Asti

moscatobianco

E’ di gran lunga il vino DOCG italiano più esportato nel mondo. Prodotto in 52 comuni delle province di Cuneo, Asti e Alessandria, divide con il Moscato d’ Asti l’ intera area di origine e la tutela di un consorzio istituito nel 1932 con il proposito di disciplinare la produzione di uva Moscato del territorio. In effetti la quasi totalità della vendemmia viene destinata alla trasformazione in Asti. La differenza tra questo vino e il Moscato d’ Asti è esclusivamente nella lavorazione: l’ Asti si ottiene con la rifermentazione del Moscato base in grandi recipienti denominati autoclave, la cui caratteristica è di essere completamente ermetici.
L’ imbottigliamento alla medesima pressione permette di portare nella bottiglia quasi tutta         l’ anidride carbonica sviluppata nel processo fermentativo. Il Moscato d’ Asti, invece, è un prodotto più semplice e, forse anche più vicino all’ uva: in questo caso, la fermentazione è una sola ed avviene sempre in recipienti ermetici e alle medesime condizioni di pressione. Si ottengono così due prodotti sensibilmente diversi: l’ Asti ha una effervescenza molto minuta e una spuma intensa e fine. Il Moscato acquista un frizzante naturale. Cambiano ovviamente anche profumo e sapore. Il colore è giallo paglierino brillante, il profumo intenso e spiccato, tipico dell’ uva, con netti sentori di fiori d’arancio e di acacia, di glicine e di miele. Il Sapore dolce e aromatico, con gradevole struttura acidula. La gradazione ha un minimo di 12° e ovviamente da consumare poco dopo l’ imbottigliamento.
L’ Asti è il simbolo della festa: le sue punte di vendita più elevate si hanno nel periodo natalizio, ma il suo posto a tavola, tenendo presente anche l’ottimo rapporto qualità prezzo, dovrebbe essere più frequente. Il limitato contenuto alcolico ne fa un vino da dessert, leggero, piacevolmente dolce senza essere stucchevole, perfetto quando sulla tavola appaiono frutta, pasticceria secca, ciambelle, dolci vari e, soprattutto, torte lievitate. Va servito fresco (8-10°).