Treccia di Sant’Agnese

La treccia di Sant’Agnese è la ricetta che Lucia di unapennaspuntata.com mi ha proposto per la nostra collaborazione di gennaio, dedicata a Sant’Agnese, che si festeggia il 21 gennaio. Sono felice di parlare di questa santa, perché mi era capitata nel 2019, durante la mia prima pesca del santino che mi avrebbe accompagnata durante l’anno.

La treccia di Sant’Agnese si prepara a L’Aquila ed è una ricetta piuttosto recente, dato che è stata creata nel 2004 dagli allievi dell’Istituto Alberghiero “Leonardo Da Vinci”. Perfetto per il periodo invernale, questo dolce si pone a cavallo tra le feste natalizie concluse da qualche settimana ed il Carnevale che sta per iniziare. Si tratta di un lievitato caratterizzato da un goloso ripieno di frutta secca mista (fichi, castagne, nocciole, mandorle). È un dolce che prende la forma di una treccia ed è guarnito in superficie da granella di zucchero e farina di mandorle. La ricetta originale prevederebbe una glassa ma nella versione che ho seguito io veniva omessa. In un’intervista ad un professore dell’Istituto alberghiero che ha creato questo dolce, si dice che gli aromi che lo caratterizzano sono gli agrumi e l’estratto tipico abruzzese del laurum ma nelle ricette che ho trovato su internet non c’è traccia degli agrumi fra gli ingredienti.

La treccia di Sant’Agnese è una ricetta che rimanda ad un episodio della vita di questa santa. Abbiamo poche notizie sulla sua vita ma sappiamo che l’evento principale fu il rifiuto che diede al figlio del prefetto di Roma che si era invaghito di lei. La ragazza, infatti, aveva fatto voto di castità e desiderava una vita religiosa. Così le fu imposto di abiurare e consacrarsi tra le vestali della dea Vesta ma lei preferì essere rinchiusa in un postribolo. Si narra che in quel luogo avvennero conversioni grazie alla fede che Agnese trasmetteva. Quando un uomo riacquistò la vista dopo la sua preghiera di intercessione, la ragazza fu accusata di magia e condannata a morire sul rogo. La particolare forma di questo dolce fa pensare al legame di Sant’Agnese con i capelli. Infatti, Sant’Agnese è la patrona dei capelli e dei medici tricologi e viene invocata per problemi di calvizie. Il motivo di questo patronato risiede nella tradizione secondo la quale quando fu martirizzata e bruciata sul rogo, accusata di essere una strega, fu denudata: improvvisamente i capelli le si allungarono fino a coprirle tutto il corpo, mentre le fiamme la bruciavano.

Sant’Agnese è molto venerata a L’Aquila ma i festeggiamenti che si svolgono intorno al giorno della sua memoria liturgica, il 21 gennaio, non hanno un particolare carattere religioso e la festa è più una solennità popolare laica, che con il culto della santa non c’entra nulla. La cosa che mi ha colpito quando ho cercato informazioni su questa ricetta è che la treccia di Sant’Agnese è legata alla tradizione della maldicenza, intesa non come insulto o pettegolezzo ma come goliardica critica costruttiva, che si rifà all’antica usanza cittadina di parlare liberamente di tutto e di tutti. Nel giorno di Sant’Agnese, infatti, a L’Aquila si tiene la festa delle malelingue e della maldicenza. Avete capito bene: c’è un vero e proprio festival annuale chiamato “Il Pianeta maldicenza”. In passato, c’era anche un menu ufficiale legato alla festa di Sant’Agnese, che fu messo a punto grazie agli studenti dell’Istituto alberghiero aquilano. Di questi piatti sembra essere sopravvissuto solo il dessert, la treccia di Sant’Agnese appunto, divenuta la ricetta simbolo di questo periodo. Ad organizzare le manifestazioni del “Pianeta maldicenza” è l’Associazione culturale Confraternita dei “devoti” di Sant’Agnese ed esiste addirittura un sito internet: www.pianetamaldicenza.it

Stavolta vi ho raccontato io una storia assurda, mentre Lucia ci parla QUI di una tradizione più seria (e religiosa) legata a Sant’Agnese: quella del pallio.

La ricetta della treccia di Sant’Agnese è tratta da lalucedimaria.it ma ho consultato anche altri siti e, rispetto alla ricetta originale, ho diminuito la dose.

Provate anche la torta con farina di castagne, nocciole e noci.

Video ricetta del giorno

  • DifficoltàMedia
  • CostoMedio
  • Tempo di preparazione45 Minuti
  • Tempo di riposo4 Ore
  • Tempo di cottura20 Minuti
  • Porzioni1-2 trecce
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàInverno

Ingredienti

250 g farina 0
50 g burro
100 g zucchero
3 tuorli
12.5 g lievito di birra fresco
150 g frutta secca (io ho usato fichi, castagne, pinoli, mandorle e noci)
q.b. latte (100 g circa)
q.b. granella di zucchero
q.b. farina di mandorle

Strumenti

1 Pentolino
1 Ciotolina
1 Cucchiaino
1 Planetaria con foglia
1 Coltello
1 Canovaccio
1 Teglia
Carta forno
1 Mattarello
1 Forchetta
1 Pennello
1 Mixer

Passaggi

Per preparare la treccia di Sant’Agnese, per prima cosa fate sciogliere il lievito di birra sbriciolato in una ciotolina con circa 100 g di latte tiepido.

Poi versatelo nella ciotola della planetaria e aggiungete 1/5 della farina 0 (50 g), dopodiché cominciate ad impastare con la foglia.

Quindi, unite la restante farina 0, il burro a pezzetti, un tuorlo e metà dello zucchero (50 g).

Ora lavorate per diversi minuti, fino a quando l’impasto sarà liscio, omogeneo ed elastico.

Poi coprite la ciotola con un canovaccio o con della pellicola trasparente e fate lievitare lontano da correnti d’aria (io l’ho messa nel forno spento con la luce accesa) per un’ora.

Trascorso questo tempo, riprendete l’impasto e sistematelo su una teglia rivestita di carta da forno, dandogli una forma allungata, un po’ più piccola della grandezza con cui volete realizzare la treccia.

Quindi, coprite con un canovaccio e fate lievitare ancora, per circa due ore.

Passato questo tempo, dividete l’impasto in tre parti e create dei lunghi salsicciotti, dopodiché stendeteli con il mattarello, abbastanza da poter contenere il ripieno di frutta secca.

Poi spalmatevi un tuorlo leggermente sbattuto con una forchetta e distribuitevi la frutta secca precedentemente tritata.

Ora richiudete a mo’ di salsicciotto ogni losanga, cercando di sigillarli bene, facendoli più sottili alle estremità, in modo da agevolarvi al momento dell’intreccio.

Quindi, adagiate i salsicciotti sulla teglia rivestita di carta da forno e create la treccia.
Poi fate lievitare di nuovo per un’oretta, sempre coperta da un canovaccio.

Trascorso questo tempo, spennellate la superficie con l’altro tuorlo leggermente sbattuto e fate cuocere in forno ventilato preriscaldato a 165° per circa 20 minuti. Il tempo di cottura dipende dalla grandezza della treccia: vi consiglio di fare la prova con uno stuzzicadenti.

NOTE

Io ho realizzato una treccia ma dato che, mentre la intrecciavo, mi era venuta troppo lunga rispetto alla teglia, ho tagliato le estremità. Quindi, se le fate più piccole, secondo me riuscite a realizzarne anche due.

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