Forse meno noti degli omologhi valtellinesi ma decisamente deliziosi: i pizzoccheri della Valchiavenna non sono tagliatelle di grano saraceno cotte con cavolo e patate e condite con burro e formaggio ma gnocchetti, simili agli spatzle ma di farina e latte che, con le patate, si uniscono anch’essi, a burro e formaggio. Se capitate in Valchiavenna, recatevi in un crotto e chiedete di loro 😍 Io ho avuto l’onore di gustarli più volte anche da mio cognato Giovanni, valtellinese doc, che mi ha regalato la ricetta di famiglia 🥰 Eh sì, anche questi gnocchetti hanno diverse “interpretazioni” da famiglia a famiglia. Non vi nascondo che, per i pizzoccheri, occorre un grande quantitativo di aglio che, come avrete notato, sono solita eliminare, dopo la doratura, contrariamente da quanto sarebbe previsto: non me ne vogliano i puristi 😬
Video ricetta del giorno
DifficoltàMolto facile
CostoEconomico
Porzioni4-5
Metodo di cotturaFornello
CucinaItaliana
Ingredienti
Per condire i pizzoccheri si usa il Bitto non stagionato (ma difficile da trovare se non siete in zona) oppure il Casera di Valtellina stagionato addizionato con formaggio di latteria. E’ possibile anche trovare in commercio il formaggio Pizzocheraia della Valtellina ma non è tanto comune, almeno dalle mie parti.
Iniziate a tagliare a piccoli cubetti, le patate (circa 1 cm per lato, o meno). Quindi sciacquatele e lasciatele in acqua pulita mentre preparate il resto. Intanto mettete la pentola con l’acqua, salando, come per la pasta.
Subito dopo, sminuzzate il formaggio a coltello o, se preferite, con un robot da cucina e tenete da parte.
Munitevi di una pentola bassa e larga, mettete il burro e l’aglio che, in verità andrebbe tagliato a fettine. Io ne ho messi tre spicchi ai quali ho praticato qualche taglietto e poi eliminerò.
Passate ora a preparare gli gnocchetti mettendo in una ciotola la farina ed il latte e mescolando. La dose è indicativamente 50% farina ed altrettanto di latte.
Fate in modo che il preparato non sia liquido o troppo denso: in tal caso, intervenite con un poco di farina o di latte. Cercate di ottenere un risultato come in foto.
Appena l’acqua bolle, versate le patate e, a due minuti iniziate a far “gocciolare” l’impasto con l’apposito attrezzo (quello degli spatzle). Nei due minuti che trascorrono, fate dorare l’aglio nel burro.
Man mano che gli gnocchetti vengono a galla, prendeteli con un prendi gnocchi e versateli nel burro, girando. Versate una manciata di formaggio e proseguite. Ad ogni presa di gnocchetti, una manciata di formaggio. Girate e fate saltare in pentola.
Eliminate l’aglio, se vi infastidisce mangiarlo. Continuate a saltare fino a vedere il formaggio filare. Spegnete e servite caldi in tavola.
Se gradito, potete macinare un po’ di pepe al momento. Gli gnocchetti della Valchiavenna sono serviti 🥰
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I pizzoccheri della Valchiavenna: deliziosi gnocchetti🥰
Ho premesso che esistono diverse ricette di famiglia: io ho seguito quella di mio cognato, che poi è quella di sua mamma, che poi è quella di sua nonna….
Non escludo che ce ne siano di altrettanto succulente: non è quindi una dimenticanza ma grazie per aver scritto…quando sarò in zona, vedrò di fare l’assaggio di quelli con il pane raffermo 🙂
Certo, esistono molte versioni, ma visto che l’ingrediente PRINCIPALE è il pane raffermo (è un tipico piatto di riciclo), questi non possono assolutamente essere definiti Pizzoccheri della Valchiavenna! E’ come chiamare “spaghetti con le vongole” un piatto di rigatoni con le cozze!
Io li ho mangiati, nella versione proposta, sia da mio cognato (ricetta di famiglia) sia in alcuni crotti che ho visitato. Evidentemente, da zona a zona, cambia, non lo metto in dubbio e, ti ribadisco inoltre che lì dove li ho gustati, vengono chiamati pizzoccheri della Valchiavenna e non contengono pane raffermo. Più che ricetta di riciclo, mi pare del territorio….del resto, in tempi di magra, non penso avanzasse molto pane 😉 Comunque, a parte gli scherzi, prometto che la prossima volta che sarò in zona, andrò alla ricerca di quelli con il pane raffermo….è, chissà, proporrò anche la ricetta
Vi siete dimenticati dell’ingrediente principale: il pane raffermo!
Ho premesso che esistono diverse ricette di famiglia: io ho seguito quella di mio cognato, che poi è quella di sua mamma, che poi è quella di sua nonna….
Non escludo che ce ne siano di altrettanto succulente: non è quindi una dimenticanza ma grazie per aver scritto…quando sarò in zona, vedrò di fare l’assaggio di quelli con il pane raffermo 🙂
Certo, esistono molte versioni, ma visto che l’ingrediente PRINCIPALE è il pane raffermo (è un tipico piatto di riciclo), questi non possono assolutamente essere definiti Pizzoccheri della Valchiavenna! E’ come chiamare “spaghetti con le vongole” un piatto di rigatoni con le cozze!
Io li ho mangiati, nella versione proposta, sia da mio cognato (ricetta di famiglia) sia in alcuni crotti che ho visitato. Evidentemente, da zona a zona, cambia, non lo metto in dubbio e, ti ribadisco inoltre che lì dove li ho gustati, vengono chiamati pizzoccheri della Valchiavenna e non contengono pane raffermo. Più che ricetta di riciclo, mi pare del territorio….del resto, in tempi di magra, non penso avanzasse molto pane 😉 Comunque, a parte gli scherzi, prometto che la prossima volta che sarò in zona, andrò alla ricerca di quelli con il pane raffermo….è, chissà, proporrò anche la ricetta