Le Malattie legate all’alimentazione: Malattie Cardiovascolari

Le malattie cardiovascolari (MCV) comprendono tutta una serie di malattie del cuore e dei vasi sanguigni, tra cui troviamo:

  • L’ipertensione;
  • L’infarto;
  • Le cardiopatie coronariche.

Queste malattie che si sviluppano lentamente e sono spesso invalidanti sono destinate a crescere a causa dell’aumento della longevità della popolazione. Curare le conseguenze di tali malattie, una volta che esse si sono manifestate può non essere facile; perciò è importante cercare di prevenire.

I fattori di rischio che favoriscono l’insorgenza di MCV sono numerosi e possono essere:

  • non modificabili, come l’età ( che è determinante a partire dai 45 anni negli uomini e dai 55 anni nelle donne), il sesso ( il rischio è più elevato nei maschi) o l’ereditarietà;
  • modificabili attraverso un corretto stile di vita e una dieta adeguata: possiamo modificare l’abitudine al fumo, l’obesità, il diabete, la scarsa attività fisica, elevati valori di pressione arteriosa, ipercolesterolemia e stress psicosociale.

Quando sono presenti insieme diversi fattori di rischio, questi hanno un’azione non solo addizionale, ma moltiplicativa o sinergica nel determinare il rischio di MCV.

PREVENZIONE DEL RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Prevenire è meglio che curare.

Particolari comportamenti e abitudini di vita possono incidere in maniera significativa sul rischio cardiovascolare individuale, in particolare:

  • l’attività fisica riduce il rischio di MCV; anche un modesto esercizio “passeggiare” produce risultati positivi, che si mantengono anche quando l’esercizio viene intrapreso in età adulta o avanzata. Non è necessario seguire programmi specifici particolari, ma una leggera attività motoria, alla portata di tutti a prescindere dall’età, dalle condizioni di salute e dalle disponibiltà economiche, è in rado di ridurre il rischio CV;
  • il fumo di sigaretta: si valuta che l’incremento di rischio CV per i fumatori è tra 2 e 6 volte superiore rispetto ai non fumatori. Anche l’esposizione al fumo passivo aumenta significamente ( dal 20% al 30%) l’incidenza di MCV;
  • i grassi acidi saturi: una riduzione dell’introduzione di grassi saturi e un aumento del consumo di grassi polinsaturi diminuiscono il rischio di MCV. In particolare, gli acidi grassi saturi che tendono ad aumentare la colesterolemia sono il palmitico, il miristico e il laurico. L’acido oleico ( monoinsaturo ), di cui è ricco l’olio d’oliva, invece ha un’azione analoga agli acidi grassi polinsaturi. Il colesterolo introdotto con i cibi aumenta i livelli di colesterolemia, anche se in modo meno significativo rispetto agli acidi grassi saturi;
  • gli acidi grassi trans aumentano il rischio CV: il loro consumo va ridotto ( le fonti princiali di grassi trans sono alcune margarine usate come ingredienti di dolci);
  • gli acidi grassi polinsaturi omega-3: l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), presenti nei pesci provenienti dai mari freddi, diminuiscono il rischio CV. E’ importante fare attenzione ai metodi per cucinare il pesce: in caso di frittura, va condotta usando un olio adeguato ed eliminando l’eccesso di olio con carta assorbente. E’ preferibile utilizzare l’olio extra vergine d’oliva, che generano meno AG “trans” durante la frittura;
  • il sodio e il potassio: seguendo le linee guida dell’OMS del 2012, una persona con livelli elevati di sodio e bassi livelli di potassio potrebbe essere a rischio di aumento della pressione, ciò favorisce l’insorgenza di MCV;
  • i carboidrati ad alto indice glicemico: elevati consumi di alimenti contenenti questi nutrienti sono messi in relazione con il rischio di CV, quindi sono da limitare dolci, cereali raffinati e patate;
  • la fibra: in particolar modo quella solubile, ha la capacità di formare un gel nell’intestino e di rallentare l’assorbimento di colesterolo e zuccheri semplici. Le fibre sono indicate nei soggetti con iperlipidemie.

Lo scopo primario della scienza e nella medicina per il futuro non deve essere solo l’allungamento della vita, ma anche la riduzione del periodo in cui si è malati o disabili. Una dieta sana, l’esercizio fisico e l’astensione dal fumo sono comunque la chiave della salute.

Attività fisica e MCV

L’esercizio fisico ha benefici effetti documentati su diversi aspetti fisiologici quali la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e le capacità respiratorie. Inoltre,induce un maggior consumo calorico favorendo la riduzione del peso corporeo e della massa grassa. E’ però sul metabolismo del colestrerolo che l’esercizio fisico ha le ripercussioni più importanti. In realtà si devono distinguere due tipi di attività fisica:

  • di tipo anaerobico che consiste in movimenti intensi della durata di pochi minuti ( ad es. salto o sollevamento pesi), al termine dei quali il soggetto ha contratto un debito di ossigeno. Questo tipo dio attività non produce modificazioni positive sul metabolismo e avrebbe addiritura effetti neativi su alcuni paramentri lipidici ( HDL colesterolo), sulla pressione arteriosa, sul diabete e quindi sulle MCV in genere;
  • di tipo aerobico: in cui lo sforzo è più lento e prolungato e i muscoli lavorano al di sotto delle capacità massime di trasporto di ossigeno ( ad es. andare in bicicletta, fare jogging). Questo è il tipo di lavoro muscolare che ha effetti benefici, in quanto produce un significativo aumento dei livelli di HDL, rendendo il profilo lipidico meno aterogeno, ed è quindi quello da consigliare per un efficace protezione CV.

E’ fondamentale sottolineare che tale lavoro fisico non va inteso necessariamente come attività sportiva, ma uò essere invece facilmente rappresentato da una serie di abitudini di vita alla portata di tutti, come l’utilizzo delle scale al posto dell’ascensore, andare a piedi o in bicicletta per gli spostamenti brevi, o passeggiate. E’ quindi importante che tutti i soggetti adulti possano dedicare almeno 30 minuti al giorno a un’attività fisica di questo tipo, anche se i soggetti a rischio tutto ciò dovrebbe essere fatto con nun supporto medico adeguato