Crauti Fermentati Fatti in Casa Ricetta Verdure Fermentate da Accompagnare a Prodotti Fermentati per il Benessere Azienda Agricola Giordana

I crauti fermentati fatti in casa, da gustare insieme ai prodotti fermentati per il benessere dell’Azienda Agricola Giordana, sono una delle preparazioni di verdure più iconiche e amate nel mondo, compresa l’Italia. Si tratta di una lattofermentazione semplice ma potentissima, anche se ancora poco diffusa nei negozi se non in versione pastorizzata, e quindi priva della vitalità tipica dei fermentati vivi.

Oggi vi propongo una ricetta facilissima per preparare i crauti direttamente a casa. Un piccolo gesto che può trasformarsi in un vero toccasana per il nostro organismo. E per potenziare ancora di più l’effetto benefico, vi parlerò di due prodotti davvero speciali: l’Acetolito di Sweet Briar Beer (SBB) e le Gocce Fermentate dell’Azienda Agricola Giordana. Due alleati straordinari per sostenere la salute intestinale, il benessere quotidiano e, perché no, anche la longevità.

Le verdure fermentate, ricchissime di probiotici e batteri “buoni”, stanno vivendo un ritorno in grande stile, soprattutto nella cucina naturale e gourmet. Ma non serve essere chef per prepararle! Anche a casa possiamo ottenere ottimi risultati: basta scegliere verdure croccanti e tagliarle finemente, a listarelle o pezzetti. Con la stessa tecnica si può fermentare davvero di tutto: carote, cipolle, cetrioli, cavolo cappuccio, cavolo nero, barbabietole, finocchi, ravanelli, cicoria, zucchine, melanzane… e persino la frutta!

Tra tutte le verdure fermentate, i crauti sono forse i più famosi. Ma non dimentichiamoci che anche latte e tè possono diventare fermentati: pensate ad esempio allo yogurt, al kefir o al kombucha – il tè fermentato per eccellenza. Una bevanda effervescente e piena di microrganismi, parente stretta del kefir, della birra e, ovviamente, dei crauti.

Il kombucha è soprannominato “nettare degli dei” o “tè dell’immortalità”. È amatissimo negli Stati Uniti e da qualche tempo è sempre più apprezzato anche qui in Europa. Molti già lo conoscono e lo bevono ogni giorno, altri lo stanno scoprendo adesso. Ma una cosa è certa: merita davvero attenzione!

Questa bevanda ha origini orientali e si diffuse in Europa e in America grazie ai contatti con la Russia e la Cina, dove era conosciuta già nel 250 a.C. Il nome “Kombucha” deriva da Kombu, un medico coreano, e dalla parola cinese “cha”, che significa tè. Secondo alcune leggende, fu creata per curare un imperatore giapponese; secondo altre, nasce in Cina nel 220 a.C. proprio come “tè dell’immortalità”.

Ma che cos’è esattamente il kombucha? È una bevanda leggermente dolce, dal gusto frizzantino che può ricordare il sidro di mele. Si ottiene grazie a un processo di fermentazione del tè, in cui entra in gioco un affascinante protagonista: lo Scoby (Symbiotic Colony of Bacteria and Yeast), un disco gelatinoso formato da lieviti e batteri che lavorano insieme per creare questa magia liquida.

Considerato un vero elisir di lunga vita, il kombucha è ricco di vitamine del gruppo B, antiossidanti e batteri benefici. Tra i suoi effetti più apprezzati c’è la capacità di depurare il fegato e rafforzare il sistema immunitario. Il gusto finale dipende dai giorni di fermentazione e dal tipo di tè usato: di solito si preferisce il verde, il nero o il bianco.

CPer realizzare il Kombucha, è fondamentale procurarsi lo Scoby, ovvero la coltura di lieviti e batteri necessaria alla fermentazione, e sterilizzare accuratamente i contenitori con acqua bollente. Attenzione alla temperatura: un calore superiore ai 35°C potrebbe danneggiare irreparabilmente lo Scoby, compromettendo il processo fermentativo.

Un altro protagonista dell’universo dei fermentati, ancora poco conosciuto in Italia ma molto apprezzato nel resto del mondo, è il Kimchi. Si tratta di un piatto tradizionale coreano famoso per il suo sapore intenso, le tante varianti regionali e i benefici per la salute. La versione più comune è a base di cavolo cinese e spezie, ma ne esistono decine di interpretazioni, stagionali e locali.

Il Kimchi ha una storia millenaria: nasce come metodo di conservazione per affrontare i rigidi inverni coreani. In origine era composto solo da verdure saltate, ma con l’arrivo del peperoncino nella penisola coreana nel XVII secolo, ha iniziato ad assumere la forma che conosciamo oggi. La preparazione comincia con la salatura del cavolo cinese, a cui si aggiungono ingredienti come aglio, zenzero, peperoncino in polvere, e talvolta pesce fermentato o frutti di mare. Il tutto viene lasciato fermentare a temperatura ambiente, per alcuni giorni o anche settimane, a seconda del gusto desiderato e del clima.

Esistono centinaia di tipi di Kimchi, ognuno con caratteristiche uniche. Tra i più noti:
Baechu-Kimchi, il più classico, a base di cavolo cinese
Kkakdugi, preparato con ravanelli
Oi Sobagi, il Kimchi di cetriolo

Un altro fermentato simbolo della cucina orientale è il miso, una pasta cremosa ottenuta dalla fermentazione dei semi di soia gialla, talvolta arricchiti con orzo, riso, segale o miglio. Il miso viene impiegato in tantissime ricette: dalle zuppe alle salse, dalle marinature ai piatti principali come il classico nasu dengaku, ovvero melanzane grigliate con salsa di miso dolce.

Il miso è un alimento estremamente nutriente: grazie al processo di fermentazione è ricco di enzimi, vitamine e probiotici. Le sue origini risalgono al VI secolo d.C., ma ci sono tracce della sua esistenza già nella Cina del III secolo, dove era conosciuto con i nomi di Hishio o Jiang. Oggi è ampiamente utilizzato non solo nella cucina casalinga, ma anche nelle preparazioni degli chef stellati.

Si presenta come una pasta dalla consistenza densa e vellutata, con un sapore deciso e avvolgente, in grado di donare carattere a insalate, carni e verdure al forno. Viene spesso utilizzato anche come alternativa al dado da cucina, per insaporire in modo naturale. Il suo profumo e la sua intensità variano in base alla stagionatura e alla qualità degli ingredienti. I miso più scuri e maturi risultano più intensi e salati, mentre quelli più chiari e giovani sono delicati e leggermente dolci.

Quella dei cibi fermentati, più che una moda recente, è in realtà una riscoperta: un ritorno ad un metodo di conservazione antichissimo, praticato ben prima dell’avvento di frigoriferi e pastorizzazioni. Le prime testimonianze di fermentazione risalgono a circa 12.000 anni fa, quando l’ingegno umano trovava nella natura i mezzi per preservare il cibo nel tempo.

Ai tempi antichi si produceva l’idromele attraverso la fermentazione del miele. Questa bevanda, nota come “nettare degli dei“, è considerata uno degli alcolici più antichi al mondo, forse persino precedente alla birra. È composta semplicemente da acqua, miele e lievito, ma il suo fascino risiede proprio nella sua semplicità e nella storia che racchiude.

Tracce storiche testimoniano la presenza dell’idromele già nell’antico Egitto e nella Grecia classica. In molte culture europee era consuetudine regalare idromele agli sposi come simbolo di felicità e fertilità, in segno di buon auspicio per una famiglia numerosa e sana.

A seguire, vennero creati altri prodotti fermentati come la birra e il vino, anch’essi nati da un processo di trasformazione naturale che accompagna l’uomo da millenni.

Quello che per secoli si credeva essere un semplice processo chimico si rivelò, grazie agli studi di Louis Pasteur, un vero e proprio meccanismo biologico. Questo straordinario chimico e biologo francese, considerato il padre della microbiologia, è noto per aver scoperto i batteri, i germi, il meccanismo della fermentazione, e le tecniche di pastorizzazione. Fu anche il primo a testare il vaccino contro la rabbia, che sperimentò su Joseph Meister, un bambino di nove anni morso da un cane infetto.

Oggi la fermentazione non è più una necessità per la conservazione degli alimenti, grazie all’uso di frigoriferi, congelatori e tecniche di sterilizzazione moderne. Tuttavia, resta un metodo naturale, ecologico e artigianale, capace di trasformare profondamente gli alimenti sia a livello nutrizionale che gustativo.

Fermentare significa trasformare, in assenza di ossigeno, gli zuccheri contenuti negli alimenti in sostanze come alcol, acido acetico e acido lattico. Il risultato? Prodotti ricchi di vitamine, enzimi e proteine, con un profilo organolettico complesso e un gusto sorprendentemente ampio.

In questo contesto entra in gioco l’umami, il cosiddetto “quinto gusto” che affianca dolce, salato, amaro e acido. L’umami dona profondità, ricchezza e persistenza al sapore degli alimenti, esaltandoli soprattutto quando viene abbinato a note piccanti. Questa combinazione crea un’esperienza sensoriale intensa e appagante, perfetta per chi ama i sapori decisi e vibranti.

La fermentazione naturale è un processo antichissimo ma attualissimo, che consente di evitare additivi e conservanti, rendendo gli alimenti più sani, nutrienti e facilmente digeribili.

Le verdure fermentate crude, in particolare, offrono una biodisponibilità molto elevata, ovvero permettono all’organismo di assorbire in modo ottimale tutte le sostanze vitali. Questo è possibile grazie ai batteri lattici vivi e agli enzimi naturali che si sviluppano durante il processo fermentativo. Un vero e proprio concentrato di energia che agisce direttamente nell’intestino, favorendo l’equilibrio della flora intestinale e contrastando fastidiosi disturbi digestivi.

Oggi vi propongo i crauti, probabilmente la verdura fermentata più conosciuta. Si ottengono grazie alla fermentazione naturale del cavolo cappuccio, attivata semplicemente con sale da cucina. Un processo semplice, ma ricco di benefici.

Il termine “crauti” deriva dal tedesco Knaut, che significa “erba”. Questo alimento è un pilastro della cucina dell’Europa centrale e settentrionale, in particolare in Germania, Austria, Ungheria e Polonia, ma è molto presente anche in alcune regioni italiane come il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto.

I crauti sono una vera miniera di vitamine, sali minerali e aminoacidi, oltre a essere ricchissimi di probiotici naturali, veri alleati per il nostro benessere quotidiano.

Per prepararli, le foglie di cavolo cappuccio vengono tagliate a listarelle sottili e lasciate fermentare per almeno un paio di mesi. Durante questo tempo si aggiungono sale, pepe e talvolta spezie, che donano ai crauti il loro sapore deciso, forte e lievemente acidulo.

In un’epoca in cui siamo sempre più attenti a ciò che mettiamo nel piatto, la fermentazione torna al centro delle nostre abitudini alimentari. Non è solo un metodo antico di conservazione naturale, ma un vero alleato per la salute. È scientificamente provato che la fermentazione favorisce la digestione, aiuta a depurare l’organismo, sostiene il peso forma e può contribuire a prevenire infiammazioni. Non a caso, è una pratica alla base delle tradizioni alimentari giapponesi, tra le più longeve e salutari al mondo.

Integrare cibi fermentati nella dieta è fondamentale. Quando non si ha tempo per prepararli in casa, è importante scegliere integratori specifici che aiutino a mantenere attiva e vitale la nostra flora intestinale.

A conferma dell’importanza di una dieta ricca di cibi fermentati, arriva uno studio condotto dai ricercatori della School of Medicine della Stanford University, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell. Una sperimentazione clinica ha coinvolto soggetti sani divisi in due gruppi, ognuno dei quali ha seguito una dieta diversa per diverse settimane.

Il primo gruppo ha consumato cibi e bevande fermentati come kefir, yogurt, kimchi, kombucha, verdure fermentate e salamoie vegetali. Il secondo gruppo ha seguito invece una dieta ricca di fibre.

Il risultato? Dopo 10 settimane, solo il gruppo che assumeva alimenti fermentati ha mostrato un aumento significativo della biodiversità del microbiota intestinale, oltre a una riduzione dei marcatori infiammatori. L’altro gruppo, invece, non ha mostrato cambiamenti rilevanti.

E oggi ho il piacere di presentarvi due prodotti eccezionali: l’Acetolito di Sweet Briar Beer (SBB) e le Gocce Fermentate dell’Azienda Agricola Giordana, due eccellenze artigianali che racchiudono tutto il potere e la vitalità della fermentazione naturale.

L’Azienda Agricola Giordana è una bellissima realtà del nostro Paese, specializzata in prodotti fermentati. Si trova a Borgo di Terzo, in provincia di Bergamo, ed è nata dal sogno condiviso di una coppia unita dalla passione per la natura e il benessere: Giordana, Operatrice in Discipline Bionaturali, e Alessio, Naturopata.

Spinti da un forte interesse per la salute naturale, Giordana e Alessio hanno approfondito lo studio della fermentazione e dei suoi incredibili benefici, dando vita a un’azienda innovativa e artigianale, tutta italiana, pioniera nella creazione di formule naturali pensate per sostenere il benessere quotidiano.

La loro continua ricerca e il profondo studio li hanno portati a creare, a partire da erbe coltivate e raccolte direttamente da loro, una gamma di prodotti fermentati vivi, non pastorizzati, ricchi di batteri benefici. Questi preziosi microrganismi aiutano a mantenere l’equilibrio del microbiota intestinale, vero tesoro per la nostra salute.

Parliamo di un’azienda moderna e dinamica, che crede nel potere dei microrganismi come strumento diretto per raggiungere una condizione di salute ottimale. Tra i prodotti di punta ci sono le Gocce Fermentate, frutto di una fermentazione aerobica spontanea che trasforma gli ingredienti vegetali in un elisir ricco di acidi organici, enzimi, batteri benefici e antiossidanti.

Questa tecnica trae origine da un’antichissima fermentazione thailandese, e il risultato è un liquido acetico vivo, ricchissimo di probiotici naturali che supportano l’organismo a 360 gradi.

È possibile scegliere la tipologia di Gocce Fermentate in base alle proprie esigenze: Sollievo urinario, Sollievo infiammatorio, Sollievo stomaco, Digestivo, Età felice, Umore e sonno, Detossinante, Gonfiore intestinale… e oggi vi presento “Difesa Naturale”.

In questa formulazione troviamo:

  • Cachi, che rafforzano il sistema immunitario grazie alla vitamina C e al beta-carotene, offrendo anche un prezioso supporto al fegato.
  • Foglie di ulivo, ricche di polifenoli che contrastano l’azione dannosa dei radicali liberi, depurano da tossine e scorie e sostengono il sistema immunitario.

Passiamo ora all’Acetolito di Sweet Briar Beer (SBB): un prodotto unico ottenuto dalla fermentazione di un disco gelatinoso chiamato Scoby, che vive in una soluzione zuccherina da cui trae nutrimento e dove si riproduce continuamente.

Questo fermento ha origini antiche, risalenti all’Afghanistan, da cui è stato portato negli Stati Uniti tramite missioni militari, per poi giungere anche in Europa.

L’Acetolito dell’Azienda Agricola Giordana si differenzia dal Kombucha per la durata della fermentazione (protratta nel tempo) e per il tipo di vegetali utilizzati. Tutto ciò rende l’Acetolito un concentrato ricco di batteri benefici da consumarsi a piccole dosi.

L’uso costante sia dell’Acetolito SBB che delle Gocce Fermentate dell’Azienda Agricola Giordana contribuisce a creare e mantenere uno stato di equilibrio tra le diverse specie batteriche del nostro microbiota intestinale, promuovendo una condizione di benessere duraturo.

Sono certa che questi prodotti diventeranno per voi dei veri alleati naturali, pieni di elementi preziosi per sostenere la vostra vitalità e salute in modo consapevole e autentico.

E adesso… vediamo insieme come preparare i Crauti Fermentati Fatti in Casa, una ricetta semplice e genuina, perfetta da accompagnare ai prodotti fermentati dell’Azienda Agricola Giordana per un pieno di benessere naturale.

Ingredienti:

  • 1 cavolo cappuccio
  • sale 10 grammi circa il 2.5 % del peso del cavolo

Crauti Fermentati Fatti in Casa Ricetta Verdure Fermentate da Accompagnare a Prodotti Fermentati per il Benessere Azienda Agricola Giordana: Ricetta

Iniziamo con il preparare la quantità di cavolo desiderata: indicativamente, per un vasetto da 500 ml servono circa 500 grammi di cavolo cappuccio.

Laviamo e mondiamo il cavolo, eliminando le foglie esterne rovinate e il torsolo. Poi lo sistemiamo su un tagliere e lo tagliamo a striscioline sottilissime.

Trasferiamo il cavolo in una ciotola capiente, aggiungiamo il sale e iniziamo a massaggiarlo bene con le mani. A questo punto, copriamo con un piatto e sopra mettiamo un peso, quindi copriamo tutto con uno strofinaccio pulito e lasciamo riposare per tutta la notte.

Il cavolo sarà pronto quando, strizzandolo tra le mani, inizierà a colare l’acqua: è il segnale che ha rilasciato i suoi liquidi e ha iniziato la fermentazione naturale.

Ora possiamo riempire il vasetto, aggiungendo spezie a piacere. Io ho scelto grani di pepe e bacche di ginepro, ma potete divertirvi a personalizzare con aglio, zenzero, cipolla o ciò che preferite.

Copriamo con una foglia di cavolo intera tenuta da parte, premendo bene verso il basso. Chiudiamo con un tappo che permetta il passaggio dell’aria (oppure apriamo ogni tanto per farla uscire) e lasciamo fermentare a temperatura ambiente per 7 giorni, sfiatando al bisogno se si accumula troppa pressione.

Dopo una settimana, spostiamo in frigorifero o in un ambiente fresco.

Attenzione: assicuriamoci che non rimanga aria nei vasetti, perché questo favorirebbe la formazione della muffa. Se dovesse formarsi, niente panico: se è bianca, si può tranquillamente eliminare. L’importante è che i crauti siano sempre coperti dal loro liquido.

I nostri Crauti Fermentati Fatti in Casa sono pronti! Una ricetta semplice e naturale da abbinare ai prodotti fermentati per il benessere dell’Azienda Agricola Giordana. Un piccolo gesto quotidiano che può fare la differenza per la salute!

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Come utilizzare l’Acetolito di Sweet Briar Beer (SBB)

Si inizia con un cucchiaino da caffè in un bicchiere di acqua tiepida, al mattino a digiuno. Si può assumere anche alla sera, prima o durante la cena.

Come utilizzare le Gocce Fermentate dell’Azienda Agricola Giordana

Per iniziare, bastano 5 gocce in acqua tiepida al mattino a digiuno. In seguito, si può aumentare gradualmente fino a 15/20 gocce, da assumere anche alla sera, prima o durante la cena.

I prodotti fermentati assunti al mattino a digiuno sono come una vera e propria “doccia gastrointestinale”: quando vengono utilizzati insieme, agiscono in sinergia, rafforzando il microbiota intestinale e promuovendo un equilibrio profondo e duraturo.

Alla prossima ricetta!

Un abbraccio,

Patrizia


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