I pasticci di casa mia

Corso di pasticceria vegana

Corso di pasticceria vegana
Corso di pasticceria vegana
Corso di pasticceria vegana

Oggi non vi voglio proporre alcuna ricetta, ma voglio parlarvi di ciò che ho appreso in corso di pasticceria vegana. Devo dire che ci sono andata in quanto la locandina parlava di corso di pasticceria naturale, senza uova, burro, latte, zuccheri e farine raffinate e questo mi avrebbe dovuto far capire immediatamente che si trattava appunto di cucina vegana ma ho preferito ignorare la vocina che me lo ripeteva. Un’onnivora o meglio ancora, una carnivora come me, fugge ad ogni teoria diversa da questo mio essere. Credo che la curiosità fosse così forte, l’idea della mancanza degli elementi basilare della pasticceria da me intesa,  ha superato tutte le barriere mentali per spingermi ad andare a sbirciare in questo mondo a me sconosciuto e aborrito.

Arrivata nella location (Museo della civiltà contadina), luogo molto interessante, ho trovato un tavolo su cui vi erano disposti in bella mostra tanti prodotti, alcuni visti nei supermercati, altri del tutto sconosciuti: bevande a base di riso, soia, avena, mandorla. panna di riso, sciroppo di agave, malto di riso e di farro, semola di grano duro Senatore Cappelli, farina di farro; uvetta; datteri; avocado prodotti in Italia (non sapevo che si producessero in Sicilia e in Calabria e pare a detta della mia amica Antonietta Cittadini che vi siano degli alberi anche in Puglia); nocciole, curcuma; semi vari; olio EVO, olio di arachidi; amido di mais e infine il lievito cremor tartaro (da non confondere con il cremor tartaro).

Ecco ora vi ho ho fatto il resoconto di ciò che abbiamo usato per realizzare delle torte, dei biscotti, creme, mousse, tartufini. In quest’articolo vorrei invece raccontarvi ciò che ho appreso su questo stile di vita, perchè appunto di questo si tratta e non della mera moda di evitare alimenti di origine animale.

Le spiegazioni chiare e convincenti, della microbiologa Dott.ssa Angela De Lorentiis hanno eliminato tutti quei messaggi pubblicitari e veramente poco convincenti che arrivano dalla TV, dalla rete e dai giornali.

Sino ad ora avevo la certezza che i vegani convinti, vivessero di tofu o altri derivati dalla soia, niente di più falso: la soia non può e non deve essere consumata regolarmente, perchè a lungo andare potrebbe dare problemi alla tiroide.

Perchè i vegani non hanno nella loro dieta i pomodori? La risposta è semplice, il pomodoro essendo ricco di nickel che si accumula nel fegato, (ecco la ragione di tante persone intolleranti a quiesto metallo) non è un alimento da consumarsi spesso.

Il miele è anch’esso un alimento non usato dai vegani, eppure direte voi e lo dicevo anch’io, non è vivo, non arreca danno alle api, quindi non ha senso non consumarlo. La motivazione è ben diversa, la produzione del miele, sopratutto a scopo industriale viene incrementata danno come cibo alle api dello zucchero, ecco quindi uno sfruttamento di questi animali.

Perchè non usano farine e zuccheri raffinati? Non sono vivi, non arrecano danni. quindi? Raffinare troppo dei prodotti significa  privarli di tante proprietà benefiche all’organismo. Infatti il processo di raffinatura della barbabietola da zucchero o della canna da zucchero, avviene in questo modo: il succo estratto da queste piante prima viene depurato con latte di calce che provoca la perdita e la distruzione di sostanze organiche, proteine, enzimi e sali di calcio; poi, per eliminare la calce che e’ rimasta in eccesso, il succo zuccherino viene trattato con anidride carbonica. Il prodotto quindi subisce ancora un trattamento con acido solforoso per eliminare il colore scuro, successivamente viene sottoposto a cottura, raffreddamento, cristallizzazione e centrifugazione. Per quanto concerne la farina raffinata anche questa viene privata di fibre, utili alla nostra salute e del germe di grano ricco di proteine, vitamine e sali minerali (usiamo farine raffinate e poi siamo capaci di andare a comprare il germe di grano per integrare i nostri piatti: assurdo)

La filosofia vegan è appunto quella di non arrecare alcun danno e di non utilizzare nessuno sfruttamento degli animali e delle piante, il nostro organismo dev’essere in sintonia con la natura che ci circonda. Non solo, evitare tutti gli alimenti che scentificamente provato creano patologie più o meno gravi: colesterolemia, diabete, obesità, tumori. Con questo non voglio dire che siano immuni da ogni malattia, ma sicuramente sono più sani di chi fa un uso eccessivo di carne, zuccheri, grassi di varia natura, farine raffinate.

Durante il corso abbiamo avuto la possibilità di assaggiare, per così dire a crudo tutti gli ingredienti, per poterci rendere conto del loro sapore, della loro dolcezza, alcuni già così all’assaggio mi sono piaciuti, la panna di riso assolutamente no, però poi la crema pasticcera preparata appunto con questo prodotto è risultata veramente buona.

Con questo articolo non voglio dire che mi sia convertita a questa filosofia di vita, ma sicuramente mi aiuterà a valutare meglio ciò che mangio io e lla mia famiglia. Starò sicuramente più attenta alla preparazione dei miei piatti.

Ci saranno altri articoli sull’argomento e sicuramente preparerò delle ricette alternative a quelle più tradizionali.

Dopo aver pubblicato questo articolo ho invitato cortesemente la dott.ra De Lorentiis a leggere quanto da me pubblicato, onde evitare che pur in buona fede avessi detto cose non perfettamente conformi al suo pensiero. In effetti qualche inesattezza c’è stata, pertanto mi sento in dovere di riportare quanto mi ha scritto:

“Sono contenta del tuo articolo perché mi fa comprendere che il messaggio che ho voluto trasmettere durante il corso è arrivato proprio come volevo! Si, hai ragione, abbiamo affrontato tante questioni in poco tempo, quindi non abbiamo potuto approfondire. Il tuo articolo va benissimo, l’unica cosa che vorrei chiarire, che è anche la motivazione per cui ho scelto l’aggettivo naturale e non vegano per il corso, è che in realtá i vegani si nutrono esclusivamente di cibi vegetali, ma non è detto che scelgano quelli non raffinati e salutari. Anche la questione del pomodoro non ha a che fare con la dieta vegan. Io non li mangio perchè fanno parte della famiglia delle solanacee, come la patata, la melanzana ed i peperoni, e contengono la solanina, sostanza leggermente tossica per il fegato. Insomma ognuno fa le sue scelte in base a che tipo di disintossicazione vuole scegliere, io per esempio sono anche astemia, ma se uno beve alcolici è chiaro che non ha senso non mangiare le solanacee per non sovraccaricare il fegato!!! Non so se ho reso l’idea. Spero ci sarà occasione di rivedersi e risentirsi. A presto”

Pubblicato da ipasticcidicasamia

Mi chiamo Silvana, non più giovanissima, sposata, con due figli ormai grandi, Fabio e Valentina. Fabio vive e lavora lontano da casa, Valentina, studentessa universitaria, vive ancora in famiglia. Ho un lavoro a tempo pieno da ben 36 anni, in una pubblica amministrazione e una grande passione: la cucina. In questa mia passione ho coinvolto Valentina che si diletta con me in cucina. Siamo due pasticcione impunite. Ci divertiamo molto a cucinare insieme, ma sopratutto a bisticciare. Vi chiederete perchè pasticcione, semplice, non abbiamo entrambe alcuna cognizione sulla coreografia del piatto, riusciamo a fare buone ricette, ma la presentazione lascia sempre molto a desiderare. Il nostro motto: Non sempre belli, ma sempre buoni. Mi auguro che anche voi, sperimentando le nostre ricette, concordiate con noi sulla bontà e non sull'aspetto. Dimenticavo una cosa importante, ma mi raccomando non ditelo a Valentina, spesso io mi prendo il merito delle sue ricette :) La nostra pecca? La coreografia dei piatti è per noi qualcosa di veramente sconosciuto. Pazienza, la speranza è l'ultima a morire. Un giorno, forse.... miglioreremo.

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