Ormai attendo l’appuntamento mensile con le degustazioni di Siciliainbocca in Prati con una certa ansia. Non vedo l’ora! Il 21 aprile, compleanno di Roma, ecco la tanto attesa data e anche questa volta non potevo mancare!
Lo chef Vito Marino ci ha preparato un menù sapientemente abbinato ai vini creando un percorso di emozioni e sensazioni che ci hanno guidato attraverso la meravigliosa Sicilia. La scelta accuratissima delle materie prime rende i piatti unici, una poesia di profumi, colori e sapori tutto rigorosamente di provenienza dall’amata isola.
Nell’attesa che tutte le persone prendessero posto, il cortesissimo personale di sala ha iniziato a servici il Brut di Donnafugata accompagnato da polpettine di cavolfiore profumate al prezzemolo con pecorino siciliano, calde calde, fritte al momento. L’accoglienza è importantissima per la signora Paola e le sue figlie Vanessa e Azzurra. Questo spumante è un brut metodo classico a produzione limitata, esordio per Donnafugata negli spumanti. Un vino di grande eleganza che sorprende per complessità e freschezza. I vitigni sono Chardonnay e Pinot Noir, con affinamento di circa 30 mesi. Al naso offre un bouquet fine e avvolgente, con fragranze floreali e sfumature di macchia mediterranea. Bocca ampia e pulita, con perlage fine e persistente, sorprende per freschezza e mineralità.
Appena le sale si sono riempite (tutto al completo), ci sono stati serviti i sontuosi antipasti con i quali abbiamo potuto apprezzare anche il pregiato olio Donnafugata. Un carpaccio di tonno rosso freschissimo marinato e condito con pepe rosa, una parmigiana di zucchine verdi siciliane cotte al forno con tuma filante e un’insalata eoliana con aragosta, gamberi, patate, capperini, scampi basilico freso e pomodori di Pachino. In accompagnamento un rosato meraviglioso, il Lumera.
Or come pote sì gran donna intrare
Per gli occhi mei, che sì piccioli son?
e nel mio core come pote stare […],
ma voglio a lei Lumera asomigliare […].
Giacomo da Lentini (Sonetti XXII)
Da questa poesia siciliana che celebra l’amor cortese, deriva il nome di questo vino in pieno stile Donnafugata che cura moltissimo anche le etichette ed in questa viene rappresentata la donna amata, l’essere sublime che suscita gioia e pienezza vitale. Dal colore rosa tenue di grande luminosità, offre un bouquet floreale e fruttato, con gradevoli note di melograno e ribes, su un fondo di fragoline di bosco. In bocca è piacevole, grazie alla fresca acidità e alla gradevole sapidità, ben bilanciato dalla equilibrata morbidezza. Ottimo!
Dalla cucina subito pronta un’altra deliziosa portata. Una lasagna ruvida di pasta fatta in casa con crema di basilico fresco, pinoli tostati e tanti crostacei saporiti. Una vera leccornia da leccarsi i baffi. Con tutta questa cremosità e profumi, è stato sapientemente abbinato il SurSur, Grillo in purezza, è fresco e fruttato, con note di pesca bianca e pompelmo, unite a sentori di erbe aromatiche. il Grillo è un’antica uva autoctona siciliana, ma è anche un simpatico animaletto portafortuna. Il nome sur sur, che significa grillo, deriva dalla lingua araba classica, un tempo parlata anche in Sicilia. L’etichetta ha la voce della primavera, con i suoi profumi e i suoi colori. Racconta le fughe di Gabriella bambina che corre a piedi nudi tra i fiori e l’erba fresca, seguendo il canto dei grilli che alle sue orecchie suona dolce come mille “SurSur… “.
Come secondo piatto ho avuto molto piacere nell’apprendere che è stata scelta l’ombrina. Apprezzo molto questo pesce non molto conosciuto ma dalle carni pregiate e delicate, uno di quei pesci che le signore non richiedono molto in pescheria limitandosi al solito branzino od orata magari di allevamento. Il mitico chef Vito Marino ha reso onore all’ombrina cucinandola alla messinese, con un bel sugo di pomodorini di Pachino, capperi mignon, olive di Nocellara del Belice e patate al rosmarino. Con un bel piatto così corposo e succoso si è sposato perfettamente un bel rosso. Abbinamento moderno e innovativo per certi versi ma di gran piacevolezza, confermato anche dal preparato sommelier Duilio che insieme alla sua collega Francesca hanno sempre risposto cortesemente alle mie domande. Sherazade, fresco e fruttato, dal tannino carezzevole. Nel piacevole bouquet spiccano ribes, amarena e piccoli frutti di bosco, a cui si uniscono note balsamiche e minerali. Non un rosso “muscoloso” quindi adatto anche con un buon piatto di pesce data la una struttura carezzevole e suadente. Sherazade è il simbolico personaggio femminile e protagonista delle “Mille e una Notte”, con voce polposa di frutto, avvolta di drappi di spezie, racconta anche a noi le favole del capolavoro della letteratura orientale.
Durante la cena il dottor Baldo, Wine-Ambassador di Donnafugata, ci raccontava storie di vigneti, di contadini panteschi, di vento e di sole facendoci viaggiare con la fantasia in quelle terre di cui stavamo degustando i frutti. Avvincente il racconto degli alberelli di zibibbo di Pantelleria dai quali nasce il Ben Ryé, principe del vento in arabo. Meraviglioso passito complesso ed avvolgente, al palato è armonicamente dolce, morbido e fresco. Al naso regala note intense di albicocca e pesca, sensazioni dolci di fichi secchi e miele, erbe aromatiche, note minerali.Straordinario vino da meditazione, è un compagno ideale mentre si legge un libro o si ascolta la musica. Con questo nettare abbiamo golosamente assaporato un perfetto cannolo riempito al momento con ricotta mantecata con pistacchi di Bronte tanto da essere di un bel verde inteso. Veramente l’apoteosi del piacere! Un regalo per la memoria dei sensi! Grandioso!
Queste serate sono un vero nutrimento per l’anima. La compagnia, l’ambiente, le persone che ti accolgono sorridendo, dell’ottimo cibo e dei vini prestigiosi… per un momento glorioso, il mondo è perfetto e il corpo e l’anima sono accontentati. Alla prossima!
P.S. Ringrazio il signor Carmine che mi ha permesso di usare anche le sue foto 🙂