Primitivo di Manduria

primitivo

Il Primitivo è il sangue della Puglia, una varietà che grazie al cambiamento di gusto sta conoscendo il suo momento di fortuna. Parente stretto dello Zinfadel, il Primitivo si chiama così perchè ha una maturazione particolarmente precoce e viene vendemmiato presto. La DOC, ottenuta nel 1975, prevede anche il Primitivo Dolce Naturale, fissando l’ alcool ad un minimo di 16° e il Primitivo Liquoroso Secco a quota 18°. Il sole d’agosto regala comunque un elevato grado a questo vino: siamo sempre infatti a un minimo di 14°, l’elemento che oltre alla concentrazione del frutto lo avvicina allo Zinfadel californiano. I vigneti sono piantati su un terreno caratterizzato dalla presenza di roccia calcarea tufacea che poggia su uno strato di argilla. Non si conoscono ancora bene i natali di questo vitigno, ma gli studiosi pensano che abbia avuto origine proprio sulle coste ioniche pugliesi per poi diffondersi a settentrione, verso le Murge e a Bari. Oggi il Primitivo di Manduria ha scalato le classifiche delle guide specializzate ottenendo vasti consensi. Il colore è rosso rubino con venature violacee se giovane e arancioni se invecchiato; il profumo leggero, caratteristico, il sapore gradevole, pieno, armonico, tendende al vellutato con l’invecchiamento. La gradazione è di 14° e l’invecchiamento può arrivare fino a 10 anni.
Consigliato (alla temperatura di 16-18°) su formaggi ovini conservati a lungo e su salumi stagionati, primi piatti saporiti a base di sughi di carne e ancora su cacciagione, agnelli e maiali cucinati con abbondanza di spezie. Insomma, un vino da tutto pasto, compresa la pasticceria secca, se si beve il Dolce Naturale. E’ ottimo anche come vino da meditazione. Il primitivo è diffuso in tutta la regione assieme al Gioia del Colle che prevede anche due tipologie specifiche, il Primitivo e il Primitivo Riserva. Nel primo caso l’alcol minimo previsto è di 13°, nel secondo 14°.