Endometriosi e alimentazione

Endometriosi e alimentazione.

Endometriosi e alimentazione

Per attenuare i sintomi e tenere sotto controllo l’endometriosi è importante seguire un’alimentazione sana.
È consigliato eliminare gli alimenti che contengono ormoni e che possono cronicizzare e aumentare la malattia, come la soia che contiene fitoestrogeni.

Attenzione poi a conservanti, glutammato, zuccheri (specie quelli di sintesi, quindi attenzione alla dicitura ‘senza zucchero’, contengono spesso aspartame e altri veleni).

È bene eliminare  olii idrogenati, olii di scarsa qualità (olio di palma per esempio o tutti i cibi con la dicitura generica “olii vegetali”, o margarina).
Le fibre sono la base dell’alimentazione in quanto diminuiscono l’infiammazione addominale. Aiutano la digestione ed il buon funzionamento dell’intestino, riducono gli estrogeni circolanti nel sangue con un minore impatto sui tessuti estrogeno dipendenti. Si consiglia di aumentare le fibre sino al 20 – 30% nei pasti.

L’omega 3 – presente nel pesce azzurro, noci e nei lupini, oltre che nell’olio di semi di lino, Kamut, Cappelli, Farro e altre specie “primitive” o la Farina O o 2 – promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. 

Meglio non esagerare con i latticini di mucca: questi prodotti possono infatti contribuire alla stimolazione della produzione di prostaglandine PGE2 e PGF2A, responsabili di alcuni processi infiammatori.
Le carni di qualsiasi genere possono aumentare la produzione di PGF2A, inoltre se industriali possono contenere dosi elevate di inquinanti ambientali quindi  meglio ridurne il consumo.

Al contrario, un importante aiuto per diminuire l’infiammazione può venire dal succo di pompelmo che è un buon antinfiammatorio naturale, ma attenzione può interagire con alcuni medicinali.

Si consiglia di consumare il pompelmo solo se non si prende nessuna medicina. Si è visto infatti che i flavonoidi della frutta interferiscono con il metabolismo di vari farmaci variandone la farmacocinetica (cioè ridurne l’assimilazione o allungare il tempo in cui la molecola si dimezza nel sangue). La molecola del farmaco viene assorbita parzialmente oppure eliminata più lentamente.
Può essere di ostacolo all’assunzione di alcuni farmaci come psicolettici(alprazolam, midazolam, triazolam, ecc), Statine (regolatrici del colesterolo), ciclosporine (che stimolano l’attività immunitarie) e pillole anticoncezionali.

L’articolo lo ha scritto la carissima Cristina De Angelis, che ho avuto modo di conoscere “grazie” a questa assurda malattia, l’articolo originale lo trovate qua!!!!