Involtini di foglia di vite yabraq

Le origini di questo piatto sono antichissime. Si risale nel vecchio impero ottomano, più precisamente nel 1300. La parola yabraq significa foglia di vite in arabo. E potremmo chiederci.. Perché gli ottomani avvolgevano il riso nelle foglie di vite? Semplice! Erano stanchi di mangiare il riso con la carne e le verdure , trovando questo soluzione di foglie di vite. Racogliendole , bollendole e arrotolandole hanno creato questa fantastica e deliziosa pietanza. Con il passare del tempo durante la dominazione ottomana questa pietanza si trasferì nei paesi Arabi ( Siria, Libano , Sudan, Emirati Arabi ecc …) Il nome che prende oggi, solo in Siria è rimasto invariato, mentre i tutti paesi Arabi prende un nome diverso

  • DifficoltàMedia
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione3 Ore
  • Tempo di riposo1 Ora
  • Tempo di cottura1 Ora 30 Minuti
  • Metodo di cotturaCottura lenta
  • CucinaAraba
  • StagionalitàTutte le stagioni

Ingredienti

Per fare una pentola molto fonda vi accorerá:

Per il ripieno

2 tazze riso chicco corto ( egiziano )
25 ciuffi prezzemolo
15 foglie menta
1 cucchiaino cumino
1 cucchiaino paprika dolce
1 cucchiaino Mix di spezie (Il mix di spezie o meglio chiamato 7 spezie è facilmente reperibile nei negozi etnici )
Mezzo cucchiaino pepe nero
2 pomodori
1 Testa di aglio (Per il ripieno occorreranno 4 spicchi il restante a piacere andranno in cottura )
2 cipolle dorate
1 cucchiaio olio extravergine d’oliva
1 confezione foglie di vite (1 confezione da 700 gr )
1 cucchiaino sale

Per il brodo

1 l Brodolo di pollo (O vegetale )
Mezzo bicchiere melassa di melograno (Anche questo scriroppo è facilmente reperibile nei supermercati etnici )
Mezzo bicchiere succo di limone

Per il fondo cottura

2 cipolle dorate
2 patate

Strumenti

pentola con fondo molto profondo

Schiaccia aglio

Coltello

scolapasta

ciotola molto capiente

Passaggi

Lasciate in riso in ammollo per un’ora nell’acqua.

Riprendete il riso dopo averlo sciacquato e tritate il prezzemolo, la menta , le 2 cipolle e i 2 pomodori molto finemente e con lo schiacciaglio creare una crema con 4 spicchi di aglio. Aggiungete le spezie ( cumino,spezie miste, paprika e pepe nero ) e un cucchiaino di sale. Lasciate riposare

Nel mentre prendete le foglie di vite e fatele sbollentare per 2 minuti a gruppi di non più di 8 foglie nell’acqua. Scolatele e versatele in una bacinella di acqua fredda per far si che non si ossidano. Quando si saranno raffreddate versatele delicatamente su uno scolapasta.

Ora viene la parte divertente! In una pentola molto fonda create un fondo con patate e cipolle tagliate a fette non più di 1 cm. E in un tagliere o una base piana appoggiatevi una foglia di vite ben aperta con la punta rivolta verso l’esterno ( nel caso avessero ancora il gambo rimuovetelo ) e aiutandovi con un cucchiaino posizionate il riso al centro della foglie dove c’è più spazio e come un involtino primavera o un taco chiudete prima i lati esterni e aiutandovi con il pollice e l’indice fate rotolare la foglia con il riso verso l’esterno. Adagetelo sopra alle patate e cipolle e piano piano armandovi di sana pazienza riempite la pentola. A gusto aggiungete qualche spicchio d’aglio.

quando avete completato l’opera! Scaldate un litro di brodo e aggiungete la melassa di melograno e il limone. Versatelo molto delicatamente sulla pentola con gli involtini affinché non supera di 2 cm il livello degli involtini stessi. Per far si che in cottura non si aprano appoggiatevi sopra un piatto o una base in modo che rimangano tutti compatti e non galleggino. Cucinateli a fuoco dolce per 1 ora / 1 ora e mezza. Quando cotti lasciateli raffreddare nel brodo.

Et voilà pronti per essere serviti!

Come la buona parte delle cose il giorno dopo sono più buoni.

2 /3 giorni in frigorifero

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Published by E tutto mondo è una ricetta

E tutto mondo è paese come diceva Irene Grandi, bhe io penso che tutto mondo è una ricetta, tutto mondo , ogni angolo più sperduto di questo mondo ha una ricetta, una storia , un emozione da raccontare attorno a quel tavolo che chiamo unione.