Zucchero di canna

Crepes integrali con fichi caramellati alla cannella, yogurt greco e noci.

Tra le colline canellesi e al fondo di una ripidissima discesa, dove un tempo crescevano rigogliose folte viti di dolcetto, si erge imponente una pianta di fichi dolcissimi e deliziosi che decise di piantare, forse ancora prima che nascessi, quel brontolone di mio nonno Biagio che a dispetto di un carattere burbero amava assaporare l’amabile gusto di qualche bel frutto maturo.
Il nonno non è più con noi da qualche ma il suo fico continua a crescere con le radici ben salde nella terra e ogni estate ci regala una dolcezza davvero unica.

Personalmente i fichi adoro assaporarli nella loro semplice e autentica bontà a fine pasto ma non li disdegno certo con del buon salame e un paio di scaglie di pecorino, in una fresca insalata con rucola di campo, crudo e aceto balsamico mentre quelli davvero maturi ogni anno preferisco gustarmeli sotto le vesti di una deliziosa marmellata casalinga spalmata mattina dopo mattina su una bella fetta di pane casareccio appena tostata per iniziare nel migliore dei modi la giornata.

Per la ricetta di oggi però ho deciso di “acconciarli” un po’ e, memore di una cena in un delizioso localino torinese che serve delle strepitose crepes bretoni salate e dolci, di preparare un dessert al piatto composto da crepes integrali all’acqua (per il semplice fatto di non avere latte in frigorifero) farcite con marmellata e fichi caramellati alla cannella da servire con una generosa cucchiaiata di yogurt greco e qualche noce croccante spezzettata grossolanamente.

Dettaglio crepes fichi caramellati

Direi un modo davvero dolcissimo per celebrare la Giornata Nazionale dei fichi che non poteva certo mancare nel Calendario del Cibo Italiano.Calendario cibo italiano banner

Le prepariamo insieme?

Verticale crepes ai fichi caramellati

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Plumcake al caffè con crumble alla cannella e cardamomo.

Un dolcissimo ricordo legato alla nonna o alla mamma ecco quello che che può rappresentare un morso goloso a una fetta di quei dolci che, per mancanza di ingredienti – creme e panna di farcitura o copertura – di facile deperibilità, vengono definiti “da credenza”.
Torte, ciambelloni, crostate o plumcake queste golose leccornie hanno il pregio, nel caso si riesca a resistere alla loro bontà, di conservarsi per parecchi giorni a temperatura ambiente senza rischiare che sapori e qualità vengano meno.

Proprio oggi, a ridosso del week end fatto spesso, volentieri e per fortuna di momenti più rilassati che regalano la piacevole possibilità di sedersi a tavola per godersi una colazione distesa e meno frenetica del solito, il Calendario del Cibo Italiano celebra i dolci da credenza con una giornata fatta di tante ricette e tuffi nel passato che vi farà venire una gran voglia di accendere il forno e di avere la cucina che profuma di buono.

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Tagliare una fetta di queste dolcezze per me significa inizare la giornata nel miglior modo possibile perchè hanno sapore il sapore unico delle cose fatte in casa e una bontà così genuina che ti rimette al mondo.
Così, pensando alla colazione, ho sfornato un plumcake che risveglia con il suo aroma di caffè e che stupisce all’assaggio per le sue note speziate del crumble croccante.

Plumcake al caffè speziato

Lo preparate insieme a me?
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Tagliatelle agli asparagi con baccalà, pomodorini arrosto alla vaniglia e limone candito.

L’Asparagus officinalis è una pianta erbacea perenne di origione mediterranea di cui si hanno già notizie in tempi lontanissimi (epoca egizia) e i cui metodi di coltivazione e preparazione sono descritti dettagliatamente nelle antiche opere di Catone, Apicio e Plinio.

“De Re Conquinaria”, Apicio:

“ASPARAGI – Seccherai gli asparagi e li metterai nell’acqua calda quando li vorrai usare.
ALTRO PIATTO DI ASPARAGI FREDDI -prendi asparagi ben puliti, tritali nel mortaio, versavi l’acqua, strizzali e passali allo staccio. Metti nel tegame dei beccafichi (Sylvia Ficedula di cui i Romani erano ghiotti) ben puliti. Trita nel mortaio 12 chicchi di pepe, aggiungi la Salsa e lavora; dopo aggiungerai una tazza di vino e una di passito. Metti il tutto in un tegame con 90 grammi d’olio. Bolli. Ungi una teglia e in questa mettici sei uova con salsa acida di vino; insieme al sugo degli asparagi, cuoci tutto sulla cenere calda insieme al trito detto prima. Allora aggiungi i beccafichi. Cuoci cospargendo di pepe e servi.
ALTRO PIATTO DI ASPARAGI – metti nel mortaio quei resti degli asparagi che si buttan via. Tritali bagnali di vino che farai colare. Trita del pepe, del ligustico, del coriandro verde, della santoreggia, una cipolla, del vino della salsa e dell’olio. Versa il sugo nella padella ben unta; e, se vuoi, rompici delle uova rimestando tutto al fuoco, perché si amalgami il tutto. Cospargi di pepe in polvere e servi.”

Con il termine “asparago” si indica anche la parte commestibile della pianta, costituita dai germogli di forma allungata e carnosa che amano tingersi di vari colori (dalle varie tonalità di verde, al violetto fino al bianco) e regalano al palato un sapore che ricorda vagamente quello del carciofo.
Sui banchi dei marcati di paese sono protagonisti da fine marzo fino a tutto giugno, periodo in cui i germogli sono ancora piacevolmente teneri e non hanno ancora quelle consistenza legnosa che li rende poco gradevoli e poco saporiti.
Incredibile pensare che ne esistano più di duecento varietà che differiscono tra loro soprattutto per colore, sapore e motodo di coltivazione: l’Asparago bianco (Bianco di Bassano del Grappa, Nobile Bianco di Verona) ha un sapore molto delicato e deve il suo colore alla coltivazione in assenza di luce che blocca il processo di fotosintesi, l’Asparago violetto, caratterizzato da un sapore un po’ più rustico e amarognolo, è in realtà un asparago bianco che una volta fuoriuscito dal terreno acquisisce una colorazione lilla per effetto della luce, l‘Asparago verde dal sapore decisamente marcato deve invece la sua colorazione al completo processo di fotosintesi.
Se avete invece la fortuna di potervi concedere qualche bucolico momento non perdete occasione, nella stagione buone, di dedicarvi alla raccolta degli Asparagi selvatici (Asparagi di campo o Asparagina che di dir si voglia) che cresciusti spontanei e sottili vi regaleranno grandi soddisfazioni in cucina grazie al loro sapore intenso.

Saporito, povero di calorie ma ad alto contenuto di sali minerali e vitamine, e versatile poteva forse l’asparago non essere celebrato con una giornata a lui interamente dedicata nel Calendario del Cibo Italiano? La risposta vien da sé…

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Ho deciso con piacere di occuparmi, fra i tre possibili metodi di preparazione di base dell’asparago (al vapore, lessato nell’apposita asparagiera oppure saltato in padella), dellla cottura in padella che fin da subito ho pensato si sposasse alla perfezione con l’idea di ricetta che avevo in mente e così ho portato in tavola un primo piatto gustoso e ricco di sfumature di sapore che è stato un gran successo.

Tagliatelle agli asparagi in padella

Tagliatelle agli asparagi dettaglio

Allora, accendete i fornelli insieme a me?
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Sfoglia alle mele con amaretti e cacao.

C’è stato un periodo in cui amavo i dolci, le torte soprattutto, particolarmente elaborati: strati su starti di farciture alle creme più disparate, ganache e panna aromatizzata secondo l’ispirazione del momento, frutta ricoperta di cioccolato…addirittura pasta di zucchero!!!
Oggi invece amo la semplicità e i gusti che mi riportano con la mente e il cuore a quando ero bambina.
La sfoglia alle mele con amaretti e cacao nasce proprio così dalla voglia di evocare con un dolce davvero semplicissimo da preparare il sapore del bunet che la mia mamma portava in tavola per il pranzo della domenica o per le occasioni speciali.
Uova, amaretti e cacao amalgamati fra di loro creano un gusto inconfondibile e l’aggiunta delle mele Gala conferisce quella nota fruttata, fresca e genuina che rende questo dolce ideale per ogni momento della giornata…ma soprattutto golosissimo sia per i grandi che per i piccini.

Fruit24

Già perchè anche un dolce davvero ricco di frutta può essere una leccornia a cui è difficile resistere ma soprattutto sposa appieno il progetto e la filosofia di Fruit.24 che, in collaborazione con APO CONEPRO (la più importante associazione di produttori ortofrutticoli), promuove il consumo consapevole di frutta e verdura nel quotidiano per una vita all’insegna delle buone abitudini alimentari e del benessere.

VERTICALE SFOGLIA ALLE MELE

Accendete il forno insieme a me?
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I persi pien, dolce delizia della cucina piemontese.

Passano gli anni e mi rendo conto che il legame con il mio amato Piemonte, con le verdi colline che mi hanno vista nascere e crescere diventa sempre più intenso e viscerale.
Amo l’aria lieve che si respira quando ci si “perde” nel verde incontaminato degli infiniti vigneti, mi sento molto più vicina di quanto potessi immaginare a quel mondo contadino fatto di mani sporche di terra e genuinità, i profumi che invadono le cucine di case e trattorie mi “accendono” l’appetito anche quando sono a pancia piena.
Le portate della cucina piemontese, da gustare davanti a un calice di buon vino sapientemente abbinato e panorami spettacolari tanto da essere diventati patrimonio mondiale dell’umanità, sono tante ricche e saporite: vitello tonnato, bagnet, bagna caoda, insalata russa, agnolotti, tajarin, bolliti, brasati, fritto misto.
Poi ci sono i dolci.
…ah i dolci piemontesi!
Gioia e delizia per tanti golosi palati.
Bonet, panna cotta, zabaione, torta di nocciole, torcetti, amaretti, baci di dama, coppi di langa, salame di cioccolato, paste di meliga, pesche ripiene da “annaffiare” con l’ottimo Moscato delle colline astigiane.

Così quando qualche tempo fa ho letto l’accorato annuncio che chiamava a gran voce un volenteroso ambasciatore per la giornata delle PESCHE ALL’AMARETTO mi sono detta ancora una volta che sarebbe stata l’occasione giusta per celebrare tutto il mio amore per la cucina piemontese, per portare in tavola quei sapori buoni che ti scaldano il cuore perchè capaci di far riaffiorare ricordi di bambina e di estati fatte di cesti pieni delle pesche dell’orto del papà.
Nell’articolo, che ho scritto a cuore palpitante mentre i miei “persi pien” cuocevano in forno, troverete le ricette di nomi illustri e quella famosa storia della cucina che conforta grazie alla carica sentimentale che un sapore o un profumo può avere.

Se già ne conoscete il gusto non perdete l’occasione di portare in tavola ancora una volta queste delizie ripiene (anche perchè ad agosto il sapore delle pesche raggiunte il culmine della bontà) e se mai prima d’ora le avete assaggiate è arrivato il momento di scoprirle sapendo fin da subito che diventeranno un appuntamento irrinunciabile estate dopo estate.

Ingredienti per 5/6 persone:
4 pesche gialle
120 gr. circa di amaretti secchi
4 cucchiai rasi di cacao amaro in polvere
3 cucchiai di zucchero di canna
3 cucchiai rasi di moscato
2 tuorli di uova medie
burro q.b.

Persi pien

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