Il passaggio in frigo per gli impasti
sempre piu spesso troviamo nella ricette di panificazione il passaggio in frigo per gli impasti ma a cosa serve??
Il dubbio amletico è quindi Frigo o non frigo? Che tempistiche ?
Cerchiamo di rispondere premettendo che è molto più semplice scegliere cosa fare se si conoscono le motivazioni dei passaggi .
partiamo dagli step indispensabili per fare un pane
– rinfresco e raddoppio della pasta madre e per questo step ci possono volere dalle 3 alle 5 ore a seconda della temperatura ( a questo step potete affiancare sempre un autolisi perché faciliterà il vostro impasto successivo)
– impasto
– giri di pieghe a tre ( o in ciotola o slap &fold) intervallate da un riposo che può andare dai 15 ai 30 minuti
-riposo in ciotola e raddoppio dell’impasto
– sgonfiatura e formatura del pane
– secondo raddoppio
– cottura
Di questi step non potete fare a meno perché dovete comunque eseguirli e non vi posso dare (e diffidate da chi lì da ) tempi precisi perché la pasta madre ha troppe variabili in base alla temperatura ambiente , alla temperatura dell’impasto e alla forza della pasta madre .
Diciamo quindi PIÙ O MENO 4 ore nella prima lievitazione e altrettante nella seconda ma ribadisco il più o meno
Qui interviene l’uso del frigo che non fa altro che rallentare la lievitazione e farla andare di pari passo con la maturazione quindi farci avere un impasto più digeribile
che differenza c’è tra maturazione e lievitazione?
la lievitazione è quel processo attraverso cui i lieviti ” mangiano ” gli zuccheri e come scarto producono anidride carbonica e quindi fanno gonfiare l’impasto ,questo processo è sensibile alla temperatura quindi sarà tanto più rapido quanto è alta la temperatura (fino ad un massimo diciamo di 40 gradi Poiché dopo questa temperatura i lieviti soffrono ) e sarà lento al freddo
la maturazione invece è un processo attraverso cui gli enzimi presenti nella farina stessa si attivano e scindono proteine, grassi e amidi presenti ,questo processo inizia nel momento stesso in cui mettiamo a contatto acqua e farina e NON dipende dalla temperatura .
avere una corretta maturazione ci regala un impasto con pochi zuccheri ( perché dagli amidi scissi si ricava zucchero che il lievito usa per crescere ), con pochi grassi e poche proteine del glutine .
il glutine ci è necessario a fine impasto perché la maglia glutinica trattiene i gas della lievitazione ma non ce ne serve troppo perché sarebbe un componente in più da digerire e poi perché un eccesso di glutine rende gommoso l’impasto stesso .
Ecco quindi a cosa serve la maturazione dell’impasto ma perché quindi il passaggio in frigo?
abbiamo detto che la lievitazione risente della temperatura mentre la maturazione no ,mettendo in frigo rallentiamo quindi la lievitazione e la facciamo andare quasi pari passo con la maturazione .
E’ INDISPENSABILE IL PASSAGGIO IN FRIGO?
Il passaggio in frigo non è indispensabile per le farine deboli quali grani cosiddetti antichi ,tritordeum o anche farine con forza intorno a w200 , ( e se si fa con queste farine deve essere al massimo di qualche ora )ma lo diventa per farine forti quindi con un W oltre i 260.
QUANDO SI DEVE FARE QUESTO PASSAGGIO IN FRIGO?
Quando volete voi ! Quindi lo potete fare sia nella prima che nella seconda lievitazione.
Ricordatevi che il frigo non ferma la lievitazione ma la rallenta molto
Quindi qualora decidiate per la prima lievitazione
-Se mettete in frigo Appena impastato una volta tirato fuori non lo troverete lievitato quasi per niente e dovrete aspettare il raddoppio a temperatura ambiente.
-Se invece metterete in frigo dopo un paio di ore dall’impasto o anche due ore e mezza ,la lievitazione continuerà nel frigo e tirerete fuori un impasto pronto per la formatura .
Stesso discorso si può fare se decidete di mettere in frigo nella seconda lievitazione
-Se mettete in frigo appena formato ,dovrete poi dopo le ore di riposo far fare la lievitazione fuori a ta ,
-Se invece mettete in frigo a 2/3 della lievitazione avrete la mattina dopo un impasto arrivato a fine raddoppio e pronto a fare la tecnica frigo-forno
ovviamento gioca un ruolo molto importante la temperaturaa cui avete fatto stazionare l’impasto prima del passaggio in frigo . Se la temperatura è alta e vicina o oltre i 26/30° allora l’impasto continuerà a crescere in frigo per più tempo prima di fermarsi perchè arrivato alla temperatura del frigo , più è bassa e prima ovviamente si fermerà
Vi ho chiarito qualche dubbio ?
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Mitica!!!
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Altrochè se mi hai chiarito qualche dubbio, sei stata chiarissima !
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Molto interessante ha chiarito tutti i perché del passaggio in frigo
Ciao, ieri sera ho preparato l’impasto per la pizza con 150gr di pasta madre (impasto molto idratato) oggi alle 12.30 l’ho tolta dal frigo… poi ho avuto un imprevisto al lavoro e non l’ho potuta cuocere. Ora l’ho rimessa in frigo sperando di poterla cuocere domani sera per cena…. posso farlo oppure sto danneggiando la pasta ed è meglio buttarla?
Grazie per i tuoi consigli!
Per risponderti dovrei sapere
Con che farina hai impastato
Quanto tempo hai tenuto fuori prima d rimettere in frigo
E i 150 gr erano su quanta farina ?
Ho usato 500gr di farina manitoba, l’impasto è rimasto fuori dal frigo dalle 12.30 alle 21.00…
Loredana ho visto anche il video su YouTube del passaggio in frigo, ma quindi posso fare il passaggio in frigo anche per l’impasto di un pan brioche ad esempio, anche se contiene burro? Parlo sempre di prima lievitazione già un po’ avviata
si, se la farina te lo permette puoi farlo. Il burro tende a indurire subito quindi potresti trovare un impasto molto compatto ma puoi decidere poi se far riprendere la lievitazione a temperatura ambiente oppure ,se lo hai messo avanti con la lievitazione , cuocere direttamente partendo da una temperatura del forno piuttosto bassa
Le pieghe andrebbero fatte dopo la prima lievitazione!
non concordo , in tutti i corsi fatti con i maestri (da Giorilli in poi ) mi hanno sempre insegnato a farli PRIMA della puntata
Ciao cara, questo post è splendido, grazie! ciao Sara
Ciao cara, posso chiederti aiuto? Vorrei aggiungere la fase di maturazione in frigo in questa ricetta. È una focaccia che mia cugina mi passò un annetto fa e che ho già fatto 4-5 volte. Ma dopo essere stata illuminata dal tuo post vorrei aggiungere il frigo e ridurre il ldb fresco a 4gr. Ma ho paura di sbagliare, mi aiuti? Scrivo gli ingredienti 8 gr lievito birra fresco, 1 cucchiaio di miele, 550 gr farina T1, 365 gr acqua a t.a. 1/2 cucchiaino di zucchero, 10 gr di sale. il procedimento è: impasto fatto, lasciare lievitare in forno spento, deve triplicare di volume, più o meno 3 h; poi pieghe, riposo 30’, metto in teglia, 2nda lievitazione di 2 ore, più o meno; cottura. Grazie infinite! ciao
lascia invariata la ricetta solo che devi mettere in frigo dopo un’ora dall’impasto e non far triplicare ma solo raddoppiare in frigo
Ciao, post davvero davvero utile. Grazie! Adesso lo studio 🤓 e vedo di introdurre questo passaggio in frigo nelle ricette. Solo una domanda: quando decido di mettere l’impasto in frigo, più o meno quanto lo lascio? In base a quali fattori decido per quanto tempo lasciare l’impasto in frigo? Grazie buon sabato Benedetta
devi regolarti in base alla forza della farina . diciamo che per fare una notte ( quindi circa 8 ore di frigo ) devi avere una forza della farina intorno ai 260 minimo
Ciao, mi hai chiarito tanti dubbi, si! Ma una cosa non mi è chiara, se metto in frigo dopo due ore dalla preparazione dell’impasto, ovvero a lievitazione ben avviata, quando lo toglierò dal frigo mi devo aspettare che sia arrivato al raddoppio? Oppure, una volta tolto dal frigo anche se non è arrivato al raddoppio posso fare ugualmente la forma? Grazie per i tanti chiarimenti
mettendo in frigo a due ore dall’impasto , a seconda della temperatura ambiente , potresti trovare l’impasto raddoppiato o quasi raddoppiato ,in ogni caso puoi formare perche il passaggio in frigo ti mette nelle condizioni di poterlo fare