Tempo fa ho visto comparire alla porta un messo, e mai sorpresa fu più gradita. Egli conduceva con sé un enorme pacco, contenente una selezione di formaggi svizzeri: Tȇte de Moine, Emmental, Gruyère, o gruviera in italiano, e Sbrinz fra gli altri.
Devo a questo punto premettere una cosa: se uno vuole farmi felice, può regalarmi del formaggio. Mia figlia Laura è invece piuttosto schizzinosa, e nel frigo di casa mi tocca blindare le mie cremose delizie dentro contenitori a tenuta stagna, onde evitare il lamento (per certi versi giustificato) della prole. Eppure: quello che per altri è insopportabile, per me è aroma. Ma che dico aroma: profumo!
Insomma, stavo per allungare le manone sul pacco quando è scattata la condizione: il messo l’avrebbe mollato solo a condizione che io utilizzassi i formaggi come ingredienti per nuove ricette. Felice come una Pasqua ho risposto: “Dai qua!” e mi sono portata il tesoro in cucina. L’ho aperto come un regalo di Natale e mi sono quasi commossa quando ho scoperto che il Tȇte de Moine era accompagnato dal suo tagliere: dovete sapere che è un formaggio rotondo, tradizionalmente tagliato con un attrezzo grazie al quale si ottengono degli splendidi ricciolini, sottili e scioglievolissimi, a forma di rosa.
Non potevo non partire da questo! Con la gioia nel cuore ho preparato il risotto pere e Tȇte de Moine, caricato in fretta e furia perché troppo buono per non essere condiviso (lo trovate qui), e ora sono alle prese con gli altri ingredienti. “Alle prese” per modo di dire, è più il formaggio che mangio di quello che uso come ingrediente, se non mi sbrigo rischio di finirli tutti a forza di piccoli bocconcini prima di averli cucinati!
Voi di cosa siete golosi?