il pranzo della domenica napoletano

il pranzo della domenica napoletano

Una famiglia non si sceglie: nasci e te la trovi intorno che ti sorride.

(Luciano De Crescenzo)

Il pranzo della domenica napoletano è un ricordo che mi assale ogni volta che sento in casa l’odore del ragù alla bolognese o delle patatine fritte, come le faceva la mia nonna. oggi come oggi grandi riunioni di famiglia  come quelle di una volta per tanti motivi non ce ne sono più. ma lasciate che vi racconti come si svolgeva il pranzo della domenica napoletano, con tutte le ricette adatte all’occasione!

il pranzo della domenica napoletano

un rito che si rinnovava ogni domenica, quello di incontrarci a tavola, a pranzo, per rivederci e raccontarci a vicenda della scuola o del lavoro, i progetti di viaggi e vacanze, ma anche per confrontarci e rilassarsi insieme ai propri parenti. Di regola la domenica a pranzo si andava a casa dei nonni, una casa grande adatta ad ospitare tanti parenti, zii e zie cognati e cugini. a tavola il primo era pronto non prima delle 2 e mezza, ma nella sala da pranzo la tovaglia “buona” con i suoi tovaglioli abbinati era già pronta dall’una, il pane cafone rigorosamente affettato e coperto da un tovagliolo in tessuto. in cucina il ragù sobbolliva ancora un poco per essere ben tirato. i piatti principali erano i classici napoletani: oltre al ragù si poteva scegliere di preparare la genovese o il sugo alla bolognese. e di solito il primo piatto di pasta arrivava a tavola senza essere preceduto da antipasti.

rigatoni al ragù di bolognese
rigatoni al ragù di bolognese

(i bambini di solito mangiavano prima dei grandi*, e anche il loro menu era a parte: spaghetti al pomodoro, polpette al sugo per secondo o cotoletta impanata.)

sugo alla genovese
sugo alla genovese

dopo il primo si passava al secondo era anche questo tradizionale: se si era preparato il ragù di carne o la genovese erano i pezzetti di carne a essere portati in tavola accompagnati da una sfilza di contorni: melanzane a scarpone o alla parmigiana, peperoni fritti, scarola in padella oppure insalata verde e le patatine fritte – loro sempre immancabili.

 

melanzane a scarpone
melanzane a scarpone

a tavola il tempo sembrava fermarsi: le lancette scorrevano si facevano anche le quattro passate ed eravamo ancora seduti a mangiare. il vino era quello di Gragnano, fresco e frizzantino. per pulirsi la bocca si portava a tavola anche i finocchi, senza alcun tipo di condimento, prima di fare spazio alla frittura. spesso i crocchè e le palle di riso, e quando era il periodio i carciofi indorati e fritti.

carciofi indorati e fritti
carciofi indorati e fritti

 

si sparecchiava poi per lasciare posto alla frutta. d’inverno i mandarini o il melone di pane, d’estate una colorata macedonia.

e alla fine i dolci: oltre alla crostata al cioccolato e il babà fatto in casa arrivava sempre una golosa guantiera di pasticceria mignon napoletana, spesso  presa d’assalto dai più piccini.

babà con panna e fragole
babà con panna e fragole

 

il caffè alla napoletana un cioccolatino in compagnia di un sorso di limoncello o di sambuca concludeva il pranzo. giusto il tempo di ascoltare e commentare il risultato della partita di calcio.

*quando invece si era abbastanza grandicelli il menu era lo stesso degli adulti, ma la tavola non era abbastanza ampia da ospitare tutti i commensali. allora c’era l’espediente della tavulella aspartata, un piccolo tavolino accostato alla tavola più grande, in modo da stare seduti se non assieme almeno vicino agli altri.