Alla ricerca della cicogna (la mia storia) continua con la seconda puntata.
Ebbene viaggiatori, c’eravamo lasciati parlando del mio progetto d’amore.
Riassuntino della puntata precedente:
Quando ho sposato mio marito, desideravo che diventassimo una famiglia. Dopo un po’ di prove e mesi, visto che la cicogna si faceva attendere. Decidemmo di rivolgerci allo specialista: il ginecologo.
Il medico stilò una lista di analisi da fare per entrambi e cominciammo a cercare il motivo per cui il nostro sogno d’amore non andasse in porto.
Con tutta la documentazione tornammo a parlare con ginecologo e scoprimmo che non c’erano problemi grossi.
Ciò che rendeva la nostra ricerca difficoltosa era il mio utero micro-policistico (che sapevo di avere da quando ero ragazzina).
Niente di grave: avendo un ciclo irregolare e ballerino, non era semplice capire e soprattutto “beccare” la tanto famosa ovulazione.
All’epoca non conoscevo tutte questi “paroloni” e gerghi tecnici: io volevo solo un bebè.
Mi feci un minimo di cultura, giusto per capirci qualcosa in più, e seguimmo le regole del medico.
Si doveva solo stimolare l’ovulazione, monitorare e provare.
Così continuavamo la nostra piccola avventura.
Presi delle pillole e dopo un tot di giorni avrei dovuto iniziare col monitoraggio.
Cioè il medico doveva valutare lo stato dell’ovulazione tramite visite ed eco.
Però dopo un po’ di giorni, il mio corpo reagì in maniera strana.
Perché arrivò un ciclo senza ovulazione.
Di qui le prime amarezze, la prima piccola delusione.
Non avevamo neanche iniziato, che si aprivano altre difficoltà. Però volevamo e dovevamo andare avanti.
Quale sarebbe stata la prossima mossa?
Ricominciare d’accapo.
Con la speranza in tasca e supportata dal marito non restava che ripartire col dosaggio.
Le cose si prospettava più difficili del previsto ma, tante cose più dure ci attendevano lungo il percorso.
Continua…
Alla prossima da Lucia.