La mia prima volta in un ristorante stellato.

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La mia prima volta in un ristornate stellato è stata un’esperienza indimenticabile per tanti motivi e sotto tanti aspetti.

Ed è proprio vero che la prima volta non si scorda mai.

Ma iniziamo dal principio

Il mio compagno sa molto bene quanto io sia appassionata di cucina, ogni momento libero per me è buono per studiare, leggere, informarmi su quello che succede nelle cucine attorno a me.

Più volte ci siamo detti che l’esperienza dello stellato era da fare per capire e comprendere nel profondo un altro aspetto della “cucina”.

Così, qualche settimana fa, Michele mi ha regalato questa esperienza per due nel ristorante una stella Michelin, Casamatta a Manduria, Taranto. Una perla all’interno dello splendido contesto del Vinilia Wine Resort.

Da subito l’incredulità per quanto stava accadendo ha lasciato spazio ad una gioia e curiosità senza pari. Immediatamente ho iniziato a fare ricerche sullo chef patron Pietro Penna e la sua brigata, sui loro piatti signature e sul loro percorso.

Prenotare è stato facilissimo, dato il periodo, ci è stato assegnato un tavolo per la settimana successiva.

Dal giorno del regalo fino alla mattina del tanto atteso pranzo è stato tutto un turbinio.

La mia prima volta in un ristorante stellato doveva essere perfetta, diciamocelo, non capiterà molte altre volte di ricevere un regalo così.

Ricerca dell’outfit perfetto, le regole del galateo da rispettare al tavolo e tra commensali, come rivolgersi al personale di sala. Insomma tutto quello che c’era da sapere per affrontare al meglio una giornata davvero perfetta.

La mia prima volta in un ristorante stellato
La mia prima volta in un ristorante stellato

Il giorno della mia prima volta in un ristorante stellato

Dopo una bella colazione sostanziosa ho iniziato con calma a prepararmi, continuando ad interrogarmi con il mio compagno su cosa aspettarci, entrambi felicissimi per la nostra prima volta insieme.

Per la mia prima volta in un ristorante stellato ho optato per un abito elegante e luminoso, probabilmente per un pranzo un abito del genere può risultare eccessivo, ma in barba alle credenze, volevo che tutto fosse speciale.

Gli ultimi ritocchi e via in auto, verso il Casamatta.

Una volta imboccato il vialetto che conduce al Vinilia Wine Resort è impossibile non restare a bocca aperta, un giardino a macchia mediterranea, perfettamente curato, lascia spazio al meraviglioso castello nel quale si trova il ristorante Casamatta.

Una cornice di classe, ma sobria, in perfetto accordo con il paesaggio in un gioco di rispetto di spazi tra interno ed esterno.

Veniamo subito accolti con gentilezza e professionalità, volontariamente in anticipo per avere la possibilità di provare l’aperitivo. Non sapendo quando e se sarà possibile rivivere un’esperienza del genere, quel giorno ci siamo promessi di non farci mancare nulla.

Inutile dire che per me la tensione era tanta, tra l’emozione e la preoccupazione di non essere all’altezza come ospite, ma con l’arrivo dell’aperitivo la tensione è andata subito via, complice un ottimo calice di bollicine salentine.

L’aperitivo era composto da 4 piccoli amuse bouche ed un apri pasto, un boccone più interessante dell’altro. Tra tutti il carciofo cotto in olio con crema di prezzemolo e mirtillo, un’esaltazione delle materie prime del proprio orto, da subito capiamo che l’intenzione dello chef è mostrarci una cucina semplice, ma genuina ed estremamente tecnica.

Come prima volta tutto quello che avevo sognato e sperato si stava davvero avverando, accostamenti mai azzardati, la percezione di tutti i sapori, l’equilibrio e l’accostamento delle temperature, un inizio davvero esaltante.

Il menù degustazione

La mia prima volta in un ristorante stellato procedeva davvero benissimo, adesso si entrava nel vivo dell’esperienza.

La prima delle sette portate del menù degustazione (con relativi abbinamenti di etichette di vini) è stata una cialda di riso venere, con gamberi rossi leggermente marinati, accompagnati da una salsina all’avocado ed una alle nocciole (quest’ultima davvero strepitosa). In abbinamento un ottimo bianco siciliano.

Un piatto ben riuscito, leggero e divertente, da mangiare con le mani, allentando così la tensione da stellato.

Cialda di riso venere, gambero e salsina d'avocado e nocciole

Come secondo antipasto, questa volta di terra, una terrina di coniglio locale accompagnato da una cubettata di barbabietola e carota su un fondo di coniglio. Per chi come me non mangia coniglio può risultare un piatto azzardato, nel complesso ottimo e le verdure trattate con maestria.

Il fondo era perfetto, da subito viene fuori il periodo trascorso in Francia dello chef.

La terrina è arrivata con il suo calice di rosso salentino, spinto ma ottimo con questo piatto e con il successivo.

Terrina di coniglio locale

I primi piatti

La mia prima volta in un ristorante stellato procedeva con i giusti tempi e le giuste pause.

Il piatto successivo è stato un primo piatto davvero strepitoso, uno di quei piatti che ti resta nella memoria per sempre. Un tortello ripieno all’osso buco, con salsa al parmigiano, salsa allo zafferano e gremolada.

Tutta l’esperienza in Lombardia dello chef è venuta fuori in questo piatto che riporta il nome azzeccatissimo di Omaggio a Milano.

Il mio compagno, che ha condiviso il pranzo stellato con me, è lombardo e la commozione nel riprovare quei sapori così familiari era tangibile.

Ho apprezzato moltissimo la gremolada, il limone oltre che spingere il gusto dello zafferano e del parmigiano, puliva la bocca dal ripieno e ben si sposava con il vino equilibrando ogni morso.

Tortelli all'osso buco

Il secondo primo è stato uno spaghetto aglio e olio con battuta di tagliatella di seppia, questo piatto aimè non mi ha esaltata, troppo forte il condimento che ha di fatto coperto la seppia.

i secondi piatti

A seguire un filetto di rombo davvero ottimo, qui la seppia in cima sposava davvero bene, per finire con un filetto di vitello ed il suo fondo.

In entrambi i secondi piatti cotture perfette ed ancora una volta tutta l’esperienza delle cucine lombarde e francesi, nonché sapiente uso degli agrumi.

A momenti ci si dimenticava di essere in Puglia, non fosse che per i vini marcatamente e credo volutamente del sud.

Vitello, chips di patata ripiena e jus di vitello

i dolci

A conclusione di questo pranzo stellato un delizioso pre-dessert, un sorbetto al fico d’india incantevole.

Il dessert principale invece, un gelato alla zucca con lamelle di zucca essiccate su fondo di croccante e cacao.

Come piccola pasticceria, davvero ottima, una pralina al cacao, un macaron ai mirtilli ed una tartelletta alle spezie.

E per concludere questo pranzo stellato un bicchierino di passito davvero ottimo.

Volendo tirare le somme di questa splendida esperienza, tra piatti riuscitissimi ed altri ai quali leggermente aggiustare il tiro, credo che lo staff del Casamatta faccia davvero un ottimo lavoro. Sono orgogliosa di avere questa perla a pochi passi da casa.

Forse ci tornerò tra qualche anno per vedere se lo chef sarà riuscito ad amalgamare la sua anima pugliese a quella fin troppo marcatamente francese e lombarda.

spaghetti aglio e olio con battuta di seppia