Crescioni romagnoli

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Ormai avrete capito che abito in Emilia Romagna, infatti molte delle mie ricette sono frutto delle tradizioni della mia terra. Mi considero cittadina dell’ Emilia Romagna in quanto nata e vissuta sempre in provincia di Bologna ma con genitori romagnoli. Oggi, festa del papà, pubblico una ricetta tipica della terra di Romagna i crescioni,in onore appunto a mio padre che ama così tanto la sua terra. Io li faccio come piacciono a casa mia, cioè’ con prosciutto e mozzarella, in alternativa scamorza, ma i ripieni tradizionali prevedono le “erbette” ossia delle erbette di campo tipiche della primavera (rosolacce) tirate in padella con dell’aglio. Voi potete sbizzarrirvi e dare sfogo alla vostra fantasia.

cassoniIngredienti per circa 6 crescioni:

250 gr di manitoba (in alternativa farina 0)

50 gr di strutto

130 gr di latte freddo

1 cucchiaino scarso di sale

1/2 cucchiaino di bicarbonato

Per il ripieno:

1 mozzarella a panetto (perché meno umida)

150 gr di prosciutto cotto a fette

Preparazione:

Mettere nel robot da cucina (si può fare tranquillamente a mano) la farina, e lo strutto, mescolare bene. Aggiungere il bicarbonato, il sale e il latte fino ad ottenere una palla facilmente lavorabile che non si attacchi alle mani. Prendere l’impasto metterlo su una spianatoia e dividerlo in 6 panetti all’incirca della stessa dimensione. Tirare, con il mattarello, i panetti sottilmente (circa 3 millimetri) cercando di dargli una forma rotonda. Tagliare la mozzarella a cubetti e distribuirla sulla pasta tirata insieme al prosciutto cotto. Chiudere a mezzaluna i crescioni e passare intorno ai bordi con i rebbi di una forchetta in modo da chiuderli bene perché altrimenti durante la cottura può fuoriuscire il contenuto. Posizionarli su una padella antiaderente calda o su un testo (utensile utilizzato per la cottura di piadina e crescioni). Lasciarli cuocere rigirandoli a metà cottura. Perché la cottura sia completata è necessario metterli anche in piedi in modo che si cuocia anche il dorso. Servire tiepidi.

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