Romagna mia!
E’ da anni ormai che la riviera romagnola è la meta delle nostre vacanze.
Non siamo in cerca di grossi divertimenti, ma ci sono diversi motivi che ce la fanno scegliere.
- è abbastanza vicina a casa nostra
- è abbastanza economica
- ci sono tutti i servizi di cui uno può avere bisogno
- si mangia bene!
Nel corso degli anni l’abbiamo percorsa praticamente tutta rimanendone sempre soddisfatti.
L’accoglienza è sempre al top e a parte rarissimi casi siamo sempre stati bene.
Inoltre non c’è solo la riviera, ma anche l’entroterra è bellissimo e davvero pieno di storia.
Purtroppo venendo solo in vacanza e volendo goderci il mare per quella settimana all’anno non ci è possibile visitare tanti posti.
Essendo però non così lontano da casa nostra (in meno di tre ore ci siamo) dovremmo organizzare dei weekend per cercare di visitare qualche località.
Potrebbe essere un buon proposito per i prossimi mesi finite le vacanze.
La Romagna è comunque una terra ricchissima di tradizione gastronomica.
Certamente potremmo stare qui molto tempo a parlare delle specialità gastronomiche della Romagna partendo dalle piadine passando dai passatelli ai cappelletti.
Però ogni viaggio, sia esso vicino o lontano, vero o nella mia testa, per quanto mi riguarda, porta con sé anche una voglia di ricerca di piatti che non conosco e il desiderio di assaggiarne almeno uno.
Vediamo se riuscirò anche questa volta.
Quello che vorrei fare questa volta è assaggiare un dolce della cucina tradizionale romagnola.
Studiando un pochino scopro che ci sono dei dolci con degli ingredienti davvero sorprendenti che, ovviamente per la maggior parte, arrivano direttamente dalla cultura povera della nostra terra e che, sempre ovviamente, riescono a creare dei piatti incredibili con degli ingredienti molto poveri.
Voglio condividere con voi queste mie scoperte invitandovi a partecipare al mio nuovo piccolo testi di cucina che potete trovare a questo link.
Buon divertimento!
Ciao ciao!
