Olio di oliva

 

L’olio di oliva, alimento principe della dieta mediterranea, è il condimento da preferire in assoluto sia crudo, sia per cucinare.

Il suo elevato punto di fumo (210 °C  per l’olio extravergine di oliva) ne fa uno dei condimenti più adatti per le fritture.

L’olio di oliva ha tuttavia un altissimo valore energetico (899 Kcal per 100 grammi) e per tal motivo, nonostante le sue benefiche proprietà, è bene non abusarne.

In particolare, specie in caso di obesità e sovrappeso, si consiglia di dosarlo con un cucchiaio o con un cucchiaino, rispettando le dosi previste dal programma alimentare.

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L’olio di oliva è particolarmente ricco di grassi monoinsaturi ed in particolare di acido oleico.

Grazie a questa sua particolare composizione in acidi grassi, è uno dei condimenti migliori per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo (LDL) nel sangue.

L’acido oleico, infatti, riduce i livelli di colesterolo-LDL senza intaccare la percentuale di colesterolo-HDL.

Questo acido grasso, pur non essendo essenziale, è quindi molto importante per il nostro benessere.

L’acido oleico si trova in numerosi condimenti di origine vegetale ed in particolar modo nell’olio di oliva che, anche per questo motivo, rappresenta uno dei migliori condimenti da utilizzare in cucina.

         

CONTENUTO DI ACIDI GRASSI PER 100 GRAMMI DI ALIMENTO

SATURI [g] MONOINSATURI [g] POLINSATURI [g]
Olio extravergine di oliva 14,46 72,95 7,52
Olio di semi di arachide 19,39 52,52 27,87
Olio di semi di girasole 11,24 33,37 50,22
Olio di semi di mais 14,96 30,66 50,43
Burro 48,78 23,72 2,7

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Olio vergine VS olio extravergine d’oliva

Si noti come il prodotto dell’estrazione oleosa venga ripetutamente chiamato vergine e non extravergine; questo perché, dal punto di vista tecnico produttivo, l’olio extravergine NON differisce dal vergine; al contrario, ciò che differenzia (severamente) i due prodotti è l’insieme delle caratteristiche chimiche ed organolettiche.

E’ pur vero che l’olio extravergine PUO’ essere ottenuto con prima spremitura a freddo (a meno di 27°C mediante una prima spremitura meccanica effettuata sul gramolato con presse idrauliche) o semplicemente con estrazione a freddo (a meno di 27°C mediante una percolazione o centrifugazione del gramolato).

Tuttavia, nonostante anche queste caratteristiche contribuiscano a conferire una maggiore o minore qualità di produzione, nulla c’entrano con lo specifico disciplinare di produzione stilato dalla Comunità Europea (Reg. Ce 1989/2003).

Per acquisire la denominazione extra, un olio vergine d’oliva DEVE possedere un’acidità totale MASSIMA (indotta dall’acido oleico libero, quindi NON esterificato al glicerolo) pari allo 0,8%; per contro, un olio vergine NON extra può avvalersi di un’acidità NON superiore al 2%.

Oltre all’analisi chimica, è fondamentale che il prodotto extra superi il controllo organolettico mediante un test applicato e verificato dagli organi di controllo competenti; le caratteristiche valutate e di maggior rilievo sono: l’aroma fruttato (indotto dalle componenti volatili) ed il gusto amarognolo e piccantino (conferito dai polifenoli).
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/olio-extravergine-di-oliva.html

 

               

 

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