Pampanella molisana

Pampanella molisana
 
Sulle dolci colline molisane, tra i torrenti di Saccione e Biferno nella provincia di Campobasso, nasceva lo splendido paese di San Martino in Pensilis. Grandi Conti e Baroni si avvicendavano, a bordo di sontuose carrozze riccamente decorate d’oro e avorio, nel palazzo-castello situato nel centro del piccolo paesino.
 
Nessuno osava rifiutare l’invito che Domenico Cattaneo della Volta, terzo Principe di San Nicandro, Duca di Termoli e Conte di San Martino in Pensilis, inviava una volta all’anno ai più importanti e a lui vicini nobili dell’epoca. Il Principe, oltretutto, amava fare felice la sua adorata moglie, la Principessa di Roccaromana Giulia di Capua, da cui aveva avuto in dote tutti possedimenti, che adorava quel palazzo.
 
«Maria è pronto il maiale alla Pampanella che ti ho commissionato giorni fa?» Chiese la Principessa alla donna della servitù «Sì Signora, il maiale è stato condito con tutte le spezie piccanti e cotto per tre giorni avvolto nelle foglie di vite sulla brace ardente, proprio come avete richiesto.» «Bene, servitelo per la cena di questa sera accompagnato da pane appena sfornato, patate e il nostro miglior vino rosso e che sia tutto impeccabile».
 
La cena iniziò e, subito dopo la prima portata, arrivò in sala l’intero maiale cotto alla brace e speziato, portato da quattro servitori che lo poggiarono su un tavolo.
I commensali entusiasti di quell’entrata inaspettata, applaudirono stupefatti mentre il Principe richiamò la loro attenzione facendo tintinnare una posata sul calice: «Miei cari ospiti, sono lieto di farvi assaggiare una specialità del mio splendido paese che delizierà i vostri palati, sappiate da subito che è molto piccante, chissà, magari aiuterà i più timidi a sciogliersi un po’».

Quella battuta scatenò l’ilarità di tutta la sala, mentre il cuoco iniziava a tagliare e far servire il maiale alla Pampanella.
La cena fu un vero successo e quando i musicisti iniziarono a suonare la ballata, tutti presero a danzare sul terrazzo da cui si poteva ammirare una vista spettacolare del paese, i campi coltivati nelle campagne circostanti e, in lontananza, lo splendido mare Adriatico.
 
Un piatto davvero straordinario che “cavalca” i secoli. Ad ogni festa di paese viene celebrato,  e voi l’avete mai provato? Chissà che non aiuti a scioglierci un po’… parola di Principe!
Cosa aspettiamo? Accendiamo i fuochi, si parte!

Pampanella molisana
  • DifficoltàFacile
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione10 Minuti
  • Tempo di riposo10 Minuti
  • Tempo di cottura1 Ora 30 Minuti
  • Porzioni5
  • Metodo di cotturaForno elettrico
  • CucinaRegionale Italiana

Ingredienti

750 g filetto di maiale (oppure filetto e costate o spalla di maiale)
1 spicchio aglio
25 g paprika dolce
3 g peperoncino secco (tritato finemente)
90 ml aceto di vino bianco
2 cucchiai olio extravergine d’oliva
q.b. sale

Procedimento

Per iniziare la ricetta della Pampanella molisana: Tagliare a libro, senza arrivare sino in fondo, il filetto (oppure la carne di maiale scelta) in fette spesse.

Salare molto bene ogni parte del filetto e condire abbondantemente con un misto di aglio tritato, paprika dolce e peperoncino secco.

Porre la carne in una pirofila con 2 cucchiai d’olio sul fondo, coprire con un foglio di carta forno inumidito di acqua e aceto e chiudere il tutto con un foglio di alluminio.

Pampanella molisana

Infornare a 180°C ventilato per 1 ora e ½ e 10 minuti prima della fine della cottura, togliere l’alluminio e la carta forno, scolare i liquidi rimasti sul fondo e spruzzare con l’aceto ponendolo nuovamente in forno, per terminare la cottura.
Servire caldo o freddo accompagnato da pane fresco, patate arrosto e/o insalata mista.

Pampanella molisana

Consigli, ricette da non perdere e social

Questo piatto può essere conservato per 4-5 giorni in frigorifero chiuso ermeticamente.

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2 Risposte a “Pampanella molisana”

  1. La vera Pampanella di San Martino in Pensilis però è cucinata coperta non da carta forno o d’alluminio, bensì con fogli di pampino (da qui il nome Pampanella), le quali donano il particolare gusto.

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