Una storia di amore e di tenebra

una storia di amore e tenebra

Una storia di amore e di tenebra


Introduzione

Il libro è l’autobiografia di Amos Oz.
La narrazione non è lineare si muove avanti e indietro nel tempo continuamente, durante un arco temporale di circa 120 anni. Sì perchè “una storia di amore e di tenebra” è anche il romanzo della famiglia di Oz, fatta da personaggi molto diversi fra loro: troviamo infatti letterati di fama internazionale e pecore nere, donne bisbetiche e grandi lavoratori ma in questa galleria di personaggi trovano posto anche dongiovanni e inguaribili sognatori.
L’autore descrive la sua infanzia a Gerusalemme trascorsa sempre in mezzo agli adulti, in un ambiente pieno aspirazioni poetiche e zelo politico che lo rendono un bambino solitario e borioso. Poi c’è la sua adolescenza trascorsa nel Kibbutz di Hulda dove si reca contro la volontà del padre, deciso ad allontanarsi da lui quanto più possibile e per farlo cambierà anche il suo cognome.
Sullo sfondo della storia ci sono le paure di un bambino convinto che gli arabi uccideranno presto tutti gli ebrei, il terrorismo, la nascita dello stato di Israele e la guerra che ne conseguì.

Aneddoti personali

Ho iniziato a leggere questo libro lo scorso agosto e dopo aver letto una cinquantina di pagine lo stavo per abbandonare. Non mi prendeva assolutamente e facevo fatica a leggerlo. Così chiamai mia zia, sapevo che lo aveva già letto, per chiederle se anche a lei avesse avuto queste difficoltà. Ovviamente mi consigliò di non demordere, magari potevo sospenderlo. Consapevole del fatto che se lo avessi lasciato non lo avrei ripreso più in mano, sono andata avanti (per fortuna). Così la prima cosa che ho fatto quando l’ho terminato è stato farglielo sapere; in quella telefonata abbiamo a lungo parlato della storia, dei protagonisti e ci siamo confrontate su tanti temi. Ecco non posso non associare Una storia di amore e di tenebra a mia zia e al bellissimo scambio di opinioni che abbiamo avuto.

Recensione

Il libro non è di lettura semplicissima, bisogna dirlo, alcune pagine si leggono con difficoltà, soprattutto all’inizio e soprattutto se non si ha dimestichezza con i letterati ebraici (come la sottoscritta). E poi anche la scrittura è particolare, l’ho trovata densa, ricca e a volte un po’ prolissa. Lo confesso qualche pagina l’ho dovuta rileggere due volte perchè il senso mi era sfuggito.
Ciò nonostante il libro è veramente molto bello, ti resta dentro come pochi altri. Sono ormai diversi giorni che l’ho terminato eppure mi ritrovo spesso a pensare a Fania (la madre di Oz) e anche al giovane Amos, a quello che ha vissuto ma anche al periodo storico in cui ha trascorso la sua infanzia: la nascita dello stato d’Israele. E’ questo, vi assicuro, non mi capita quasi mai.

L’amore e le tenebre presenti nel titolo sono riferite alla madre di Oz una figura centrale e complessa che nel 1952 si suicida. L’amore è, ovviamente, quello incondizionato che c’è tra una madre e suo figlio. Le tenebre derivano dall’esistenza tragica di questa donna. Del suo suicidio Amos non ne parla mai, nemmeno con il padre. Lo fa per la prima volta in questo libro dove analizza la tragedia con grande lucidità e in modo schietto in pagine piene di rancore e di nostalgia.

Conclusioni

Il libro non è di facile lettura perciò evitatelo se cercate qualcosa di leggero, se i riferimenti continui alla storia vi scocciano, se non vi interessa il mondo ebraico e se le storie tristi vi deprimono.
Se, sapendo tutto questo, decidete comunque di leggerlo allora non ve ne pentirete nella maniera più assoluta. Amerete sempre di più, pagina dopo pagina i suoi personaggi così particolari e permettetemi anche un po’ coloriti. Una storia di amore e tenebra vi rimarrà dentro segnandovi come pochi libri sono capaci di fare.

Voto

5/5

Citazioni

L’unico viaggio da cui non si torna mai a mani vuote è quello dentro noi stessi. Dentro non ci sono confini, né dazi, si può arrivare fino alle stelle più remote. O visitare posti che ormai non ci sono più, andare a trovare persone scomparse. Persino entrare in luoghi in cui non sono mai esistiti, e forse non potrebbero esistere, ma lì sto bene”

Di mia madre non ho parlato quasi mai, per tutta la mia vita sino ad ora, che scrivo queste pagine. Né con mio padre né con mia moglie né con i miei figli né con nessun altro. Dopo la morte di mio padre, nemmeno di lui ho quasi mai parlato. Come fossi stato un trovatello.

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