INGREDIENTI:
- 1 daikon,
- salsa di soia qb,
- rosmarino qb,
- pepe qb,
- olio extravergine di oliva qb,
- sale qb.
Per preparare il daikon marinato mondatelo e tagliatelo a mezze lune come in foto o se volete che prenda più sapore per lungo a bastoncini, poi conditelo con salsa di soia a gusto ricordando di non esagerare essendo molto salata, olio vergine di oliva, sale e pepe e lasciatelo per almeno 30 minuti coperto con pellicola.
Mentre per farlo al forno tagliate il daikon a triangolini come in foto e conditelo con salsa di soia, rosmarino, olio extravergine di oliva, sale e pepe e lasciatelo cuocere per 20 – 25 minuti a 200 gradi.
Il daikon può essere usato come contorno per piatti di pesce o accompagnato con altre verdure.
CURIOSITA’: il daikon è noto anche con il nome di ravanello giapponese o cinese o ravanello invernale, difatti il suo sapore ricorda molto il nostro ravanello e lo si trova in moltissime ricette orientali, o anche come carota bianca.
CURIOSITA’: la marinatura è composta da 3 parti principalmente:
- parte acida: serve a ”cucinare” la carne, il pesce o le verdure, come ad esempio: vino, birra, yogurt, succo e scorza di agrumi, aceto, sake, miele, mirin.
- parte grassa: serve ad idratare e a preservare il gusto, come i vari tipi di olii, il burro.
- parte aromatica: serve ad esaltare e ad aggiungere il sapore, come ad esempio: spezie, erbe aromatiche, sali, salsa di soia, senape, salsa worcestershire, salsa barbeque.
la marinatura avviene grazie alla reazione di Maillard, un insieme di reazioni che avvengono tra gli amminoacidi delle proteine e zuccheri riducenti durante la cottura a temperature superiori a 140°C, alla fine della quale si producono svariati composti tra cui melanoidine responsabili del colore bruno della crosta dei prodotti da forno e delle striature della carne ai ferri, e dell’odore tipico della crosta di pane appena sfornato. Deve il nome al medico francese Louis-Camille Maillard che nel 1912 descrisse queste reazioni. Questa avviene anche nella marinatura, grazie al limone, al miele, al vino che utilizziamo o allo zucchero o saccarosio, non riducente ma che in ambiente acido si scinde in glucosio e fruttosio riducenti. Se siete ulteriormente curiosi dovete sapere che questa reazione è utilizzata anche dagli autoabbronzanti che contengono sostanze che reagiscono con gli aminoacidi della pelle, in particolare della cheratina, scurendola!