MACCU DI FAVE al finocchietto

Il maccu di fave o macco è un’antica specialità siciliana di origine contadina diffusa in tutta l’isola, dal ragusano alle zone montane, in particolare nelle Madonie, con caratteristiche e connotazioni diverse.
E, se vi dovesse avanzare del maccu, potrete dar vita anche ad uno sfiziosissimo antipasto, il MACCU FRITTO, provatelo, andrà a ruba!

A Paternò e nel siracusano, ad esempio, viene preparato per San Giuseppe e offerto in voto ai meno abbienti. Mentre a Catania e Palermo viene preparato prevalentemente con le fave verdi (favaiane). La coltura delle fave per molti era un’importante fonte di sostentamento e, come le lenticchie, i ceci, le cicerchie o i piselli, rappresentavano la “carne dei poveri”.

Il maccu si può fare sia con le fave fresche che con quelle secche, con o senza pasta. Esistono delle varianti per lo più caratterizzate dal diverso tipo di erbe spontanee utilizzate (finocchietto selvatico, segale, bietole o tenerumi).

Mia mamma in Inverno preparava il maccu con le fave secche, in particolare con la fava larga di Leonforte, oggi presidio Slow Food, una varietà abbastanza grande, più gustosa e che cuoce in minor tempo (fava cucivuli).
In Primavera, invece, utilizzava le fave fresche che, insieme agli spaghetti spezzati ed al finocchietto selvatico o ai suoi semi (finuocchiu ‘ngranatu), il maccu regala il massimo del sapore ed è veramente squisito.

Il nome di questa pietanza deriva dal tardo latino e termine dialettale “maccare” che vuol dire schiacciare, ridurre in poltiglia.
Infatti, la peculiarità del maccu di fave è la cremosità che raggiunge quando le fave si sfaldano, favorita dallo schiacciamento delle stesse con un cucchiaio o altro utensile.

Per gusto personale aromatizzo il maccu con il finocchietto selvatico, per l’inconfondibile sapore e profumo, e mi piace ritrovare anche qualche pezzetto di fava. Inoltre, per conferire più carattere al piatto, aggiungo anche del peperoncino fresco.

Se vi piacciono le fave dovreste assaggiare anche la MOUSSE, ottima da servire su crostoni di pane tostato in un buffet rustico o per condire la pasta.

maccu di fave V/'21
  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di cottura25 Minuti
  • Porzioni4 persone
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaItaliana
145,06 Kcal
calorie per porzione
Info Chiudi
  • Energia 145,06 (Kcal)
  • Carboidrati 24,00 (g) di cui Zuccheri 0,84 (g)
  • Proteine 6,56 (g)
  • Grassi 2,62 (g) di cui saturi 0,34 (g)di cui insaturi 0,10 (g)
  • Fibre 4,39 (g)
  • Sodio 55,36 (mg)

Valori indicativi per una porzione di 100 g elaborati in modo automatizzato a partire dalle informazioni nutrizionali disponibili sui database CREA* e FoodData Central**. Non è un consiglio alimentare e/o nutrizionale.

* CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione: https://www.crea.gov.it/alimenti-e-nutrizione https://www.alimentinutrizione.it ** U.S. Department of Agriculture, Agricultural Research Service. FoodData Central, 2019. https://fdc.nal.usda.gov

INGREDIENTI

  • 300 gfave (fresche senza baccello o surgelate)
  • 2 cucchiaiolio extravergine d’oliva
  • 1cipollotto
  • 10 gfinocchietto selvatico
  • 1peperoncino fresco
  • 250 gspaghetti (spezzati)

STRUMENTI

  • Tegame
  • Ciotola
  • Coltello
  • Cucchiaio di legno
  • Piatto

PROCEDIMENTO

La preparazione del maccu con le fave fresche prevede l’utilizzo delle stesse private del tegumento che le riveste. È un’operazione un po’ noiosa, ma seguitemi e vi spiegherò come farlo in pochissimo tempo senza l’utilizzo di utensili.

COME TOGLIERE FACILMENTE IL TEGUMENTO DELLE FAVE

  1. Innanzitutto, trasferite le fave in una ciotola e copritele con acqua bollente.

    Aspettate qualche minuto, fino a che potrete toccare l’acqua senza scottarvi.

  2. maccu 1

    Una volta che l’acqua si sarà intiepidita, prendete una fava alla volta e, sfregandola tra il pollice e l’indice con una leggera pressione, eliminate il tegumento.

PREPARAZIONE DEL MACCU

  1. maccu 2

    In un tegame dai bordi alti versate l’olio ed unite il cipollotto tagliato finemente con il coltello.

    Fatelo stufare leggermente, poi, aggiungete le fave ed il finocchietto tagliuzzato.

    Infine, coprite a filo con acqua bollente e unite il peperoncino, intero o a pezzetti.

  2. Cuocete le fave fino a quando si saranno intenerite, ci vorranno 20 minuti circa. In base alla varietà e alle dimensioni delle fave ci potrebbe volere più tempo.

    Ricordate di tenere da parte dell’acqua bollente, potrebbe servire per ultimare la cottura delle fave o aggiungerla per cuocere la pasta.

  3. maccu 3

    Non appena le fave accennano a sfaldarsi schiacciatele con un cucchiaio o schiacciapatate lasciandole sul fuoco.

    Se non volete ritrovare nel piatto pezzetti di fave utilizzate un frullatore ad immersione.

  4. maccu 4

    A questo punto, unite al maccu di fave la pasta, mescolate e, se necessario aggiungete altra acqua bollente.

    Salate il giusto e ricordate di mescolare ogni tanto.
    Fate cuocere la pasta per il tempo indicato dalla casa produttrice (la mia cuoce in 6 minuti), facendole assorbire l’acqua di cottura fino a renderla cremosa.

  5. maccu di fave O/'21

    Una volta cotta la pasta trasferitela nelle fondine individuali versandovi un filo d’olio extravergine d’oliva e buon appetito!

CONSIGLI

Se voleste utilizzare le comuni fave secche che si trovano in commercio queste devono essere già decorticate e devono essere reidratate. Quindi, mettetele a bagno con acqua a temperatura ambiente per almeno 12 ore. La fava larga di Leonforte, invece, non ha bisogno di essere ammollata.
Il tempo di cottura delle fave secche può variare da 1 a 2 ore, ma si può dimezzare con l’uso della pentola a pressione.

Per ottenere il maccu di un bel verde brillante frullate le fave fresche con un frullatore ad immersione prima che inizino a sfaldarsi.

Gli spaghetti spezzati in Sicilia si trovano in vendita facilmente ma, nel caso non riusciste a trovarli si possono spezzare aiutandovi con un canovaccio: prima spezzateli grossolanamente con le mani pochi alla volta, poi, avvolgendoli col canovaccio formate un cordone avvolgendo su se stesse le due estremità.

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