Pistokeddos, i “regali” savoiardi di Sardegna

Pistokeddos di Sardegna
Pistokeddos di Sardegna

Pochi ingredienti, sapientemente dosati, per questi biscotti di forma allungata dalle origini regali. I primi “Biscotti di Savoia” furono creati nel tardo Medioevo dal cuoco della corte di Amedeo VI, per un banchetto in onore dei reali di Francia in visita. Il successo fu strepitoso. Vennero acquisiti ufficialmente dalla Reale Casa di Savoia, da cui il nome portato con orgoglio: “Savoiardi”.
Al palato si presentano leggeri e friabili, di una dolcezza non invasiva. Già al primo morso ci si sente “rapiti” da tanta e inaspettata delicatezza, ed il sapore ci fa viaggiare nel tempo, attraverso secoli di storia.
I Savoiardi di Sardegna, o Pistokeddos, si sono diffusi in seguito alla dominazione dei Savoia. La ricetta è simile a quella del savoiardo classico, si distingue decisamente per le dimensioni, sia in lunghezza che in larghezza (quelli sardi raggiungono i 15 cm circa di lunghezza, i 3 o 4 di larghezza).

Pistokeddos, savoiardi sardi, di Oliena (NU)
Pistokeddos, savoiardi sardi, di Oliena (NU)

Abbiamo assaggiato quelli tipici di Oliena, in provincia di Nuoro, e sulla confezione, alla voce ingredienti, si legge solamente: farina di frumento, uova e zucchero (con aggiunta di sciroppo di glucosio-fruttosio). Scatta immediatamente la curiosità perché, sinceramente, non abbiamo mai provato a farli. Metteremo questo obiettivo in scaletta.
Per realizzare circa una ventina di biscotti si utilizzano 4 tuorli e 120 gr. di zucchero: si lavorano insieme fino ad ottenere un composto spumoso.
120 gr. di farina, da setacciare e unire delicatamente al composto (dal basso verso l’alto in modo tale da non smontarlo). C’è chi aggiunge la scorza di un limone grattugiata o un pizzico di vaniglia).
Infine, i 4 albumi montati a neve ferma (alcuni consigliano di montarli con del succo di limone), vanno uniti un po’ alla volta, delicatamente.
Riempite una sac-a-poche (la tasca da pasticceria) con bocca larga e liscia.
Lasciate cadere l’impasto su una teglia da forno imburrata, formando i “pitocchi” lunghi circa 10 o 15 cm e larghi 3 cm.
Si consiglia di formare delle strisce strette ma gonfie, dato che una volta steso l’impasto tenderà ad allargarsi e appiattirsi.
Cospargere la superficie di zucchero semolato mischiato con zucchero a velo (50 e 50gr.) aggiungendo qua e là alcune gocce d’acqua, che in cottura aiuteranno la formazione della crosticina glassata.
Trasferite la piastra o la teglia in forno preriscaldato a 170°.
Ci vorranno circa venti minuti, ma regolatevi osservando i biscotti, che dovranno risultare dorati.

Pubblicato da divagandocongusto

Giornalista, appassionata di viaggi. Ama scoprire tradizioni e culture diverse, anche attraverso la cucina, che equivale all'ascolto/assaggio di una magnifica "sinfonia di sapori".