Eccomi qui con un’altra conserva, la cotognata, che non è altro che una confettura di mele cotogne, molto dura, tanto da poter essere tagliata a pezzi o essere messe dentro delle formine per dare la forma che si vuole. La versione che vi presento è quella classica, ma c’è chi l’aromatizza con cannella, buccia e succo d’arancia, chiodi di garofano, ognuno la può personalizzare a suo piacimento. La preparazione non è difficile è solo lunga e un pochino noiosa, in quanto bisogna rigirare in continuazione, altrimenti con un attimo di distrazione, vi succederà quello che è successo a me, che un pochino mi si è attaccata sul fondo, ho cercato di eliminare i vari grumo che si erano formati, ma qualche pezzetto qua e là è scappato, come si vede in foto. La ricetta l’ho presa dall’amico Mimmo Modarelli del blog Sud Italia in cucina
Ingredienti
1 kg di mele cotogne mature
1 limone
acqua q.b.
gr. 800 zucchero per ogni kg di polpa
Preparazione
Dopo aver lavato accuratamente le mele cognogne, senza sbucciarle, le ho tagliate a tocchetti ho tolto il torsolo (qui non so se Mimmo sarà daccordo, lui non leva nulla), le ho pesate, per poter poter fare poi la proporzione con lo zucchero.
Una volta pesate le ho messe in un egame coprendole d’acqua e le ho fatte cuocere sino a che non sono divenute tenere
a questo punto le ho scolate e ho passato la polpa al passaverdure, (non ditelo a Mimmo, ho uato il frullatore ad immersione, ho fatto meno fatica)
Una volta frullate le ho riversate nella pentola, ho aggiunto lo zucchero e le ho fatte cuocere, rigirando spesso.
verso fine cottura bisogna rigirare sempre.
Ci vorrà circa un’ora e mezza.
Sarà pronta quando si staccherà dalle pareti e avrà la consistenza di una polenta densa.
Io l’ho poi versata, con l’aiuto di un cucchiaio, dentro degli stampi da cioccolatini a forma di cuore, in altri stampi più grandi a fiore. La rimanente l’ho stesa su un foglio di carta forno, dandogli la forma di un rettangolo alto circa un paio di cm, che poi quando si è completamente raffreddata ho tagliato a losanghe. Le losanghe potete passarle anche nello zucchero semolato.per un effetto brinato.
Fatela asciugare per bene qualche giorno all’aria, oppure mettetala ad asciugare in forno a bassa temperatura.
Potete conservare per mesi la cotognata in barattoli dopo averla avvolta singolarmente in carta oleata. Questo era il sistema di mia suocera, che ricordo inframmezzava tra i vari pacchettini foglie di alloro e stecche di vaniglia.
La cotognata mi riporta molto indietro nel tempo, quando andavo al asilo e ci davano un quadretto di cotognata, buonissima, brava !!!!!!!!!
Ciao Santy, io ero invece una bambina anomala, non mangiavo caramelle, dolciumi e marmellate. Ricordo che un anno i miei per motivi di lavoro non potevano prendere le ferie e mi mandarono in colonia e come merenda avevamo una piccola michetta con un quadretto do cotognata e io la detestavo, la davo sempre a qualcun’altra e comunque lìesperienza della colonia fu proprio traumatica, per fortuna mi venne il morbillo e mi riportarono a casa dopo pochi giorni. Non fui mai così felice per essermi ammalata ahahahahahahahah. Ora invece i dolci sono la mia passione. Quando ho fame, preferisco il salato, ma il dolce non lo disdegno mai. Ho riscoperto la cotognata con mia suocera. 😉
Obbligato per la citazione. Anch’io non mi nascondo di eventuali “ispirazioni”, del resto voglio proprio vedere chi è “senza peccato”, tutti raccogliamo, rielaboriamo, sperimentiamo e riproponiamo. La cucina è così, del resto quella ricetta non l’ho mica inventata io, era nella nostra famiglia e forse noi abbiamo portato qualche variante, “forse” appunto
Ciao Mimmo, non vedo nulla di male nel citare la fonte da cui prendi uno spunto. Oltretutto con la tua ricetta, sono finalmente riuscita ad ottenere una cotognata che possa definirsi tale. Come ben sai non avendo le mie radici ben affondate nel territorio, devo sperimentare a mie spese, a volte anche con fallimenti, ma questi mi spronano a riprovare. Mia madre grande ricamatrice, ma pessima cuoca, non mi ha insegnato molto delle nostre tradizioni culinarie. Io invece ho tanta voglia di provare, sperimentare, confrontarmi. Nei tuoi blog, trovo molto spesso spunti per cose a me sconosciute. Devo dire che sei un ottimo maestro. 🙂