Arrosto morto

Arrosto morto

Ho imparato a fare l’arrosto morto dalla mamma che, tutt’ora, lo fa meravigliosamente bene.

In casa mia per arrosto si è sempre inteso l’arrosto morto che si differenzia dall’arrosto normale perché viene cotto sul fuoco in tegame e non in forno e accompagnato da carote e cipolle, che cuociono, si sfanno, ma rimangono a pezzi e il sugo non viene frullato.

arrosto morto
arrosto morto

Ingredienti per 6 persone

  • 1 kg. lonza di maiale
  • 3 cipolle medie
  • 5 carote
  • 1/2 bicchiere di vino rosso
  • sale e pepe
  • olio evo

Preparazione

Per prima cosa strusciare il pezzo di carne col sale (non esagerare per non rischiare di farlo troppo salato). Oggi ho preparato questo arrosto con la lonza di maiale, ma altre volte lo faccio col manzo o il vitello e in quel caso adopero il girello.

Mettere sul fuoco un tegame con l’olio. Roteando la pentola ungere bene tutto il fondo e i bordi della casseruola. Aggiungere la lonza e farla rosolare rigirandola. Non abbiate paura che bruci: fatela ben colorire da tutti i lati. Questa operazione serve per sigillare la carne in modo che non disperda liquidi in cottura e rimanga umida e tenera all’interno.

Bagnare adesso col vino rosso. Una volta evaporato, unire carote e cipolle tagliate a pezzi piuttosto grossolani.

Abbassare il fuoco e cuocere lentamente. Per ottenere un bel colorito brunito, bisogna far ritirare bene il sugo, far leggermente attaccare la carne al fondo della casseruola, rigirare l’arrosto e  versare un goccio d’acqua sul fondo e grattare il fondo con una forchetta. Questa operazione bisogna ripeterla ogni volta che l’arrosto si asciuga. Sarà necessario far cuocere l’arrosto circa 2 ore.

A questo punto non ci resta che tagliare l’arrosto e servire le fette con il loro sughino di verdure accompagnandolo a patatine arrosto con salvia e rosmarino.

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Pubblicato da francescapassionecucina

Sono nata a Roma il 5 gennaio 1956, ma mi considero Toscana e più precisamente della Versilia dove ho vissuto la maggior parte della mia vita e dove sono tornata a vivere definitivamente. L'influenza di questa terra, sia dell'alta Toscana che della Liguria è ben presente nella mia cucina.