Le origini della cucina Italiana

Le origini della cucina Italiana

Oggi desidero parlarvi delle origini della cucina italiana, andremo a scoprire piccole curiosità che destano interesse.La gastronomia Italiana rappresenta, quanto di più genuino ci si possa aspettare, dopo il passar dei secoli, per la sua semplicità e per l’uso di materie prime locali ed alle sane e saporite specialità della nostra terra.Ma prima arrivare ai giorni nostri, provo a raccontarvi come nell’arco di un secolo, la cucina Italiana si sia evoluta ed adattata alle diverse esigenze dei suoi commensali.

Nell’arte antica culinaria, la raccolta delle migliori ricette fu attribuita a Celio Apicio, oracolo dei cuochi di Roma Imperiale.Di costui si racconta che dilapidato il suo patrimonio, nei piaceri della tavola, si avveleno’ per paura di morire di fame.Il suo fu il primo ricettario scritto in Italia.Trascorsi gli arbori della Roma Imperiale tra la gente latina, irruppero i mongoli, scandinavi, mangiatori di carne cruda.Nel medioevo la gente affamata dalle guerre era abituata a mangiare miglio o erbe selvatiche dei campi abbandonati, e cosi’ mentre si andava verso la civiltà feudale rinasce, anche il piacere dei banchetti, preannunciando cosi’ una nuova era.

Siamo già nel Duecento, quando inizia a circolare il denaro ed i mercanti iniziarono ad arricchirsi. Si organizzano banchetti, feste ed i cuochi, vengono chiamati e pagati a giornate ed è proprio in queste occasioni che si fanno pagare esageratamente.A tal proposito intervenne anche il governo regolando e limitando le pretese dei cuochi.

Nel Trecento si continua a banchettare, ma iniziano a vedersi sulle tavole , ricche tovaglie, vasellame d’oro e d’argento, nelle grandi occasioni.I commensali usano mangiare ancora in due o tre nello stesso piatto.Le forchette non esistevano ancora, c’erano solo coltelli e cucchiai. A fine pasto ogni commensale era solito lavarsi le mani con dell’acqua profumata.Mentre erano a tavola si pulivano le mani sfregandole agli angoli delle tovaglie o addirittura sulle maniche dei lori vestiti.Erano soliti banchettare con carni arrosto o pesce, ed a fine pasto frutta o qualche frittella al miele o insaporite da spezie.A quei tempi si giudicava la ricchezza di una persona , in base al cibo che serviva in tavola.Per questo a volte si esagerava e gli arrosti venivano ornati con decorazioni dorate.Per esaltare il gusto di queste eccentriche pietanze, si utilizzavano varie salse a base di aglio, cipolla, miele e spezie. A quel tempo non esistevano caffè o thé,né cioccolata, né liquori, cosi’ questi “eccitanti”venivano sostituiti dalle spezie, come ad esempio cannella, chiodi di garofano,zenzero.Le spezie si trovavano i tante preparazioni salate ed anche dolci, anche il vino subiva l’aggiunta di alcune spezie. Verso la fine del Trecento prese piede l’abitudine di movimentare i banchetti, con degli spettacoli o sfilate di cavalli bardati, sfilavano anche dei falconieri  con i loro falchi e tutto per stupire ed intrattenere i commensali.

Arrivati al Quattrocento assistiamo ad una mutazione nell’arte culinaria,sicuramente evolve, migliorandosi;Scoprendo una cucina più leggera e dando anche un ordine, quando venivano servite in tavole le pietanze.E’ in questo secolo che nasce l’arte dolciaria d’alto livello.Infatti i cuochi sfoggiano a fine pasto veri e propri Dessert che rappresentano soggetti mitologici.Il Quattrocento è anche l’epoca dell’Umanesimo e delle arti classiche e finalmente compare anche la forchetta.

Nel Cinquecento la cucina Italiana, raggiunse l’apice;Re e principi stranieri, arrivano in Italia per cercare cuochi capaci di rallegrare le loro mense.La cucina si arricchisce di tutte le raffinatezze, che sono oggi patrimonio, nell’arte culinaria moderna,come la frutta, le verdure cotte nell’olio o nel burro, antipasti gustosi. Nel Cinquecento i cuochi erano anche scrittori dei loro libri di cucina, trascrivendo anche di questi sontuosi banchetti, preparati per i Papi, Re, ed illustri personaggi;Raccontando di come le sale venissero ornate e messe in bella mostra, arricchendo con vasellame d’argento, tovagliati damascati.I  commensali onoravano tanta abbondanza, riempiendo le loro tasche a fine pasto, con dolcetti, pasticcini e tutto quello che potevano arraffare.

Nel Seicento la cucina Italiana non fece progressi, anche se non mancheranno diverse pubblicazioni. Infatti alcune preparazioni subiranno rielaborazioni, con aggiunte di nuovi ingredienti e perfezionando tutto quello che era del 400 e 500. E’ in questo periodo che si diffondono caffè, cioccolato e thé, nuove fonti di gioia per i palati.

Nasce a Venezia nel 1683 il primo locale pubblico, detto Bottega del caffè  dove si vende la bevanda tanto nota. Sorgono anche le prime pasticcerie, locali di lusso, di origine Francese e i dolciari Italiani erano famosi in Europa per  le loro preparazioni Regionali come i cannoli Siciliani o il famoso torrone di Cremona o i buccellati di Lucca. Il gelato, nato nel 500 in Toscana, trova la sua perfezione in Sicilia, ed i pasticceri siciliani emigrano nelle capitali Europee, esportando le loro creazioni, mantenendone i segreti.E’ infatti nel 1630 che nasce la prima gelateria parigina. gestita da Procopio Coltelli, il “Cafè Procope”, che per circa due secoli fu ritrovo di letterati famosi come Voltair, Balzac. E’ quindi  la cucina Francese che trionfa con i suoi “Potages” e con le sue innumerevoli maniere di cuocere i legumi.Ormai il centro della civiltà Europea si era spostato dall’Italia in Francia.

Arriva  finalmente il secolo delle dame incipriate,che oltre a passeggiare intere giornate nei loro giardini sontuosi, vogliono mettere mano nelle cucine e preparare piatti delicati e leggeri come i “consommees”. Ecco che gli arrosti barocchi, vengono sostituiti da spume di pollo, prosciutto, ma era solo un modo per nascondere, la voglia di  mangiare tanto;Infatti iniziano i primi ragù dii carne, pasticci di ogni tipo, nascondendo l’abbondanza in piatti ricchi.

Inoltre è questo il periodo dove si fa sentire l’esigenza di scegliere vivande che non creino danno alla salute.Finiscono pure i banchetti sontuosi e volgari, si raffinano i commensali ma anche i vasellami e gli ornamenti per le tavole. Anche la conversazione tra i commensali diviene più interessante e garbata.Cosi’ sul finire del secolo, prima, durante e dopo la Rivoluzione  Francese si assiste ad un nuovo fenomeno del gusto.

I più celebri cuochi, invece che ambire di cucinare per servizi si Principi, aprono dei loro locali, i “Ristoranti” dove ognuno, purché facoltoso, può permettersi di mangiare cibi raffinati e scegliere le pietanze. Anche i banchetti trovano posto nei ristoranti, per tutti coloro che hano voglia di festeggiamenti.

 

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