampo 24 cm):
-100 g di cioccolato fondente
-300 g di amaretti
-Mezza bustina di lievito per dolci
-1 uovo
-100 g di zucchero
-250 ml di panna da montare
-1 bicchiere di latte

Preparazione:
Sul fuoco, in un pentolino, sciogliere il cioccolato a pezzetti con il latte. Da parte tritare gli amaretti e porli in una ciotola con: 1 tuorlo d’uovo, il lievito, la panna precedentemente montata, il cioccolato fuso e lo zucchero. Da parte montare a neve l’albume e aggiungerlo all’impasto delicatamente. Imburrare e infarinare una tortiera e versarvi il composto. Infornare a temperatura media per 30 minuti. Completare con zucchero a velo.

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Il Migliaccio

Cari lettori, ho intenzione di cominciare la mia avventura in questo blog partendo da un dolce tipico sia della mia terra che di questo periodo dell’anno. Ieri si festeggiava Sant’Antonio Abate, un santo che è particolarmente noto in alcune zone del Bel paese; infatti per tradizione si accendono i classici focolari per poi proseguire con la benedizione degli animali. Tutto ciò lega i folclori popolari alla memoria del santo, ma il 17 gennaio è anche la data prestabilita in cui inizia il periodo del Carnevale; in Campania dunque l’inizio di questo periodo coincide con la tradizionale preparazione di un dolce tipicamente invernale: il Migliaccio. Questo dolce ha origine nella Valle Caudina, una zona montuosa che si trova fra Benevento e Avellino, e il suo nome deriva dal termine latino miliacius, ovvero farina di miglio. Infatti la farina di miglio era, anticamente, l’ingrediente principale di questo piatto di cui esistevano due versioni: quella dolce e quella salata. Insomma si trattava di una vera e propria polenta del sud che poteva essere fritta o cotta al forno. Oggi la variante più conosciuta, quella dolce, presenta caratteristiche diverse dal passato: la farina di miglio è sostituita dal semolino e la cottura è al forno. In ultimo bisogna dire che il Migliaccio è considerata la versione povera della sfogliatella napoletana o della pastiera; nonostante questa considerazione però posso garantirvi che questo dolce è ricco di odori e sapori che vi faranno rimanere entusiasti.
Vi propongo la ricetta di mia nonna Antonietta, a cui ieri ho dato un aiuto per la preparazione:
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Ingredienti per 6 persone (stampo da 26 cm):
– 125 g di semola
– 500 ml di latte
– 250 g di ricotta
– 350 g di zucchero
– 25 g di burro
– 4 uova intere più 2 tuorli
– Un pizzico di sale
– Aromi:liquore strega, anice e millefiori.

Preparazione:
In una pentola cuocere la semola insieme al latte e ad un pizzico di sale, mescolando con un cucchiaio di legno, fino a quando non raggiunge bollore e si ottiene la consistenza di un purè. Continuando a girare, sempre a fiamma accesa, inserire poco per volta lo zucchero e il burro; a questo punto la semola dovrebbe sciogliersi e la consistenza diverrà simile ad una crema. Spegnere il fuoco e lasciar riposare il semolino; nel frattempo sbattere le uova intere e i due tuorli insieme agli aromi, incorporare la ricotta e quando questa si sarà sciolta, unire al composto il semolino. Immischiare tutto per bene e, per evitare la formazione di grumi, filtrare in un passatutto oppure frullare con un frullatore ad immersione. Imburrate lo stampo e riempitelo con il composto. Infornare a 180 gradi per 1 ora, quando la superficie diventerà ambrata vi consiglio di adagiare un foglio di carta da forno per evitare che si bruci. Una volta cotto il dolce, cospargerlo di zucchero finché risulta ancora caldo, così quando lo zucchero si scioglierà sarà davvero delizioso.