Al Piatto, da dove nasce il nome del mio blog.

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Magari qualcuno di voi si sarà chiesto il perché del nome Al Piatto, per un blog di cucina ci si aspetterebbe un nome legato ad un alimento o ad una pietanza, ad una spezia, ma io volevo che il tutto fosse legato a qualcosa di più grande.

Al Piatto nasce in un momento di serenità e libertà, paradossalmente nel pieno dell’emergenza COVID-19, a seguito di momenti di riflessioni sul perché non avessi ancora dato uno spazio alla mia passione per la cucina e per il buon cibo.

Un momento, quello della quarantena, in cui personalmente ho potuto fare tanta chiarezza, su cosa volevo e quando, cosa lasciarsi dietro e cosa far nascere da quel momento in poi.

Un momento che mi ha aiutata a capire perché non avessi ancora fatto certe scelte e a perdonarmi per non aver cercato il tempo per realizzarle.

Pare paradossale trovare la pace in un momento in cui tutto il mondo è in guerra, ma ci si rende conto che basta fermarsi un attimo per ritrovarsi.

Interrogarsi su cosa ci rende davvero felici è di vitale importanza, anche se sempre più difficile perchè inghiottiti dalle nostre responsabilità, le nostre scadenze, i nostri obblighi.

E sembra ancora più paradossale, ma sono grata alla forza che mi ha travolta quando, in uno dei momenti peggiori dell’umanità, la lucina della speranza ha acceso in me il coraggio di iniziare un percorso che fosse solo e soltanto mio.

Al Piatto mi ha fatto da maestro.

Al Piatto mi ha insegnato che è possibile, tra i mille impegni della giornata, ritagliarsi un momento che sia esclusivo di un progetto personale. Non solo che è possibile, ma che è assolutamente necessario.

Così eccomi qui, ho trovato il coraggio di mostrare al mondo intero il mio posto felice, quello in cui do libero sfogo alla mia vera essenza.

Ma perchè Al Piatto?

Al Piatto da dove nasce il nome

Ho iniziato a collezionarli qualche anno fa, quando durante il trasloco di ritorno dalla mia esperienza di 3 anni a Milano, girando per negozietti e botteghe per arredare la mia nuova casetta, mi son resa conto di esserne affascinata.

Che fossero hand made, estremamente colorati, classici e delle forme più disparate, piano piano quella dei piatti è diventata una vera e propria collezione.

Così le mie tavolate hanno preso colore, ho dato alla pietanza cucinata il compito di scegliere il suo piatto, ed è questo che rende per me il momento dello stare a tavola di volta in volta unico.

Adesso ogni viaggio porta con sé un nuovo piatto, per ogni amico che parte verso qualche meta c’è un piatto che arriva tra le mie mani, ed i miei occhi sono puntati su ogni bottega che incrocio.

Il piatto di per sé è un luogo, un punto dove si incontrano la pietanza prima pensata e poi cucinata, ed è che qui vive.

Un piatto è contenitore di emozioni, positive e negative, ma nella maggior parte dei casi, di affetto. Contiene una coccola, un pensiero, un piatto cucinato con il pensiero rivolto a chi lo mangerà, guai a guardare un piatto solo come un oggetto.

Al Piatto vuole essere promotore di ricette belle e buone, fatte con cura e rispetto nei confrotni delle materie prime, del territorio e della stagionalità.

Al Piatto diventa luogo, di piatti pensati, realizzati e condivisi, di occhi che si incontrano davanti ad un piatto, di profumi che sono casa, ma anche mondo intero.

A Piatto è per me un punto di partenza, non di arrivo. Il sogno più grande, ma che si fa sempre più vicino, è quello di trasformarlo da un non luogo ad un luogo fisico, un piccolo ristorante dove poter condividere il mio pensiero.

Ma perchè Al Piatto?

Un piatto è contenitore di emozioni, positive e negative, ma nella maggior parte dei casi, di affetto. Contiene una coccola, un pensiero, un piatto cucinato con il pensiero rivolto a chi lo mangerà, guai a guardare un piatto solo come un oggetto.