Le fave sono un legume tipico di tutta l’Italia e che produce le sue “teghe” (in dialetto marchigiano) proprio in questo periodo. E’ un classico consumarle con il pecorino il 1° maggio, giornata dei lavoratori; mio nonno era solito consumarle fresche con una spolverata di sale.
A casa mia quando si rivela “un’annata buona” e l’orto produce molte fave, usiamo conservarle per poterle poi consumare durante l’inverno. Basta solo un pò di pazienza per sgusciarle dal baccello e successivamente dal loro guscio per fare scorta per i mesi più freddi.
- Preparazione: 40 minuti
- Cottura: 1-3
- Difficoltà: Molto facile
- Porzioni:
- Costo: Molto economico
Ingredienti
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Fave fresche
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Sale
Preparazione
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Sgusciate le fave sistemandole in una ciotola. Sciacquare le fave sotto acqua corrente per eliminare ogni residuo di sporco.
In una pentola capiente versate dell’acqua fredda, portate a bollore, quindi aggiungete del sale. Buttate le fave e lasciate prendere il bollore. Fate cuocere per 1-3 minuti. Scolate le fave dall’acqua bollente e gettatele in un recipiente con dell’acqua gelata (farà si che blocchi la cottura) e lasciate freddare.
Eliminate la pellicina esterna e conservate i due frutti all’interno. Dividete le fave così sgusciate in sacchetti di nylon e congelate nel freezer. Si conserveranno per tutto l’inverno.
Solitamente quando utilizzo le fave congelate le faccio prima rinvenire in acqua bollente per alcuni istanti prima di cucinarle o di aggiungerle alla preparazione.
Note
Qualora vorreste cucinare le fave (sia fresche che congelate) è importante sapere se i vostri ospiti soffrono di favismo. Il favismo è un particolare difetto genetico ereditario in cui chi ne soffre è caratterizzato da una carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (abbreviato in G6PD o G6PDH) collegato al metabolismo del glucosio. Questa patologia può provocare delle crisi emolitiche dovute alla massiccia distruzione dei globuli rossi, portando così all’anemia. Per questo motivo gli individui che soffrono di questa carenza devono evitare l’ingestione di fave (ma anche l’inalazione del suo polline), piselli e di alcuni determinati farmaci per non svulippare tali malesseri.
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