Waffel alla belga (Cialde di Mamma Giovanna)
Un ricordo personale: Estate 1997 decido di andare a trovare un mio amico Belga, Domenico, proprio in Belgio. All’epoca lui viveva a Leuven, non lontano da Bruxelles, ma la sua famiglia viveva nelle vicinanze di Tongeren, nelle Fiandre non lontano dall’olandese Maastricht. I suoi genitori Giovanna e Joseph avevano una bellissima casetta indipendente nelle campagne fiamminghe. Fu lì che scoprii questo dolce particolare: i waffel. La signora Giovanna, di origini pugliesi, li aveva preparati per me, accompagnati da confetture fatte in casa. Ricordo una confettura di rabarbaro, semplicemente fantastica. Giovanna era una donna dai modi sempre gentili e affettuosi, e assieme al simpaticissimo marito formavano una coppia straordinaria e unita: mi fecero sentire proprio a casa!
Sono un biscotto a cialda, croccante fuori e morbido dentro. Un impasto simile a quello di una torta margherita. La caratteristica è la goffratura, cioè la superficie del biscotto è a forma di grata, con buchetti regolari più o meno marcati. Il biscotto può essere rettangolare, circolare, a forma di cuore, a seconda della forma dello stampo. Anticamente erano fatti preparando una pastella dolce che veniva versata a cucchiaiate su uno stampo doppio, posto poi sul fuoco del camino. Oggi si fa la stessa cosa usando uno stampo elettrico. I waffel non sono molto dolci e si servono accompagnati da confetture,
creme, panna e frutta (fragole), gelato, o caramellati.
Sono tipici del Belgio e dei Paesi Bassi (dove si chiamano waffel nelle Fiandre/Olanda e gaufre in Vallonia), della Francia (gaufre), della Germania (waffeln), della Scandinavia (Våfflor). Esistono anche in Italia, si chiamano ferratelle e sono tipiche della tradizione abruzzese e molisana. Si trovano anche in Piemonte (Alta Val Chiosone, alta Val di Susa) con un nome molto indicativo: gofri. Nel Canavese, sempre in Piemonte, si chiamano ofele.
L’estesa distribuzione di questo dolce ci dice che le sue origini non possono essere vicine a noi. In effetti gli storici hanno individuato un dolce dell’antica Grecia molto simile: le obelias. Ne Medioevo in Francia i cuochi cucinavano le gaufre, servite con formaggio e miele. Gaufre in francese antico significa nido d’ape. Anche nell’isola di Malta nel XII secolo si preparavano biscotti simili.
Notizie più accurate arrivano dai tedeschi fratelli Grimm. Dicono che sono un dolce di origine renana, la zona vicino alla Francia. La parola waffel sembra derivi dall’antico dialetto parlato in Franconia ed esteso all’epoca in buona parte dell’attuale Germania tra Baviera e Francia. Waffel in antico olandese si diceva wafele, e in antico dialetto della Franconia wafla, trasformato poi nell’antico francese walfre, poi diventato gaufre. Il significato originale è sempre nido d’ape.
Concludo il mio racconto personale, rimasi talmente colpito dalla bontà di questo dolce che chiesi alla signora Giovanna la ricetta. Quando terminò la mia vacanza belga, Giovanna e Joseph mi fecero trovare in un pacchetto la macchinetta elettrica per fare i waffel (con annessa ricetta di famiglia).
Waffel alla belga (Cialde di Mamma Giovanna)
Preparazione 20 minuti min
Cottura 30 minuti min
Tempo totale 50 minuti min
- 1 kg farina
- 1/2 kg zucchero
- 1/2 kg burro
- 8 uova intere
- 5 bustine lievito vanigliato
- 2 bustine lievito in polvere
- 1 tazza (da cappuccino) latte
Versate in una ciotola la farina, lo zucchero, lo zucchero vanigliato ed il lievito in polvere.
Lasciate sciogliere il burro sul fuoco ed aggiungetelo agli altri ingredienti (attenzione che non sia troppo caldo).
Sbattete le uova con il latte ed aggiungerle al composto.
Lasciate intiepidire l'impasto ed aggiungete le uova intere battute con il latte.
Per la cottura: le cialdine vanno cotte su una piastra detta "waffel ijzer" (in fiammingo) che, purtroppo, non si trova facilmente in commercio in Italia. Si versa un cucchiaio abbondante di impasto in ogni stampo e si chiude il coperchio della macchina per creare la forma. Ogni cialda e' pronta in tre/quattro minuti. Nel caso non si disponesse di una piastra, si puo' usare una padella antiaderente (nel caso la cialda va girata a meta' cottura).
L'aspetto finale delle cialde è quello di dischi o quadrati con una spessa rigatura a rete in rilievo su entrambe le facce.
La cialda va servita con della marmellata o crema o caramello o nutella o semplicemente spolverata con zucchero vanigliato.
Per questo, non deve essere troppo dolce.