Le Trofie con Pesto, Patate e Fagiolini all’Olio Extra Vergine di Oliva Italiano Fiorolio dell’Azienda Agricola 5F sono uno dei piatti più iconici della cucina ligure. Hanno un sapore fresco e deciso, e rappresentano davvero la quintessenza della bontà mediterranea.
Questa specialità racchiude i profumi della campagna, con ingredienti semplici ma ricchi di gusto. Il protagonista indiscusso è il pesto alla genovese, preparato nel mortaio come vuole la tradizione, con basilico genovese, olio extravergine d’oliva, aglio, formaggio e pinoli. Una salsa che profuma d’estate e che si abbina perfettamente alle Trofie, uno dei formati di pasta più amati e conosciuti della Liguria.
La versione che vi propongo oggi è un’evoluzione del piatto classico delle “Trofie al pesto”, arricchita con fagiolini e patate. I primi, con il loro verde brillante, la consistenza leggermente croccante e un sapore dolce e fresco, si fondono con la cremosità delle patate e si completano con la ricchezza aromatica del pesto. Il risultato? Un’esperienza gustativa davvero unica.
Si dice che questa variante sia nata per rendere il piatto più nutriente, e grazie al suo successo si è tramandata fino ai giorni nostri, diventando una delle espressioni più autentiche della tradizione ligure.
Questo piatto delizioso cattura i profumi e i sapori della terra, mescolandoli in modo creativo per regalare al palato sensazioni nuove e sorprendenti. È una ricetta versatile, perfetta in ogni stagione, capace di trasformare anche un pranzo semplice in un’esperienza gastronomica indimenticabile.
Oggi, insomma, vi porto in tavola l’incontro tra due grandi classici della cucina italiana: la pasta e il Pesto alla Genovese. In questa versione utilizziamo le Trofie, che con la loro forma allungata e arricciata sono ideali per raccogliere il condimento.
Lo sappiamo bene: per noi italiani la pasta è sacra. Non è solo un alimento, è un simbolo d’italianità, parte viva della nostra cultura. Sarà per il suo sapore leggermente dolce, per la consistenza perfetta, o per la capacità di sposarsi con mille condimenti diversi… sta di fatto che è difficile trovare qualcuno che non ami un buon piatto di pasta. Grandi e piccini ne vanno sempre pazzi quando arriva in tavola!
La pasta è un alimento ricco di storia e cultura, sano e genuino, le cui origini risalgono all’antichità, quando l’uomo abbandonò la vita nomade per dedicarsi all’agricoltura, imparando a seminare e raccogliere il grano.
Fu proprio con l’introduzione del grano che ebbe inizio il trionfo della pasta. Già ai tempi degli Etruschi e dei Romani, si preparavano piatti simili alle attuali lasagne, con sfoglie riccamente condite di carne e cotte al forno. Una tradizione che, con il tempo, è diventata cuore pulsante della nostra cucina.
Oggi, la pasta è una preziosa alleata nella nostra cucina quotidiana. Grazie alla sua enorme popolarità, non stupisce la straordinaria varietà di formati disponibili sul mercato: ce ne sono davvero per tutti i gusti e tutte le esigenze, pronti a valorizzare mille ricette diverse.
La pasta non è solo un piacere per il palato, ma anche uno spettacolo per gli occhi: che sia all’uovo o secca, corta o lunga, di semola tradizionale o con farine alternative, è sempre una gioia portarla in tavola!
Ogni regione italiana custodisce formati unici, con caratteristiche diverse nella preparazione e nel sapore. E la Liguria, naturalmente, non fa eccezione. Qui troviamo:
- Le Trofie
- I Pansotti
- Lo Scrucuzùn
- Le Trenette
- I Bricchetti
- I Corzetti del Levante
…e questi sono solo alcuni dei formati tipici!
Oggi vi parlo proprio delle Trofie, una pasta che nel tempo ha superato i confini regionali, conquistando condimenti e cuochi di tutta Italia. La loro storia affonda le radici nel territorio tra i comuni di Sori, Avegno, Camogli e Recco, in provincia di Genova. Nascono come formato casalingo, preparato a mano e destinato esclusivamente all’uso famigliare.
Solo una cinquantina d’anni fa, alcuni pastai locali decisero di espandere la produzione anche a Genova, dove però con il nome “trofie” si indicavano all’epoca gli gnocchi. Il nuovo formato riscosse subito un grande successo, tanto da richiedere una produzione su scala più ampia.
Fu così che, nel 1977, nel comune di Sori, l’imprenditore Bacci Cavassa del Golfo Paradiso, nel Pastificio Novella di famiglia, ideò il primo macchinario industriale per la produzione delle trofie.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, tutta la zona fu pesantemente colpita dai bombardamenti. Ma nel dopoguerra, durante la ricostruzione, Recco emerse come nuova capitale gastronomica della Riviera di Levante e fu proprio lì che le trofie assunsero il nome di Trofiette di Recco.
Il passo verso la consacrazione a formato amato in tutto il mondo fu breve, grazie anche alla crescente diffusione della pasta secca. E intanto, anche il Pesto alla Genovese iniziava a ricevere il riconoscimento che meritava.
Dopo la guerra, alcune aziende iniziarono a produrre pesto per l’esportazione, in particolare verso l’America. Negli Stati Uniti, la salsa conobbe un successo clamoroso anche grazie a Frank Sinatra, che contribuì alla sua diffusione commercializzandola con la sua immagine sui barattoli.
Inutile dirlo: il successo del Pesto alla Genovese ha portato con sé anche le Trofie, consacrandole come il formato di pasta perfetto per accompagnare questa salsa dal gusto inconfondibile.
Grande icona della gastronomia ligure, il pesto arricchisce da sempre i nostri piatti con il suo sapore fresco, intenso e aromatico. La prima ricetta scritta risale alla seconda metà dell’Ottocento e compare nell’opera “La cuciniera genovese”, dove il celebre chef Giovanni Battista Ratto descrive con precisione come preparare questa delizia.
Le erbe aromatiche sono da sempre protagoniste nella cucina ligure, usate fin dall’antichità per insaporire i piatti in sostituzione delle spezie, che un tempo erano considerate beni di lusso. In particolare, la Piana di Albenga è celebre per la sua preziosa produzione di erbette aromatiche.
Ovviamente, quando si parla di aromi, il pensiero corre subito al basilico, ingrediente imprescindibile del pesto. Ma in Liguria il profumo del basilico si intreccia con quello di tante altre erbe spontanee e preziose, come rosmarino, origano, raperonzolo, tarassaco, borragine, papavero… tutte erbe che crescono spontanee nei campi, favorite da un clima ideale che ne esalta l’aromaticità.
Molte sono le ricette liguri a base di erbe spontanee, ma una in particolare spicca: il Prebuggiàn (o Preboggiòn), una miscela di erbe commestibili raccolte nei campi – tra cui talegua, pimpinella, dente di cane, raperonzolo, bietola selvatica, ortiche, tarassaco, prezzemolo… si va da 13 fino a 32 varietà!
Una volta raccolte, queste erbe vengono scottate in acqua bollente e poi utilizzate in mille modi: come contorno, nei piatti a base di riso, nelle minestre e minestroni, come ripieno dei ravioli, nelle frittate e nelle torte salate. Il piatto più emblematico preparato con questo mix è senza dubbio i pansotti, solitamente conditi con una deliziosa salsa di noci.
L’uso delle erbe aromatiche in Liguria affonda le radici nel Medioevo, e si pensa che il pesto possa derivare da una ricetta medievale chiamata “agliata”, una salsa povera ma saporita, a base di aglio e basilico pestati al mortaio, usata non solo per insaporire, ma anche per conservare i cibi.
Una leggenda affascinante racconta che il pesto nacque grazie a un frate di un convento sulle alture di Prà. Questo frate iniziò a raccogliere una pianta chiamata “basiulium”, che cresceva spontaneamente in zona e che prendeva il nome da San Basilio. Unendola a pochi altri ingredienti disponibili, ottenne una salsa profumata e saporita, dando così vita al primo Pesto alla Genovese.
Oggi, la ricetta ufficiale del pesto è custodita dal Consorzio del Pesto Genovese, che prevede 7 ingredienti ben precisi:
- Basilico Genovese DOP
- Aglio
- Grana Padano DOP
- Pecorino Sardo
- Pinoli
- Olio Extra Vergine di Oliva
- Sale
Doveroso, a questo punto, spendere due parole sul Basilico Genovese DOP, una particolare selezione della pianta Ocimum Basilicum, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae. Viene coltivato lungo il versante tirrenico della Liguria e si riconosce per le sue foglie medio-piccole, dalla forma ovoidale, dal colore verde tenue e soprattutto per il suo profumo inconfondibile, privo di sentori di menta — una caratteristica che invece si ritrova spesso nel basilico coltivato in altre zone.
Questa pianta ha origini antichissime: gli Egizi la consideravano sacra, e in epoca romana Plinio il Vecchio, scrittore e naturalista, ne esaltava le virtù. Il nome deriva dal greco basilileus, che significa “re”, a conferma del suo valore e prestigio: l’oro verde genovese.
Furono i Romani a introdurre il basilico nel Mediterraneo e, da lì, anche in Liguria. Il suo valore gastronomico è strettamente legato all’invenzione del pesto, di cui è naturalmente l’ingrediente principale.
Nel 2008 il Basilico Genovese ha ottenuto la denominazione DOP, a tutela della sua qualità e origine. Le sue foglioline profumate, oltre a insaporire con eleganza ogni piatto, sono anche un alimento dalle interessanti proprietà nutrizionali: pur essendo consumato in piccole quantità, contiene vitamine del gruppo B e C e importanti sali minerali come ferro, magnesio, calcio, fosforo e zinco.
Una curiosità: il basilico è anche un ottimo alleato della digestione. Preparare una tisana casalinga al basilico è semplicissimo! Basta utilizzare una decina di foglioline fresche (meglio se del proprio orto), metterle in infusione in acqua bollente e aggiungere qualche fogliolina a scelta tra lavanda, menta o camomilla. Dopo circa 10 minuti, si filtra il tutto e si versa in una tazza, da dolcificare a piacere con miele, zucchero bianco, zucchero di canna integrale, stevia o il dolcificante preferito.
Uno sguardo meritato anche agli altri ingredienti protagonisti della ricetta: i fagiolini e le patate.
Partiamo dai fagiolini: anche se tecnicamente sono legumi, le loro caratteristiche nutrizionali li avvicinano di più agli ortaggi. Il termine “fagiolini” si riferisce al fatto che vengono raccolti prima della completa maturazione.
Sono ricchi di vitamine A e C, luteina, zeaxantina e carotenoidi, e rappresentano un vero alleato per l’organismo: aiutano a combattere i radicali liberi, stimolano il metabolismo e contribuiscono al benessere generale.
Per composizione nutrizionale, invece, le patate sono più affini a pasta, pane e riso: un vero e proprio tesoro della natura. In particolare, 100 grammi di patate contengono circa 1,89 g di proteine, 0,10 g di lipidi e 15,90 g di carboidrati, per lo più sotto forma di amido.
Sono ricche di potassio, un minerale prezioso che aiuta a prevenire l’ipertensione, e contengono anche una buona quantità di fibre, vitamine del gruppo E e soprattutto vitamina C. Quest’ultima è conosciuta per il suo potere antiossidante, utile a contrastare i radicali liberi, proteggere le cellule e rinforzare il sistema immunitario. Non solo: la vitamina C è anche fondamentale per favorire l’assorbimento del ferro, altro nutriente essenziale che le patate forniscono in buone quantità.
Le patate apportano inoltre diversi minerali benefici per la salute del cuore, in particolare il potassio, che supporta la funzione muscolare e contribuisce alla regolazione della pressione sanguigna, rendendole perfette per il sistema cardiocircolatorio.
E non finisce qui: sono depurative, sedative e diuretiche, poiché composte per ben il 77% di acqua. Questo le rende naturalmente idratanti, ideali per mantenere l’organismo in equilibrio, soprattutto durante i mesi più caldi.
Torniamo ora al nostro amato pesto e vediamo quali accorgimenti sono utili per prepararlo in casa al meglio.
Il primo passo fondamentale è l’uso del mortaio di marmo, strumento indispensabile per ottenere una salsa dalla consistenza corposa e dal profumo intenso. Naturalmente, la qualità del basilico è cruciale: le foglioline devono essere freschissime, lunghe non più di 4 cm, pulite con delicatezza usando un panno morbido e asciutto: è importante non bagnarle per evitare che anneriscano. L’umidità, infatti, può alterare la colorazione del pesto, rendendolo meno brillante.
E se il basilico fa da re, anche gli altri ingredienti devono essere all’altezza, a partire dall’olio extravergine di oliva. Per un risultato ottimale, è indispensabile utilizzare un olio ligure di qualità, dalle caratteristiche organolettiche uniche.
In particolare, a fare davvero la differenza sarà l’olio extravergine di oliva taggiasca: capace di equilibrare i sapori, smorzare quelli più intensi e dare una spinta aromatica ai più delicati. È proprio lui che regalerà al nostro pesto quella marcia in più.
L’olio extravergine di oliva è un ingrediente fondamentale della dieta mediterranea. Lo usiamo ogni giorno: per condire, per cucinare e persino per friggere, grazie alla sua ottima resistenza alle alte temperature. È, a tutti gli effetti, il Principe della nostra alimentazione.
Grazie alla sua ricchezza di acidi grassi monoinsaturi, fitosteroli, tocoferoli e polifenoli, l’olio extravergine d’oliva ha numerosi effetti benefici sulla nostra salute: aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari e la sindrome metabolica.
Un vero scrigno di virtù, prezioso per il benessere e indispensabile in cucina: è il principe indiscusso della sana alimentazione!
Ma è davvero troppo riduttivo dire semplicemente “olio d’oliva”. Il mercato è pieno di marchi, provenienze e etichette…
Quale scegliere, allora, per portare a tavola questo vero e proprio “oro virtuoso”?
Qual è il migliore per noi e per i nostri bambini? Come si fa a mangiare sano, come una volta?
La qualità di un olio dipende da tanti fattori:
- dalla cultivar
- dal tipo di oliva e dal momento della raccolta
- dal metodo di estrazione
- e anche dalle modalità di conservazione
Per gustare davvero un buon olio extravergine d’oliva, è fondamentale che le tecnologie utilizzate rispettino le tradizioni e valorizzino le specificità locali.
Per questa ricetta ho il piacere di utilizzare l’Olio Extra Vergine di Oliva Italiano Fiorolio dell’Azienda Agricola 5F, una realtà giovane e dinamica che nasce dal sogno e dalla passione della signora Sabrina che coltivava da sempre la speranza di creare una propria azienda agricola. Appassionata fin da giovanissima all’olivicoltura, dopo gli studi in ingegneria e un’esperienza professionale in aziende multinazionali, ha dato vita a un progetto concreto: ha acquistato nuovi uliveti, aggiungendoli a quelli già di famiglia, e ha realizzato un frantoio, una linea per il confezionamento dell’olio e tutta la strumentazione necessaria per la lavorazione delle olive in salamoia.
Così è nata la sua avventura. Con tanto lavoro, perseveranza, sacrifici… e soprattutto con amore, ha dato vita a un olio di qualità eccellente: il Fiorolio, un vero gioiello dell’olivicoltura ligure.
Un olio che racchiude tutta l’anima delle olive Taggiasche, con un profilo organolettico elegante e perfettamente equilibrato. Una vera eccellenza ligure, premiata nel 2025 con le Tre Foglie del Gambero Rosso, il massimo riconoscimento dedicato al monocultivar Taggiasca.
Questo straordinario prodotto nasce da un progetto ambizioso e rivoluzionario, con l’obiettivo di portare nel piatto l’essenza più autentica dell’oliva Taggiasca. La raccolta inizia già a ottobre, quando il frutto è ancora parzialmente acerbo e contiene pochissimo olio — basti pensare che da 12,5 kg di olive si ricavano solo 1,2-1,4 kg di olio.
Le olive, una volta raccolte, vengono lavorate in giornata, conservate al fresco fino alla frangitura per preservarne la freschezza e l’aroma. La frangitura avviene in un frantoio moderno, con una gramolatura brevissima: una scelta precisa per esaltare profumo e gusto, anche se questo significa sacrificare parte della resa.
Il processo si conclude con una filtrazione accurata e uno stoccaggio sotto azoto alimentare, per mantenere inalterate nel tempo le caratteristiche straordinarie di questo olio.
Un vero e proprio “succo di oliva”, ottenuto senza alterare le qualità del frutto. Un nettare prezioso, dal profumo delicato e dalle pregiate caratteristiche organolettiche, perfetto per accompagnare ogni nostra creazione in cucina: su una semplice fetta di pane, per antipasti golosi, per primi piatti raffinati, per esaltare carni e pesci o addirittura per dessert sorprendenti.
E la cosa più bella? È un olio che potete ricevere comodamente a casa, ovunque vi troviate.
Oltre all’Olio Extravergine di Oliva Fiorolio, l’Azienda Agricola 5F propone tante altre delizie tutte da scoprire: olive Taggiasche in salamoia, olive denocciolate sott’olio, paté di olive Taggiasche… insomma, una selezione di prodotti genuini, da gustare e amare dal primo assaggio.
Ho sempre nutrito una profonda ammirazione per le vere realtà artigianali, quelle che lavorano con passione, dedizione e rispetto per la terra. E vi assicuro, amici, che questa azienda mi ha letteralmente conquistata per l’autenticità e la qualità straordinaria dei suoi prodotti.
Se desiderate acquistare o ricevere informazioni, potete contattare la signora Sabrina direttamente al +39 349 4460630 o via mail all’indirizzo info@azienda-agricola5f.com. Sarà felice di raccontarvi di più e aiutarvi a portare queste meraviglie sulla vostra tavola!
Vediamo ora cosa ci occorre per realizzare le nostre Trofie con Pesto, Patate e Fagiolini con l’inconfondibile Olio Extra Vergine di Oliva Italiano Fiorolio – Azienda Agricola 5F:
Ingredienti per il pesto:
- 60 grammi di foglie di basilico
- 2 spicchi di aglio
- 120 ml Olio Extra Vergine di Oliva Italiano Fiorolio – Azienda Agricola 5F
- 80 grammi di Parmigiano Reggiano
- 50 grammi di Pecorino Sardo
- 1 cucchiaio abbondante di pinoli
- sale grosso q.b.
Serviranno inoltre:
- 500 grammi di Trofie
- 100 grammi di fagiolini
- 3 Patate a pasta gialla
Trofie con Pesto Patate e Fagiolini all’Olio Extra Vergine di Oliva Italiano Fiorolio Azienda Agricola 5F: Ricetta
Partiamo dal pesto, rigorosamente fatto a mano come da tradizione.
Per prima cosa, puliamo con delicatezza le foglie di basilico usando un panno morbido e asciutto: è importante non bagnarle per evitare che anneriscano.
Sbucciamo uno spicchio d’aglio e mettiamolo nel mortaio insieme a un pizzico di sale grosso: iniziamo a pestare fino a ottenere una crema.
Aggiungiamo ora i pinoli e continuiamo a pestare con movimenti circolari, lenti ma decisi.
Uniamo le foglie di basilico, poche per volta, pestandole con delicatezza per mantenere vivi i profumi e il colore brillante.
Quando otterremo un composto omogeneo e profumato, incorporiamo i formaggi grattugiati: Parmigiano Reggiano e Pecorino Sardo, che danno sapidità e carattere.
Infine, a filo, versiamo l’Olio Extra Vergine di Oliva Fiorolio, mescolando con cura fino a ottenere una salsa vellutata e cremosa.
Passiamo ora alla preparazione del piatto.
Sbucciamo tre patate, laviamole e tagliamole a cubetti. Laviamo i fagiolini, eliminiamo le estremità e tagliamoli in due o tre parti.
Portiamo a ebollizione abbondante acqua salata in una pentola capiente.
Quando bolle, tuffiamoci dentro patate e fagiolini e lasciamo cuocere per circa 10 minuti.
A questo punto aggiungiamo le trofie e lasciamo cuocere il tempo necessario (controlliamo i minuti riportati sulla confezione).
Quando le trofie saranno cotte, scoliamole insieme alle verdure, tenendo da parte un mestolino di acqua di cottura.
Trasferiamo tutto in una ciotola capiente dove avremo già sistemato il pesto allungato con un po’ d’acqua di cottura per renderlo più fluido. Mescoliamo bene, con delicatezza.
Serviamo subito, completando con una spolverata di Parmigiano Reggiano a piacere e un generoso filo di Olio Extra Vergine di Oliva Fiorolio per esaltare il sapore e profumare il piatto.
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Alla prossima ricetta!
Un abbraccio
Patrizia