Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Gorgonzola e Avocado Tenute Caracci

Gli Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Gorgonzola e Avocado Tenute Caracci rappresentano un primo piatto ricco e saporito, frutto di un’armoniosa fusione di tre eccellenze gastronomiche: gli gnocchi di patate, l’avocado e il gorgonzola.

Questa deliziosa combinazione trae ispirazione da diverse tradizioni culinarie. Gli gnocchi di patate, dalle origini antiche, appartengono alla cucina del Nord Italia, in particolare alle regioni di Lombardia, Piemonte e Veneto, e oggi sono un patrimonio gastronomico di tutto il Paese. A questi si aggiungono gli apprezzati avocado siciliani, dalle caratteristiche uniche, e il gorgonzola DOP, prodotto storico con radici nelle province di Milano, Lecco, Varese e Monza.

Si tratta di un piatto dalle radici antiche, reso speciale da un condimento cremoso e avvolgente, perfetto per i giorni più freddi. È ideale per chi ama gli gnocchi, per gli appassionati di avocado e per chi non sa resistere al gusto deciso del gorgonzola.

Questa ricetta è una raffinata rivisitazione di un classico sempre apprezzato: gli “gnocchi al gorgonzola”. Con o senza panna, questa preparazione è uno dei primi piatti simbolo della Lombardia, perfetta per chi ama le qualità organolettiche del formaggio erborinato prodotto con latte vaccino. Il gorgonzola, infatti, ha origini antichissime: le prime tracce risalgono all’anno 879 e il suo nome deriva dalla città di Gorgonzola, culla della sua produzione.

Questo formaggio si distingue per il profumo inconfondibile, la consistenza cremosa e le caratteristiche venature verdi, che si sviluppano durante il processo di affinamento. È un’eccellenza italiana unica nel suo genere, a pasta cruda e con una crosta ruvida tendente al rossastro. Se ne distinguono due varianti:

  • Gorgonzola dolce, dal gusto delicato e con una stagionatura minima di 50 giorni.
  • Gorgonzola piccante, dal sapore più intenso e deciso, che prevede una stagionatura superiore agli 80 giorni.

L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di formaggi a Denominazione di Origine Protetta, una vera maestra nella produzione di queste perle di latte, preziose fonti di calcio e nutrienti.

Nella ricetta di oggi, il sapore deciso del gorgonzola viene bilanciato dalla dolcezza e dalla cremosità dell’avocado siciliano, che dona una nota burrosa e raffinata. Il risultato è un piatto elegante e perfetto per un’occasione speciale, come un pranzo conviviale di Carnevale o una Pasqua all’insegna del gusto. Con le festività alle porte, molti di noi cercano idee per un menù semplice ma d’effetto, con ricette golose e facili da preparare per stupire gli ospiti.

A Natale, a Pasqua o in altre festività, uno dei dilemmi più comuni è decidere cosa preparare per stuzzicare l’appetito dei nostri commensali. Cerchiamo qualcosa di nuovo e goloso, ma non è necessario cimentarsi in piatti complessi o troppo elaborati. L’importante è scegliere ingredienti di qualità e dare spazio alla creatività.

La scelta del menù spesso nasce dalle tradizioni culinarie della propria città, regione o famiglia. Tra i primi piatti, la pasta e gli gnocchi sono protagonisti indiscussi delle tavole festive, perfetti anche per rivisitare le ricette della tradizione con un tocco moderno.

Parlando di gnocchi, ci riferiamo a un piatto amato universalmente, che si presta a infinite varianti grazie alla creatività della cucina moderna. In Italia, persino un detto popolare – “Giovedì gnocchi” – risalente alla metà dell’Ottocento, testimonia il legame profondo tra questo piatto e la nostra cultura gastronomica. Diffusi da nord a sud, gli gnocchi sono un caposaldo della cucina casalinga italiana. La versione più iconica è quella di patate, apprezzata per la sua versatilità: perfetti con sughi ricchi come l’amatriciana, il ragù o il pesto, così come in varianti più semplici e raffinate, come con burro e salvia.

Ma gli gnocchi non sono solo un orgoglio italiano: hanno varcato i confini nazionali e sono entrati a far parte della tradizione gastronomica di diversi Paesi sudamericani. In Argentina, Uruguay e Paraguay, ad esempio, gli “ñoquis del 29” sono una ricetta simbolica, consumata ogni 29 del mese. Si ritiene che gli gnocchi siano arrivati in Sud America tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, portati dagli immigrati italiani. Una delle ipotesi più accreditate lega questa tradizione alla festa dei Santi Pietro e Paolo, celebrata il 29 giugno, quando si dice che per la prima volta gli italiani abbiano preparato gli gnocchi in terra sudamericana.

Come spesso accade con i piatti dalle origini antiche, anche gli gnocchi hanno ispirato miti e leggende. Una delle più affascinanti collega gli ñoquis del 29 alla figura di San Pantaleone, patrono dei medici e delle ostetriche, martire durante la “Grande Persecuzione di Diocleziano”. Si racconta che, dopo essersi convertito al Cristianesimo, il giovane Pantaleone lasciò la sua città natale, Nicomedia, per compiere un pellegrinaggio a Venezia, dove compì numerosi miracoli.

Una delle storie narra che, mentre condivideva un umile piatto di gnocchi con alcuni contadini, il Santo profetizzò un anno di raccolti abbondanti e generosi doni dal mare. La profezia si avverò e, da quel momento, ogni 29 del mese venne ricordato con un piatto di gnocchi in segno di gratitudine. Un’altra versione racconta che, mentre San Pantaleone mangiava gli gnocchi, nel suo piatto apparvero monete d’oro come segno di benedizione. Da allora, per buon auspicio, si è diffusa l’usanza di lasciare qualche moneta sotto il piatto quando si consumano gli gnocchi il 29 del mese, come simbolo di fortuna e prosperità.

Con il tempo, la ricetta degli gnocchi in Sud America si è adattata agli ingredienti locali. La patata è stata spesso sostituita dalla manioca, un tubero dalle molteplici proprietà, che può essere consumato in diversi modi: bollito e schiacciato come purè, fritto come le patatine, arrostito o trasformato in farina per preparare impasti.

In ogni continente gli gnocchi vengono preparati utilizzando materie prime come cereali o tuberi. Nella cultura asiatica, ad esempio, sono prevalentemente a base di riso glutinoso, che viene cotto a vapore e lavorato in diverse varianti.

Tra le specialità più conosciute troviamo i Daifuku mochi, ottenuti da riso glutinoso cotto e pestato fino a ottenere una pasta morbida, poi farcita e rivestita in molteplici varianti. A Hong Kong, invece, si preparano i Wo Gok, gnocchi realizzati con taro, un tubero tipico dell’Asia, farciti con carne di maiale e poi fritti, lessati o cotti a vapore. In Vietnam e in altre zone del Sud-Est asiatico troviamo i Bánh, a base di riso o manioca, spesso ripieni e avvolti in foglie prima della cottura a vapore. Tra gli altri esempi asiatici possiamo citare i Tang Yuan, gli Endhuri Pitha e i Lo Mai Gai, tutte specialità che, pur avendo nomi diversi, condividono la tradizione di creare impasti morbidi a base di cereali o tuberi.

Se ci spostiamo in Europa, troviamo gnocchi più simili alla nostra tradizione italiana, spesso preparati con farina e patate e conditi con burro fuso. In Svezia, ad esempio, si possono gustare i Pitepalt, gnocchi a base di patate crude e farina d’orzo, farciti con carne trita, oppure i Kroppkaka, sempre a base di patate, ma ripieni di carne e cipolle, serviti con panna, burro fuso e l’immancabile confettura di mirtilli rossi, proprio come le celebri Köttbullar (le polpette svedesi famose anche in Italia grazie a una nota catena di arredamento). In Norvegia, invece, gli gnocchi prendono il nome di Raspeball e vengono abbinati a sapori decisi come pancetta, salsiccia o pesce.

Se ci fermiamo a mangiare in un ristorante in Svizzera e ordiniamo un piatto di gnocchi, probabilmente ci verranno serviti i Capuns, un piatto tipico a base di uova, farina, latte, salumi e formaggi, il tutto avvolto in foglie di bietola, lessato e condito con burro fuso. In Messico, invece, possiamo gustare i Tamales e i Corundas, preparati con farina di mais e serviti in forma di involtini farciti con carne, verdure o persino frutta. I Corundas, in particolare, sono una specialità della regione del Michoacán e si distinguono per la loro caratteristica forma triangolare.

Ci sarebbe ancora molto da scrivere sugli gnocchi nel mondo, ma è interessante soffermarsi anche sulla ricchezza delle varianti italiane. Nel nostro paese, infatti, gli gnocchi possono essere preparati con diverse farine: di riso, di semola, di pane raffermo o con verdure dell’orto.

Tra le specialità più apprezzate troviamo i canederli, grandi gnocchi di pane raffermo, arricchiti con dadini di speck. Questi vengono tradizionalmente cotti in brodo e serviti con burro fuso aromatizzato alla salvia, regalando un piatto rustico e saporito, perfetto per le stagioni più fredde.

Conosciuti anche come “Knödel”, i canederli sono un piatto simbolo della cucina trentina e altoatesina, nata da una tradizione culinaria umile e di recupero per evitare sprechi. Preparati con pane raffermo tagliato a cubetti e ammorbidito nel latte, danno vita a gnocchi dalla consistenza compatta ma morbida, arricchiti con speck o pancetta affumicata e, talvolta, con un cuore filante di formaggio. Le varianti non mancano: si possono trovare canederli con ortica, cavolo nero, verza, spinaci o erba cipollina. Solitamente vengono serviti con burro fuso e salvia oppure con burro, fontina e timo, per un piatto ricco di sapore e tradizione. Tipici delle baite di montagna, i canederli sono perfetti da gustare dopo una giornata sugli sci o una passeggiata nella neve, magari accanto a una calda stube.

Esiste anche una versione dolce di questo piatto, diffusa soprattutto in Alto Adige. I canederli dolci sono ideali come dessert di fine pasto o da accompagnare a una tazza di caffè nei pomeriggi invernali. Tra le varianti più famose troviamo i Marillenknödel, ripieni di albicocca e serviti con burro fuso, caramello e cannella. Altre versioni prevedono farciture con torrone di cioccolato, frutta fresca (come fragole, prugne o frutti di bosco), marmellate, crema pasticcera, ricotta e cioccolato.

Nella ricca e variegata tradizione gastronomica italiana troviamo anche gli gnocchi alla Romana, un primo piatto dalle origini contadine. Conosciuti anche come “gnocchi di semolino”, si differenziano dai classici gnocchi di patate perché realizzati con semolino, latte, uova, burro e Parmigiano grattugiato, senza farina né patate. La loro caratteristica forma rotonda, simile a piccoli dischi, li rende unici. Dopo la cottura, vengono gratinati in forno con burro e Parmigiano, creando una deliziosa crosticina dorata e croccante. Un piatto semplice e “povero”, ma incredibilmente gustoso, nato in un’epoca in cui si disponeva di pochi ingredienti e si doveva fare di necessità virtù.

Proseguendo nel nostro viaggio alla scoperta delle diverse tipologie di gnocchi italiani, non possiamo non citare un classico della cucina piemontese: i ravioles della Val Varaita, conosciuti anche come “ravioles de Melle”. Questi gnocchi, dalla caratteristica forma affusolata e di circa 3-5 cm di lunghezza, sono realizzati con patate e tomino di Melle, una tipica formaggetta piemontese, sia fresca che stagionata. Vengono serviti con burro fuso, che ne esalta il sapore delicato e avvolgente.

Anche i classici gnocchi di patate si prestano a molte varianti, sia nella forma che nel ripieno. Tra le versioni più golose troviamo gli gnocchi ripieni, di forma rotonda e piuttosto grandi, con un cuore filante di formaggio. Le combinazioni di ripieno sono infinite: gorgonzola, pomodoro e mozzarella, speck e brie, ricotta e spinaci, prosciutto e formaggio. Perfetti per chi ama piatti ricchi e dal sapore avvolgente, gli gnocchi ripieni rappresentano un’alternativa sfiziosa e creativa ai classici condimenti.

Un’altra tipologia di gnocchi sono le chicche di patate, realizzate con lo stesso impasto dei classici gnocchi, ma di dimensioni ridotte, appena poco più di un centimetro, e prive della tradizionale rigatura che caratterizza gli gnocchi più grandi.

A dare un tocco di classe e sapore alla nostra preparazione di oggi saranno gli avocado siciliani, in particolare quelli delle Tenute Caracci. Questo superfood, un frutto subtropicale sempre più apprezzato, arricchirà il nostro piatto con colore e un gusto unico. L’avocado ha conquistato un posto nelle nostre abitudini alimentari non solo per il suo sapore delicato e le straordinarie proprietà nutrizionali, ma anche per la sua grande versatilità in cucina.

Noto scientificamente come Persea americana, l’avocado appartiene alla famiglia delle Lauraceae. Ha una polpa cremosa e carnosa, simile a quella della pesca e della ciliegia, e una forma che ricorda quella di una pera. Il colore della polpa varia dal giallo al verde, con un sapore delicato e leggermente dolce, perfetto per accompagnare piatti salati. La buccia può essere liscia o ruvida, con tonalità che vanno dal verde al violaceo a seconda della varietà e del grado di maturazione.

Ricco di proprietà benefiche, l’avocado è stato oggetto di numerose ricerche scientifiche che ne hanno evidenziato la capacità di stimolare la produzione di colesterolo “buono” (HDL), contribuendo così a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre, è una fonte naturale di vitamine A, B, D, E e K, oltre a minerali come potassio, fosforo e magnesio. È anche ricco di acido folico, fibre, proteine e zuccheri naturali, rendendolo un alimento energizzante e idratante. Grazie al suo alto contenuto di acidi grassi, l’avocado è fondamentale per la rigenerazione cellulare: nutrire adeguatamente le nostre cellule significa rafforzare il sistema immunitario, aiutandoci a contrastare virus stagionali e persino a prevenire patologie più serie. Da tempo i nutrizionisti parlano del concetto di nutrizione cellulare, basato sull’idea di fornire alle cellule i nutrienti essenziali per replicarsi, crescere, ripararsi e svolgere al meglio le loro funzioni vitali.

Dal punto di vista nutrizionale, 100 grammi di avocado apportano circa 231 calorie, di cui il 90% deriva dai lipidi, il 3% dai carboidrati e il resto da proteine e fibre.

L’avocado è conosciuto e apprezzato sin dall’antichità. I Maya e gli Aztechi lo consideravano un alimento prezioso e nutriente. Il suo nome deriva proprio dagli Aztechi, che lo chiamavano “ahuacatl”, ovvero “frutto dell’amore”, attribuendogli proprietà afrodisiache.

Perché scegliere l’avocado delle Tenute Caracci? Le ragioni sono molteplici, a partire dalle sue eccellenti qualità organolettiche e nutrizionali. Grazie alle condizioni climatiche favorevoli e al terreno fertile della Sicilia occidentale, questo frutto si distingue per il suo sapore ricco e la consistenza cremosa. Gli avocado dell’azienda sono raccolti a mano e selezionati con cura prima di essere consegnati al cliente finale, garantendo freschezza e qualità superiori. La coltivazione è biologica e segue una filiera controllata che rispetta la natura, ogni singola pianta e l’uomo. Questo processo è supervisionato direttamente dal titolare dell’azienda, Mirko Caracci.

Tenute Caracci è un’azienda a conduzione familiare situata a Partanna, in provincia di Trapani, a 250 metri sul livello del mare, su una collina che domina le valli del Belice e del Modione. L’azienda si distingue per la produzione di frutta fresca di alta qualità, olio extravergine di oliva Nocellara del Belice e vini biologici pregiati: un bianco ottenuto da uve Moscato e Inzolia, e un rosso nato dall’incontro tra Nero d’Avola e Syrah. La missione dell’azienda è far conoscere i prodotti della Valle del Belice, offrendo il meglio di una produzione attenta e scrupolosa che si affida alle tradizioni del passato, per garantire prodotti buoni, sani e genuini, come quelli dei nostri nonni.

Per la nostra ricetta di oggi utilizzeremo la varietà Hass di avocado, riconoscibile per la buccia ruvida e il profumo avvolgente con delicate note di nocciola. A maturazione, il colore della buccia varia dal viola al marrone, indicando che il frutto è pronto per essere gustato. Ogni avocado pesa tra 120 e 150 grammi, viene raccolto nei fine settimana e spedito all’inizio della settimana successiva, per arrivare sulle nostre tavole fresco e pronto da gustare.

La varietà Hass è apprezzata per le sue proprietà nutrizionali. È ricca di acidi grassi monoinsaturi, che rappresentano circa il 20% del frutto, e contiene una quantità significativa di fibre, che aumentano il senso di sazietà e facilitano la motilità intestinale. Inoltre, l’avocado Hass è una fonte di micronutrienti essenziali, fornendo il 10% o più del valore giornaliero di folati, vitamina K, acido pantotenico e rame. È anche povero di sodio e zuccheri, e contiene polifenoli che supportano ulteriormente i benefici per la salute.

Inserire l’avocado Hass delle Tenute Caracci nella propria dieta significa non solo arricchire i propri piatti con un sapore unico, ma anche beneficiare di un alimento nutriente e salutare, frutto di una coltivazione rispettosa dell’ambiente e delle tradizioni.

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E ora, vediamo insieme cosa ci occorre per realizzare i nostri Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Gorgonzola e Avocado Tenute Caracci:

Ingredienti per gli gnocchi:

  • 1 kg di patate vecchie
  • 300 grammi di farina
  • 1 uovo
  • sale

Serviranno inoltre:

  • 2 Avocado Hass Tenute Caracci
  • 200 grammi di gorgonzola
  • sale
  • olio evo

Gnocchi Fatti in Casa con Crema di Gorgonzola e Avocado Tenute Caracci: Ricetta

In una pentola capiente, portiamo a bollore abbondante acqua e lessiamo le patate. Una volta cotte, le scoliamo, le sbucciamo e le passiamo al setaccio.

Trasferiamo la purea di patate sulla spianatoia, creando un incavo al centro, dove aggiungiamo l’uovo e il sale. Uniamo la farina e impastiamo fino a ottenere un panetto liscio e omogeneo.

Preleviamo un pezzetto di pasta alla volta e, con le mani, formiamo dei rotolini di circa 1 cm di diametro. Li tagliamo in pezzetti e li passiamo delicatamente sulla grattugia leggermente infarinata.

In una pentola capiente, portiamo a bollore abbondante acqua salata. Quando l’acqua inizia a bollire, tuffiamo gli gnocchi e li scoliamo non appena salgono in superficie. In una padella capiente, aggiungiamo un filo di olio e il gorgonzola a pezzetti, facendolo sciogliere a fuoco dolce. Uniamo gli gnocchi e spadelliamo delicatamente per amalgamare il tutto.

Sbucciamo gli avocado, tagliamoli a metà e priviamoli del nocciolo. Mettiamo la polpa in un mixer a immersione, aggiungiamo un pizzico di sale e olio EVO a filo, quanto basta per ottenere una crema liscia e vellutata.

Porzioniamo gli gnocchi e, al centro di ogni porzione, mettiamo la cremina di avocado.

I nostri gnocchi fatti in casa con crema di gorgonzola e avocado Tenute Caracci sono pronti per essere serviti!

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Alla prossima ricetta!

Un abbraccio

Patrizia


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