Non è il lavoro a essere odioso ma le persone con cui lavoriamo

CoMe sopravvivere a un ambiente di lavoro tossico?

C’è un grande dibattito sull’argomento: voglia di lavorare. Certamente il mondo del lavoro si è evoluto, e altrettanto certamente i tipi di lavoro esistenti si sono moltiplicati.

Quello che non cambia mai è l’ambiente di lavoro. Intendiamoci, non si parla di arredi, spazi, mezzi. Si parla di colleghi.

Metti insieme un gruppo di persone a lavorare e nasceranno subito quei problemi che creano le famigerate ‘macchiette’ delle sitcom. Solo che in televisione l’assenteista, la mamma prevaricatrice, l’amante del capo, il raccomandato, strappano sorrisi. Nella realtà sono gli incubi di ogni collega.

Un tempo si reggeva di più perché le alternative erano davvero poche. Sorridevi ai soprusi, le prevaricazioni, la maleducazione, perché non eri istruito e ringraziavi il cielo di essere arrivato ad ottenere un posto discreto. Perché venivi dall’ambiente povero e i tuoi genitori ti inculcavano il rispetto per chi era più abbiente. Poi è arrivata la generazione nata da chi ha sopportato tutto questo. Una generazione istruita grazie agli sforzi dei genitori che si sono sacrificato, cresciuta con la convinzione di avere una dignità pari a quella di chiunque altro e pronta a lottare contro chi lo metteva in dubbio. Per scoprire che il nemico non era più il capo. No, quello da sempre è una figura oscura, lontana, di solito inconsapevole di quello che succede, abituata a dare ordini senza chiedersi come questi vengono realizzati.

Il nemico è la fauna di colleghi. Sono quelli, non il risparmio di benzina, a rendere tanto attraente lo Smart working. Lavorare da casa. Oppure in uno spazio di condivisione del lavoro solo con quelli con cui è possibile lavorare senza star male per i loro comportamenti.

L’assenteista che rientra dalla perenne malattia il giorno prima delle ferie, e che quando viene a lavorare entra un quarto d’ora dopo per uscire poi un quarto d’ora prima, recandosi in bagno così tante volte da farti sentire un problema quando necessiti di andarci tu perché non può entrarci. La madre perennemente al cellulare che fa in orario lavorativo tutti i colloqui con gli insegnanti perché secondo lei così resta in ufficio a lavorare, ma tanto non fa nulla e tu ti arrabbi perché sai che il solo motivo per cui non è andata fisicamente ai colloqui è non usare un giorno di permesso, visto che può restare, essere pagata e fare comunque le sue cose private. C’è il collega che ti segue elencando le cose da fare. Bada, ti segue mentre lavori parlando a raffica, e lui non fa un tubo.

C’è quello che si vanta di saper fare tutto, solo che lo sa fare sbagliato e ti mette perennemente nei casini. Quello che ti chiede sempre favori ma non te ne fa mai uno. Quelli che si lagnano di carta e penne esaurite ma non riempiono mai i cassetti. Quello che vuole che andiate a mangiare fuori ogni volta manco foste ricchi e quello che giudica ogni tuo pasto portato da casa. E ancora. E ancora. Ogni giorno di più.

Noi Vogliamo lavorare. E se non è voglia, è bisogno, e ci va bene un lavoro per cui non siamo interessati, purché ci sia lo stipendio a fine mese. Quello che l’isolamento da covid ha messo in luce, è che i colleghi sul lavoro, non il lavoro, spesso sono il vero problema.

Come sopravvivere a un simile ambiente, resistere per mantenere quel lavoro per cui magari ci siamo tanti impegnati per ottenerlo?

1)non sono io il problema. Non darti la colpa di ogni cosa che va storta e non sentirti responsabile di ogni momento di tensione: lavori con degli stronzi, accettalo, rinuncia a cambiarli e tira avanti

2) fai sempre del tuo meglio con gentilezza, ignora la loro maleducazione ma non offrirti di aiutarli sempre e comunque. Se non gli rendi la vita facile, ma adotti il loro sistema di non fare favori, capiranno che non possono sfruttati per fare il loro lavoro

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Pubblicato da noproblemincucina

Ciao a tutti. Benvenuti sul mio blog. La mia missione è lottare contro lo spreco alimentare. Fedele sostenitrice della schiscetta e dotata di fantasia quando si tratta di riciclare avanzi, non escludo nessuna pietanza dalla mia tavola: carne, verdura, frutta, e più importanti: i dolci. Questo blog parlerà di ricette, ma anche di risparmio, vita più green, coltivazione ed ecocompatibilità in generale. Non sono una brava esteta, scusate le pessime immagini, ma vi prometto che il sapore è sempre meglio di come appare nelle fotografie.