Pastiera napoletana

Storia della Pastiera Napoletana. Si racconta che Maria Teresa D’Austria, consorte del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati “la Regina che non sorride mai”, cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana. Pare che a questo punto il Re esclamasse: “Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo”. Da buona campana, non potevo non proporvi la ricetta di uno dei dolci “simbolo” di questa terra.
Questa ricetta è super collaudata! L’ho rivista e cambiata nel corso degli anni fino ad arrivare a… provate per credere!!!

Video ricetta del giorno

  • DifficoltàMedio
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione1 Ora
  • Tempo di cottura2 Ore
  • Porzioni12 persone
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 1 vasettoGrano cotto
  • 700 gRicotta
  • 600 gzucchero semolato
  • 10Uova ((7 intere e 3 tuorli))
  • 300 mlLatte
  • 2 bustineVanillina
  • 2fialette fiori d’arancio
  • 1 pizzicoSale
  • 1 cucchiaiostrutto o burro
  • 1buccia di limone non trattato
  • 1 cucchiainoCannella in polvere
  • 300 gCrema pasticcera*

Crema pasticcera

  • 2Tuorli d’uovo
  • 5 cucchiaiZucchero
  • 2 cucchiaiFarina
  • 250 mlLatte
  • 1buccia di limone non trattato

Pasta frolla

  • 500 gFarina
  • 200 gZucchero
  • 200 gBurro
  • 3Uova
  • 1buccia di arancia grattugiata

Preparazione

  1. Versate il barattolo di grano cotto in un tegame, aggiungete 300 g di latte, un cucchiaio di strutto o burro, 1 cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale, ¼ della bottiglietta di fiori d’arancio, 1 scorza di limone (che toglierete dopo la cottura del grano) e un pizzico di cannella in polvere (facoltativo).  Amalgamate gli ingredienti e lasciate bollire a fuoco lento, mescolando con un cucchiaio di legno, finché non diventi crema. Appena si è raffreddata versate in una terrina, aggiungete 700 g di ricotta di bufala campana (setacciata nel passaverdura), 600 g di zucchero (meno il cucchiaio usato in precedenza), 7 uova intere e 3 tuorli (le chiare vanno montate a neve), 2 bustine di vanillina, 2 fiale di fiori d’arancio (meno quella usata in precedenza ) e 300 g di crema pasticcera*. Amalgamate bene gli ingredienti e aggiungete le chiare d’uovo montate a neve. Preparate una pasta frolla con 500 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di burro, 3 uova intere e una grattata di arancia. Rivestite una teglia imburrata con la pasta frolla, facendo attenzione a foderare con cura anche i bordi per evitare che il liquido fuoriesca.. Versate il composto che dovrà risultare abbastanza liquido e decorate la superficie con strisce di pasta frolla disposte a griglia. Cuocete in forno ventilato a 160°  fino a quando la superficie non avrà assunto un bel colore dorato intenso (1 ora e ½ o 2). Spegnete il forno, apritelo e lasciate riposare la pastiera per un’altra mezz’  ora. Togliete dal forno, lasciate raffreddare completamente, sformate e spolverizzate con lo zucchero a velo.

  2. pastiera

La leggenda della Pastiera

Leggendaria e mitologica è la storia della sirena Partenope che incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d’amore e di gioia. Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d’amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero. Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l’universo. La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.

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