magia transilvana
Il Maramureș è …….uno dei luoghi più strani della terra (Sacheverell Sitwell / Roumanian Journey )
Leggendo le pagine del libro di William Blacker , lungo la via incantata, ho ritrovato la magia transilvana .
Il treno fischiò e si fermò in una piccola stazione . Scese gente di campagna_ rumeni e zingari .Scesero anche due anziani.marito e moglie , che mi avevano offerto la Țuică , e affabili mi salutarono con la mano prima di incamminarsi sul marciapiede , carichi di borse pesanti
Poi entrai nella Terra dei Sassoni e poco dopo ,al di là di una curva sopra il fiume Târnava ,si stagliò davanti a me il profilo aguzzo della città di Sighișoara
Passeggiai per i viottoli medioevali e salii le centinaia di gradini di legno fino alla chiesa gotica che dominava i ripidi pendi tetti di tegole e i pinnacoli della città ..
Appena arrivava su , noi lanciavamo il fieno coi forconi di legno dal manico lungo , fatti con rami d’acero montano particolarmente ricercati ….
A covone completato, la ragazza si lasciava scivolare giù da un palo di legno liscio ricavato da un sottile tronco di pino
…Indossavano camicette immacolate e sottane dai colori vivaci lunghe fino al ginocchio , rese ancora più voluminose da pieghe e sotto gonne rigide ; mentre camminavano , i fazzoletti in testa ondeggiavano nella brezza.Le camicette erano straordinari virtuosismi del ricamo,con tanti arabeschi e increspature da far girare la testa , e , con le maniche a sbuffo,i polsini di merletto fatto in casa e i volant sul collo e le spalle ,non sarebbero state fuori luogo addosso ad una dama del Seicento
foto di Mocăniţa Steam Train (Str. Cerbului, Nr. 5 Vișeu de Sus /Maramures)
Dopo il consueto bicchierino di horincă e un assaggio di torta o di involtini di verza,i musicisti iniziarono a suonare ;ciascun ragazzo prese per mano una ragazza e ballarono le vorticose danze del Maramureș,che col procedere della serata diventarono sempre più scatenate e vorticose
Al mio risveglio mi avvicinai alla finestra e intravidi le maschere avviarsi alla recita di Natale . I diavoli correvano e scampanavano superando le famiglie dirette alla canonica .Erano vestiti da capo e piedi di pelli grezze -volpe,coniglio,pecora ,persino cinghiale .In testa avevano straordinarie , terrificanti creazioni fatte di pelli di coniglio ,con fagioli bianchi secchi al posto dei denti,crani di gallina come nasi,corna d’ariete attorcigliate e,sospesi tra le corna,dei topi impagliati.Quando s’avvicinavano ringhiando e schioccando le fruste,i bambini gridavano e correvano a nascondersi tra le pieghe delle sottane delle madri
Tornai nel nord ,tra le colline ondulate e l’increspatura delle montagne ,su per strette valli dove i torrenti mezzi ghiacciati scorrevano tumultuosi verso il fiume Somes .l viaggio di quelle acque gelide era ancora lungo:sarebbero confluite nel Tibisco e poi nel Danubio ; e da li sarebbero placidamente entrate nel Mar Nero ,per raggiungere infine nel Mediterraneo con le correnti calde
C’era una casa bellissima ma trascurata,dipinta d’azzurro coi buchi nel tetto e pavimento,senza vetri alle finestre,stava accanto a uno dei ponti del ruscello.Davanti c’erano tre peri che ,in primavera, si coprivano di fiori bianchi.
Țara Chioarului, Platoul Preluca. foto di Fotomotica
...spostarsi a cavalli per le colline era spesso il sistema più rapido e semplice per raggiungere gli altri villaggio della zona. Praticamente ogni famiglia di Halma,anche se povera,aveva un cavallo.Vivevo in una nazione dove c’erano più cavalli che automobili e dove, dopo la vacca , il cavallo era il bene più prezioso.
Vlad Dumitrescu, 2015, Caraș Severin
Trotterellavano a testa alta,sollevando i piedi in maniera aristocratica.Erano lipizziani o derivati dai lipizziani……. Sâmbăta de Jos era la più grande di tutte le famose scuderie lipizziane d’Austria,Slovenia o Spagna e c’erano , si diceva,più cavalli lipizziani in Romania che in tutto il resto del mondo.
Le pecore scesero dalla collina e furono radunate in recinti all’aperto appena sopra il villaggio,stavano fuori tutto l’inverno e mangiavano fieno e mais,la notte immobili,masticavano il fieno,mentre la neve si ammucchiava silenziosa sul loro dorso.i pastori indossavano cappotti grossi e pelosi fatti di pelle di pecora cucite assieme,lunghi fino a terra,la sera accendevano il fuoco e dormivano avvolti in quei cappotti ,anche quando c’erano 25° sotto zero . La mattina anche loro si,come le pecore,si svegliavano coperti di neve
Non molto tempo dopo la costruzione della strada nuova m’imbattei nella figlia di un vicino mentre andava nei campi.portava un paio di jeans.Era la prima volta che la vedevo in pantaloni.Ne fui rattristato :oramai gli abiti tradizionali sembravano fuori moda persino qui.
foto di David Lewis luogo Ocna Sugatag
quando Mihai fu portato via dal cortile tre pastori ,da un poggio lì vicino,produssero coi loro corni un ultimo suono dolente che riecheggio per tutto il villaggio e le colline
Dacchè ho memoria ,il nome <Transilvania>mi è stato famigliare.
Era l’essenza e il simbolo dell’inesplicabile-un inesplicabile remoto,legato ai boschi.
Quasi mitico; e,ritrovandomici,mi sembrò ancora più remota ,e più magica (Patrick Leight Fermon / between the woods and the water)