I pasticci di casa mia

Pasticciotto leccese

Pasticciotto leccese
Pasticciotto leccese
Pasticciotto leccese

Oggi vi parlo del pasticcioto leccese, dolce tipico, come avrete già capito, della provincia di Lecce. Questa che vi presento è la ricetta tradizionale. Ce ne sono altre versioni nate in tempi più moderni: al cioccolato, alla nutella, con crema pasticcera e amarene sciroppate, ma il vero pasticciotto è quello con crema pasticcera. Le origini di questo dolce sembra risalgano al 1700 nel Comune di Nardò, o forse alcune decadi dopo nel Comune di Galatina, ma poco importa conoscere le sue origine, importa invece la bontà di questo dolce, che andrebbe gustato caldo e fragrante, insieme ad un profumatissimo caffè leccese. Gli stampi sono difficili da reperire o meglio nei mercati o in negozi specializzati di questa regione si trovano, in alluminio o acciaio, ma non hanno nulla a che vedere con quelli che ogni massaia conserva gelosamente a casa sua, rigorosamente fatti a mano e con molta probabilità avuti in eredità dalla madre. Questi stampi si tramandano di generazione in generazione e vengono custoditi gelosamente. Non vi azzardate mai a chiedere in prestito ad una donna salentina i suoi stampi da pasticiotto, vi fulminerà con lo sguardo. Ma data la nostra rinomata cordialità, sicuramente la vedreste arrivare con un vassoio di pasticciotti fumanti. Io, che purtroppo non ho avuto in dote i miei stampi, devo recarmi da un’amica e realizzarli a casa sua, che è ben felice di ospitarmi, di utilizzare anche farina, zucchero, uova e il forno di casa sua, ma non si sognerebbe mai di prestarmi i suoi adorati stampi.

Se volete gustare questa bontà, seguite la mia ricetta, utilizzate qualsiasi altro stampo, saranno sicuramente buonissimi, ma non li potrete chiamare pasticciotti leccesi
Ora che vi ho incuriosito abbastanza vi presento la ricetta.
Ingredienti:
l. 1 di crema pasticcera per la ricetta vedi qui
kg. 1/2 di farina per dolci
gr. 200 zucchero
gr. 225 strutto
3 uova
1 bustina di vanillina
1 uovo per spennellare
1 cucchiaio di olio evo

  • Sulla spianatoia versare la farina setacciata, lo zucchero, lo strutto e la vanillina e iniziare ad impastare.
  • fare fontana e al centro rompere le uova
  • lavorare per bene l’impasto sino ad ottenere una palla liscia e omogenea
  • ricoprire l’impasto con pellicola alimentare e mettere in frigorifero
  • lasciar riposare almeno un’ora
  • nel frattempo preparare la crema pasticcera e lasciar raffreddare
  • rigirare ogni tanto la crema, raffredderà prima e non si creerà quell’antipatica crosticina in superficie
  • nel frattempo preparare gli stampi spennellandoli con poche gocce d’olio
  • passata l’ora, stendere col mattarello la pasta su un piano di lavoro infarinato, dello spessore di circa 1/2 cm
  • ricavare dei cerchi del diametro adeguato a poter foderare totalmente gli stampi
  • i cerchi ricavati dovranno essere il doppio degli stampi.
  • foderare gli stampi con con la pasta, schiacciando leggermente con i polpastrelli, facendo in modo che fuoriesca dai bordi:
  • riempire generosamente con la crema pasticcera
  • ricoprire con il secondo cerchio premendo sui bordi per sigillare il pasticciotto, facendo cadere la pasta in eccesso.
  • reimpastare i ritagli e la pasta caduta per formare altri cerchi sino ad esaurimento
  • spennellare la superficie con l’uovo sbattuto
  • mettere in forno già caldo a 180°, sino a che non saranno ben dorati, quelli che vedete in foto sono troppo chiari, avevo fretta, devono risultare di colore nocciola.

Gustateli ancora caldi, vi doneranno un piacere inimmaginabile.
Il mio piccolo paese è rinomato in tutta Italia e oltre proprio per la bontà dei pasticciotti che si gustano in ogni bar e spesso nelle strade nei pressi dei laboratori di pasticceria, il profumo è inebriante.
Ho un ricordo di un bel pò di tempo fa, di un vecchio pasticcere, molto rinomato, che al suo passaggio rilasciava una scia di vaniglia, di zucchero, di pasticciotti, veniva voglia di morderlo. Quando veniva in ufficio, per qualche motivo, ci inebriava col questo profumo paradisiaco che impregnava ogni sua cellula e spesso ci portava qualche dolcetto per farsi quasi perdonare. 😉

Pubblicato da ipasticcidicasamia

Mi chiamo Silvana, non più giovanissima, sposata, con due figli ormai grandi, Fabio e Valentina. Fabio vive e lavora lontano da casa, Valentina, studentessa universitaria, vive ancora in famiglia. Ho un lavoro a tempo pieno da ben 36 anni, in una pubblica amministrazione e una grande passione: la cucina. In questa mia passione ho coinvolto Valentina che si diletta con me in cucina. Siamo due pasticcione impunite. Ci divertiamo molto a cucinare insieme, ma sopratutto a bisticciare. Vi chiederete perchè pasticcione, semplice, non abbiamo entrambe alcuna cognizione sulla coreografia del piatto, riusciamo a fare buone ricette, ma la presentazione lascia sempre molto a desiderare. Il nostro motto: Non sempre belli, ma sempre buoni. Mi auguro che anche voi, sperimentando le nostre ricette, concordiate con noi sulla bontà e non sull'aspetto. Dimenticavo una cosa importante, ma mi raccomando non ditelo a Valentina, spesso io mi prendo il merito delle sue ricette :) La nostra pecca? La coreografia dei piatti è per noi qualcosa di veramente sconosciuto. Pazienza, la speranza è l'ultima a morire. Un giorno, forse.... miglioreremo.

8 Risposte a “Pasticciotto leccese”

    1. Ciao Sandra, grazie dei complimenti sulla mia città. Spero tu abbia assaggiato dei pasticciotti ben fatti. Se vuoi avere in casa un pò del profumo del mio paese, fai da te questi dolci e ritornerai con la fantasia e i ricordi a Lecce.

    1. Scusa Cinzia, hai ragione, correggo subito, non c’è lievito nella ricetta. E’ più facile realizzare una ricetta, che scriverla, può sembrare strano, ma di fatto è così. Spero di rivederti presto

  1. Ciao, ma non usi l’ammoniaca per dolci al posto del lievito? Non trovo nemmeno l’indicazione del lievito. Io ho assaggiato i pasticciotti proprio a Boncore, frazione di Nardò e in ogni città in cui sono stata li ho riassaggiati. Spero che tu mi sia indicazioni o correggi la ricetta così posso pubblicarla su Facebook. Ciao ciao.

    1. Ciao Elena io li ho fatti senza lievito, questa è la ricetta che mi hanno dato, ad onor del vero un pasticciere me ne ha date due, una per quando è scirocco e una per quando è tramontana, quindi in base all’umidità dell’aria. Tieni presente che nella frolla in genere non va il lievito, neppure in quella tradizionale per le crostate. A volte mi capitata di aggiungerne giusto una punta nella pasta delle crostate, ma semplicemente perchè a mia figlia piace morbida e non troppo friabile. Spero di esserti stata utile, mi raccomando l’ora di riposo va rispettate 😉

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