Pizzericotta

…E alla fine eccomi qua! Ci ho pensato e ripensato…farò bene…? farò male…? avrò il tempo…?ce la farò a fare tutto? la risposta è: “non lo so”, però sono qui con voi a condividere il mio modo di vivere…il mio modo di sognare…il mio modo di cucinare.
Mi chiamo Roberta , ho trentaquattro anni, mi sono trasferita dal mio paesino di provincia alla megalopoli. Lavoro da 8 anni in una grande azienda dietro un computer e una scrivania, e non aspetto altro che la settimana passi per arrivare al sabato, fare la spesa e cucinare cose buonissime per le persone a cui voglio bene.
Si perchè un buon piatto, secondo me, non può prescindere da una buona spesa, dall’odore della verdura e della frutta fresca, dal profumo che arriva dal banco della pizzicheria, dalla lucentezza del buon pesce fresco e dal colore dei tagli di carne.
La passione sconfinata per la cucina l’ho ereditata sostanzialmente dalla mia famiglia e in particolare da mia nonna.
Nonna Nataliana, era un’istituzione. Ha fatto la contadina per tutta la vita e mi ha sempre insegnato a leggere l’evoluzione della luna durante il mese, a rispettare la stagionalità dei prodotti, e ad assaggiare tutti gli alimenti;
persino le cime di rapa che all’inizio odiavo ma che ora, insieme alla pizza di “turco”, sanno di lei…sanno di casa, sanno di “Nonna Natala”.
Per me ricreare certi odori e certi sapori è diventata una specie di missione per ritrovare, dopo tanti anni dentro una nuova vita e in un’altra città, “l’odore di casa di Nonna alla domenica mattina”; dove, dopo la messa, nonna preparava il sugo di carne, gli gnocchi di patate, le fettuccine e le “Sagnacce”…e tutti trottavamo sotto i suoi ordini incalzanti altrimenti quelle meravilglie:  “…si appiccicano !!! “
La parola Pizzericotta, l’ho sentita da piccola per la prima volta nelle favole di mia nonna quando, comunque con il sorriso, ci raccontava la fame “dei suoi tempi” , che per noi nipoti era ormai solo una favola appunto…una cosa a cui non si crede più.
la Pizzericotta è il nome del piatto più buono e semplice dei tempi suoi.
Per lei che di pizza mangiava solo quella preparata con le sue mani, una volta a settimana, cotta insieme al pane nel forno a legna del paese,
e di ricotta, solo quella di Zì Giuvanni, quella di pecora …soda…fresca e dal sapore inconfondibile !
Con questi racconti mi sono fatta grande e quando da questi… lei prese l’abitudine a chiederci: ” è passato Zì Giuvanni delle ricotte?” intendeva chiederci se era arrivato il languorino tipico della fame (quello che ti arriva solo quando “fatichi perchè lavori”).

Solo arrivati a quel momento era ora di preparare il pranzo! Quindi…messo su il grembiule… acceso il fornello…preparata la spianatoia sul tavolo… e lo scifo vicino al fuoco: dava inizio alla Poesia !!!

In questo mio diario vi presento dunque le mie “Pizzericotta” sinonimo di ricette della mia infanzia. Ricette semplici e tradizionali cuncinate con ingredienti della cultura contadina: i piatti dei miei ricordi.

Il tutto con un occhio comunque ai piatti tanto golosi e contemporanei (che mi incuriosiscono), ai nuovi sapori e prodotti (anche di terre lontane da quella in cui sono nata) e sempre tutti accompagnati dal mio tocco semplice ma inconfondibile.

La mia passione è tutta in cucina, preparare cose buone per i miei amici, per la mia famiglia e per le persone a cui voglio bene, è un’emozione indescrivibile.
Cucinare e vedere esplodere nei visi dei commensali esperssioni di rapimento e approvazione è il mio più grande stimolo per ricordare la cucina di ieri e creare quella di domani…
Che dite? Iniziamo a cucinare?