Vino fai da te o fatto in casa

Vino fai da te o fatto in casa

Vino fai da te o vino fatto in casa. Ti piace il vino? Sicuramente se stai leggendo questo articolo, la risposta è si. Anche se oggi si trovano tante bevande sul mercato, dalla birra ai succhi di frutta, dal te alle acque minerali, però per tanta gente, il vino è sempre il vino. Una bevanda tanto antica quanto amata, che ha sempre avuto il suo fascino. Il vino ha ispirato poeti e cantanti, e le più belle canzoni che si cantavano e si ballavano una volta, erano in tema di uva, vino e vendemmia. Ma tanta gente pur apprezzando un buon bicchiere di vino, si chiede: come si fa?

Come fare un buon vino in casa

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Se vuoi un buon vino fai da te, innanzi tutto ci vuole la materia prima, che è l’uva. Questa si può comprare direttamente dai viticoltori, o dal contadino vicino casa, sempre che sia di fiducia. Scegliete la varietà adatta, ad esempio Aglianico o Fiano di Avellino, a seconda se volete un vino rosso o bianco. Bisognerebbe vedere un attimo che tipo di fitosanitari usa per curare e proteggere il vigneto. L’ideale sarebbe l’utilizzo di poltiglie, composte da ossido di rame e calce, come ad esempio la poltiglia Bordolese, con l’aggiunta di zolfo.

Una volta scelto le uve giuste, secondo il vostro gusto, si portano a casa e si provvede a schiacciale in un recipiente adatto. Magari di plastica per alimenti o di acciaio. Alcuni si sono attrezzati con una pigiatrice, o pigiadiraspatrice se si sceglie di eliminare i raspi, il che lo consiglio. Altrimenti si può sempre schiacciare come una volta: con i piedi, ben lavati si intende.

Molti preferiscono farlo con i piedi perché il lavoro viene fatto meglio e sembra che ci si guadagna di aroma. Non è uno scherzo, perché l’aroma ed i profumi dell’uva si trova sotto la pellicina esterna dei chicchi e schiacciandola con i piedi se ne favorisce la dispersione e l’incorporamento alla massa. Il recipiente deve essere di una capienza maggiore rispetto al contenuto di uve che ci andiamo a mettere. Dovrebbe lasciare almeno quei 30 cm di vuoto tra la massa e l’orlo, perché quando comincia la fermentazione, le bucce delle uve galleggiano sul mosto e si alza di livello.

Come procedere

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Appena avvenuta la pigiatura è consigliabile l’aggiunta di un pizzico di solfiti alla dose di circa 10 grammi per quintale di uva, per disinfettare la stessa. Dopodiché si procede con l’aggiunta di lieviti selezionati per favorire la fermentazione, nella dose di 20 grammi per quintale di uva circa. Alcuni non usano ne solfiti e ne lieviti, ma così c’è il rischio che con l’aumentare delle temperature estive, il vino così ottenuto, possa diventare aceto.

Fatto questo state a buon punto con il vostro vino fai da te , nel senso che ora bisogna solo mescolare la massa almeno due volte al giorno, fino a quando non sia finita la fermentazione. La fase successiva è la svinatura. Per questo avete bisogno di un torchio. Prima si asporta il mosto, per quanto se ne riesce a prendere, dopo si mette tutto ciò che resta nel torchio e si pressa. Qui ci vuole un pizzico di bravura per montare il torchio nel modo giusto e di stringere alla giusta pressione.

Fase successiva

Poi colate tutto il mosto ottenuto con un colino, tipo quello del latte e mettetelo a riposare in una damigiana di vetro, facendo molta attenzione a non tapparla ermeticamente, ma lasciare che sfiati un po’ altrimenti si può rompere. Lasciare così riposare per un paio di settimane e cominciare con un primo travaso, per togliere la feccia che si deposita sul fondo. Poi proseguire con almeno altri due travasi a distanza di un mese circa.

A questo punto la damigiana piena di vino fai da te fino all’orlo, si può tappare bene. se lo bevete nell’annata stessa può andare bene così, ma se lo volete invecchiare, conviene aggiungere ancora un po’ di solfiti, altri 10 grammi per quintale di vino, così siete sicuri che si conserverà bene per tutto il tempo che volete. A questo punto non vi resta altro che berlo alla vostra salute.