Oggi vi voglio parlare di una ricetta tipicamente pugliese: le moniceddhe, rigorosamente al femminile d’estate, perchè i moniceddhi si mangiano d’inverno. Le moniceddhe e i moniceddhi sono esattamente le stesse lumachine, che non credo proprio cambino sesso a seconda della stagione, essendo ermafroditi, ma semplicemente nell’ingenuità o praticità contadina, per distinguerli gli attribuivano il sesso.
Dopo questa disquisizione sulle abitudini delle moniceddhe, passiamo alla ricetta.
Ingredienti
1 kg. di moniceddhe
1 cipolla
1 bicchiere di vino bianco
sale
olio evo
Preparazione
- Lavate molte volte le moniceddhe, ancora chiuse nel loro guscio, sino a che l’acqua non risulterà pulita
- A questo punto togliete l’opercolo, controllandole ad una ad una, devono essere vive, lucide e non avere cattivi odori
- Terminata questa noiosa operazione fate rosolare la cipolla affettata in abbondante olio evo
- Aggiungete le moniceddhe e fate rosolare anche queste
- salatele
- Sfumate col vino bianco e continuate la cottura a fiamma bassa, dovesse essere necessario aggiungete un goccino d’acqua.
- spolverare col prezzemolo tritato (io mi son dimenticata)
Come le cugine francesi non sono molto economiche, ma una volta tanto val la pena assaggiarle. Se venite a far le ferie nel Salento, potete trovarle tranquillamente in qualsiasi ristorante.
Voleste farle da voi potete acquistarle presso qualsiasi mercato o fruttivendolo, i prezzi di quelle nostrane si aggirano su 22 euro, quelle di importazione molto più economiche, si possono trovare a 16 euro circa.
Ma se vi piace fare passeggiate nei campi, potrete trovarle sepolte sotto terra a pochi centimetri dalla superficie.