Pasta di Zucchero Homemade

Per la pasta di zucchero homemade occorrono pochi ingredienti, facilmente reperibili e qualche piccolo accorgimento. La versione che faccio io non prevede l’uso di glucosio ma del miele e l’aggiunta di paraffina liquida (olio di vaselina) recuperabile facilmente in qualunque farmacia. Inizialmente la vasellina non la mettevo, in qualche ricetta qualcuno proponeva l’uso del burro (un grasso comunque) ma non ne capivo l’utilità e secondo me rendeva la pdz non conservabile per tempi lunghi. Però faticavo a colorare i panetti (i colori faticavano a miscelarsi e rimanevano molto spenti) ed il risultato era sempre abbastanza scarso. Poi un giorno ho voluto sperimentare la pasta di mandorle e quella si è colorata subito facilmente, con colori brillanti…pensandoci un attimo effettivamente la mandorla contiene olio e macinandola per farne una pasta modellabile, questo olio viene rilasciato a favore di un impasto morbido e idratato…i colori che uso io evidentemente sono liposolubili! Comunque con questa ricetta il risultato è assicurato….riesco a tirare delle sfoglie sottilissime e non si rompe, sia con la cannella che con la macchina per la pasta. Questa ricetta l’ho divulgata e consigliata a destra e manca…ora è tempo di “fissarla” per i posteri!

Ingredienti:

  • 500 gr di zucchero a velo
  • 50 gr di miele
  • 5-6 gr di colla di pesce
  • 25 gr di vasellina*

Procedimento:

  1. mettere lo zucchero a velo in una ciotola (io nel Bimby)
  2. ammollare la colla di pesce in acqua fredda x 10 minuti
  3. nel frattempo sciogliere il miele a bagno maria e quando la colla di pesce è ammollata aggiungerla al miele caldo, senza strizzarla e mescolare affinché la colla di pesce si sciolga e i due ingredienti si uniscano
  4. lasciare intiepidire prima di unire il miscuglio di miele e gelatina allo zucchero; Nota 1: questo è un dettaglio importante perché se il miscuglio è troppo caldo scioglierà lo zucchero e il panetto risulterà molle
  5. unire quindi il miele intiepidito con la gelatina allo zucchero e aggiungere al tutto circa 25 gr di vasellina mescolando con le mani
  6. amalgamare fino ad ottenere un panetto; se necessario aggiungere 1-2 cucchiai d’acqua;  Nota 2: anche questo è un dettaglio importante, non sempre infatti ho dovuto aggiungere acqua, a volte invece anche 2 cucchiai; penso dipenda dalla temperatura/umidità dell’ambiente. Col Bimby circa 10 sec a vel 4-5 o fino a che l’impasto si unisca in grossolane briciolone appallottolate (a questo punto non insistere con l’impasto ma prelevarlo e riunirlo con le mani “inzuccherate” onde evitare di liquefarlo (come mi è capitato inizialmente) con il surriscaldamento che viene prodotto dalla velocità delle lame.

La consistenza giusta: la si ottiene quando il panetto è morbido, facilmente malleabile; ponendo le dita in mezzo vi rimangono le impronte (vedi foto sopra) delle dita e non si appiccica alle mani. Per arrivare ad avere questa consistenza il piano di lavoro deve rimanere inzuccherato (cioè cosparso di zucchero a velo o al massimo con maizena), così come le mani…aggiungendo zucchero a piccole dosi poco per volta si arriva alla consistenza perfetta. Per questo è bene tenere a portata di mano un barattolino spargi zucchero.

Nota per la colorazione: per colorare io uso coloranti in gel ma esistono anche in polvere o in pasta; divido il panetto in tanti pezzetti quanti sono i colori che devo fare, grandi in base alla quantità di pasta colorata che mi serve…consiglio si conservarne sempre un pezzetto neutro per le eventuali tonalità differenti…aggiungo poco colore alla volta, prelevato con la punta del manico di un cucchiaino (uno per colore), al panetto e inizio a mescolare, piegare e rotolare con le mani fino a che il colore non si leghi all’ impasto e risulti omogeneo; aggiungo colore per ottenere l’intensità che desidero ed aggiungo eventualmente altri colori per ottenere la sfumatura che mi interessa. Avendo a disposizione i 3 colori fondamentali (rosso, giallo e blu), il bianco e il nero, si possono ottenere tutti i colori possibili.

Nota per la conservazione: Si conserva avvolta in pellicola trasparente,  in sacchetti per alimenti chiusa bene con gli appositi laccetti oppure messa in scatole di plastica, per diverso tempo, a temperatura ambiente. Si asciuga all’aria, in ambiente asciutto; infatti teme l’umidità ed, ovviamente, il calore…in entrambi i casi la pasta di zucchero tende a sciogliersi. I tempi di essiccazione dipendono dalla grandezza del soggetto modellato; tanto più il soggetto è complesso tanto prima bisogna partire per realizzarlo…ad es.per l’Angiolino CriCri sono partita 3 giorni prima.

Niente paura: la pasta di zucchero home made pur così conservata diventa dura (invece quella acquistata rimane morbida e basta manipolarla un po’ con il calore delle mani ed è subito pronta per l’utilizzo); per riutilizzarla e renderla di nuovo modellabile basta scaldarla…io la metto 10 sec nel microonde. Nota: mai scaldare più di 10 sec per volta perché il rischio è che fonda nel centro (con il rischio di ustionarsi, come è successo a me le prime volte) e sia troppo molle da dover intervenire con “quintali” di zucchero o maizena per riportarla alla consistenza desiderata.

* L’olio di vaselina o paraffina liquida è commestibile; viene utilizzata in medicina come lassativo (non viene assorbita dall’intestino ma non deve essere utilizzata, per questa sua funzione, per periodi troppo lunghi perché interferisce con l’assorbimento di alcune vitamine, quelle liposolubili)

Pubblicato da Lucia

45 anni. Infermiera; marito Massimo, coetaneo; 2 figli, Alessandro e Riccardo di 21 e 19 anni. Mi definisco una persona curiosa e lunatica. Hobby: tutto ciò che è creatività.

5 Risposte a “Pasta di Zucchero Homemade”

  1. Io la pdz me la faccio praticamente sempre home made… sia col glucosio che col miele…. ma… la vaselina, quella onestamente non l’ho mai presa in considerazione…. se mi capita di trovarla… proverò senz’ altro! GRAZIE!

    1. Non ti preoccupare, i dubbi sono delle persone sagge…comunque ho specificato che è olio (di vaselina) e che è commestibile.

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