USTIONI IN CUCINA!

ustionarsi cucinando

Come un’ustione in cucina mi ha cambiato la vita!

Ciao a tutti ragazzi! Grazie per aver deciso di dedicare qualche minuto del vostro tempo per leggere la storia della mia “piccola” DISAVVENTURA di come mi sono procurata delle gravi ustioni in cucina.

1 secondo che mi ha cambiato la vita!

Il 25 gennaio 2021 ho deciso di provare per la prima volta la preparazione dei crostoli fritti. Ne ero davvero entusiasta e non vedevo l’ora di assaggiare le mie “DIETETICHE” creazioni. Per farla breve una volta finito di friggere e soprattutto una volta terminato di ungere tutta la casa con l’odore di fritto, in un momento di estrema SFIGA mi è scivolata la pentola piena di ben 1 LITRO di olio di semi sulle mie POVERE GAMBE! In più giusto per riderci sopra sono addirittura scivolata a terra sullo stesso olio che ormai aveva riempito il pavimento (ora ci rido sopra in quel momento proprio NO!)

Sarà stato lo shock o chissà cos’altro, ma nel preciso momento in cui è successo il tutto non ho sentito ASSOLUTAMENTE NIENTE! Anzi devo ringraziare con tutto il cuore il mio compagno che non appena successo il fattaccio mi ha immediatamente tolto i pantaloni zuppi di olio bollente (COSA ESTREMAMENTE IMPORTANTE DA FARE), altrimenti se fosse stato per me sarei rimasti lì come un pero con i pantaloni zuppi e bollenti addosso.

In ambulanza! (c’è sempre una prima volta)

Ovviamente abbiamo chiamato subito il pronto soccorso che nel giro di 20 minuti hanno mandato un ambulanza con la sirena a prendermi.

Premetto che sono una persona estremamente paurosa soprattutto quando di tratta di ospedale quindi potete immaginare quali fossero i miei pensieri e il mio stato d’animo per tutto il tragitto in ambulanza: PANICO TOTALE! Per non parlare del mio outfit: ero in mutande con le infradito di mio moroso e con il giupotto pesante che mi riparava dal freddo di fine gennaio (ATROCE!).

Non mi ero mai ustionata in tutta la mia vita, non ho mai conosciuto persone che si sono ustionate (intendo gravi) e non sapevo minimamente cosa significasse un’ustione da olio bollente sulla pelle! (Per capirci per olio bollente intendo 150°C MINIMO).

Per tutto il tragitto i paramedici hanno cercato di tranquillazzarmi dicendomi che non era poi così grave, che sicuramente c’era di peggio e che probabilmente si trattava di passarmi qualche ora in ospedale per le medicazioni necessarie.

Dritta in pronto soccorso d’urgenza!

Sono stata subito visitata e bucata più volte in cerca della vena per la flebo (ero seguita da un dolcissimo infermiere probabilmente alle prime armi che però è stato davvero gentilissimo). Il chirurgo del pronto soccorso dopo aver guardato ogni singolo centimetro del mio corpo per capire dove fossero localizzate le ustioni (ebbene sì ha guardato anche dove non batte il sole) ha esordito dicendo che era necessario il consulto del chirurgo plastico per capire la gravità dell’ustione (e lì il PANICO AUMENTA).

Una volta arrivato il chirurgo plastico la sua faccia già diceva tutto: USTIONE DI SECONDO GRADO PROFONDO (erano le zone dove la mia pelle era di un colore rosso vivo) + USTIONE DI TERZO GRADO SU ALCUNI PUNTI (alla vista erano zone bianche come se avessi completamente perso tutta la pelle che c’era sopra fino allo strato adiposo) !

La mia reazione: PIANTO INCONTROLLATO!

Gli chiedo se era proprio sicuro, come se la mia formazione medica, che si basa ovviamente su telefilm stile GREY’S ANATOMY, fosse migliore della sua. Il chirurgo per farmi capire la situazione mi ha fatto chiudere gli occhi e ha passato un ago sulle ustioni chiedendomi se lo sentivo sulla pelle, la risposta ovviamente era NO! Il che significava che avevo completamente bruciato tutte le terminazioni nervose della mia pelle e che quindi la situazione era molto più grave di quello che pensavo io.

RISULTATO: “Signorina dobbiamo ricoverarla per tenere sotto controllo le zone ustionate (18% DEL CORPO) e capire se sarà necessario operare”

FIRST REACTION: SHOCK!

Una cosa che non sapevo delle ustioni infatti, è che nel momento in cui accade l’evento traumatico purtroppo è difficile identificare il loro grado effettivo, sono necessari dai 5 giorni alle 2 settimane prima di capire cosa sia successo davvero alla propria pelle.

Dato il fatto che ci trovavamo pure in PIENA PANDEMIA COVID per essere ricoverata dovevo fare pure il TAMPONE e anche lì ce ne sarebbe da raccontare ma vi dico solo che è stato fastidioso come dicono tutti (complimenti a chi l’ha fatto tante volte).

Una volta messa nella mia stanza e dopo un paio d’ore di pianti atroci (sono estremamente emotiva non giudicatemi) mi sono tranquillizzata e ho iniziato a pensare positivo! Mi sono focalizzata sul fatto che le mie cosce sarebbero guarite subito con estrema facilità e che sarei tornata a casa il giorno dopo (che sciocchina!).

Purtroppo non è stato così, sono rimasta dentro due giorni senza la possibilità di vedere nessuno (né i miei genitori, né il mio compagno), il che rende l’esperienza dell’ospedale ancora più orrenda! Ogni mattina i chirurghi plastici venivano a cambiarmi i bendaggi e a vedere lo stato delle mie ustioni. Ero piena di bolle gigantesche piene di liquido sulle cosce. Grazie a Dio, dopo il via libera del direttore del reparto, mi hanno mandato a casa pensando che non fosse necessario operare e che in realtà si trattava di USTIONI DI SECONDO GRADO MOLTO PROFONDE ma in grado di guarire da sole senza il bisogno di interventi chirurgici. CHE MERAVIGLIA!

Finalmente a casa!

Come ero felice di poter tornare alla comodità di casa mia con il mio gatto e mio moroso e ben 3 CHILI DI BENDAGGI SULLE COSCE!

ustioni in cucina
giusto due bende!

Ora tiriamo avanti veloce: praticamente ho passato due settimane a non fare assolutamente niente se non andare in bagno (con estrema difficoltà) e come tragitto più lungo facevo letto-divano distendendomi come una balena arenata a mangiare e spulciare tutto il catalogo di Netlix. Il mio povero compagno ha dovuto sostituirmi in tutto quello che solitamente facevo io: la spesa (cosa che odia), preparare da mangiare (cosa che odia ancora di più) e lavare i piatti (cosa che sopporta).

In ogni caso 2 volte a settimana tornavo in ospedale dove mi controllavano e mi cambiavano le medicazioni. Sono stati proprio questi i momenti più DOLOROSI della mia esperienza. Ogni volta che le bende venivano tolte, la mia povera pelle (o quello che ne era rimasto) subiva un nuovo AGGHIACCIANTE TRAUMA, infatti più volte ho pianto e URLATO dal dolore perché sentivo tutto quello che mi stava succedendo e soprattutto potevo vedere in che stato ORRENDO si trovavano le mie cosce (NON PER STOMACI DEBOLI).

AIUTO!

Purtroppo col passare del tempo le mie ustioni non miglioravano e dopo due settimane all’ennesima dolorosa visita mi è stata data la notizia che temevo di più: “DOBBIAMO OPERARE ASSOLUTAMENTE!”

Ora che ci ripenso un pochino mi viene da ridere, però lì per lì la mia reazione è stata tragica fino al punto che il chirurgo è arrivato pure a prendermi per il culo perché piangevo come una bambina. Perdonatemi ma a 25 anni, prima di quell’evento, ero convinta, come tutti i giovani, di essere in quel periodo della vita in cui ci si crede invincibili. Quindi ritrovarmi a dover affrontare un’anestesia totale mi ha mandato leggermente in tilt.

Successivamente a questa notizia sono tornata in ospedale qualche giorno dopo per la classica DOLOROSA medicazione e in quel momento mi hanno detto con una tranquillità degna di un sociopatico che sarei stata ricoverata e operata la mattina successiva. PANICO! Praticamente non mi è stato dato neanche il tempo di elaborare tutta la faccenda. Quindi mi sono passata le ultime ora prima del giorno fatidico a piangere e disperarmi senza sapere assolutamente niente di quello che sarebbe successo il giorno dopo. Infatti alla mia domanda: “Ma che tipo di intervento è, quanto dura? sarà doloroso?”, la risposta è stata solamente: “Si tratta di un intervento ridicolo di 1-2 ore!” e BASTA! Possiamo dire super confortevole!

In poche parole si trattava di un intervento di TOILETTE CHIRURGICA (se non sapete cos’è NON cercatela su You Tube vi prego) e INNESTO CUTANEO. Praticamente mi toglievano la pelle ormai in necrosi (morta) e la sostituivano cucendoci sopra uno strato SOTTILISSIMO della mia stessa pelle presa da un zona sana della mia gamba chiamata “DONATRICE” . Per capirci è come se voi stesse rattoppando un vostro paio di pantaloni bucati con un altro pezzo di tessuto.

Operazione chirurgica!

Adesso arriviamo al giorno dell’intervento, dove dopo essere stata preparata e vestita, mi hanno accompagnata nella sala operatoria di chirurgia d’urgenza. Il tragitto dalla camera alla sala ovviamente avevo il terrore negli occhi!

Qui però devo dire che se non fosse stato per tutto il personale medico che mi ha trattato con una tale comprensione e gentilezza sarei stata davvero SUPER SPAVENTATA! Una volta arrivati nella sala preoperatoria mi hanno preparato a dovere, pensate che per tranquillizzarmi mi hanno messo i QUEEN alla radio! MERAVIGLIOSI! In seguito l’anestesista ha iniziato a iniettarmi il farmaco per l’anestesia e devo dire che l’ho proprio sentito scorrermi nelle vene. CHE BRUCIORE!

E qui la parte divertente: neanche il tempo di vedere le luci della vera sala operatoria che sono crollata in un sonno profondo! Infatti non ricordo ASSOLUTAMENTE NIENTE di quello che è successo qualche minuto dopo l’iniezione.

Il risveglio!

Come nei film il primo ricordo che ho non appena mi sono svegliata è una fortissima luce bianca e le voci degli infermieri. Infatti li sentivo ripetermi che era andato tutto bene e che l’intervento era durato pochissimo. Ma l’unica cosa a cui pensavo io era che ero FELICISSIMA di sentirmi le gambe! AHAHAH! Però capitemi, ero imbottita di droghe come un fattone dopo 20 canne, quindi non avevo molto il controllo su quello che dicevo o facevo. In ogni caso so solo di essere andata avanti a ringraziare tutto il personale medico perché avevo ancora tutte e due le mie gambe!

ustioni in cucina
ancora moto strafatta!

Comunque dopo un paio d’ore ho ricominciato a prendere veramente coscienza di me e di quello che mi era successo. L’intervento alla fine era durato un’ora e alle 10.30 era già tornata nella mia stanza con tutta calma e talmente piena di bende da ricoprire la terra.

Ovviamente una volta tornata in pieno stato di coscienza sono iniziati anche i dolori! Qui ovviamente la maggior parte delle persone penserebbe che i dolori fossero dovuti ai punti di sutura che sulle cosce e invece NO! Il dolore più grande veniva dal mio fianco destro da cui avevano preso una bella quantità di pelle. In pratica sentivo quella zona bruciare da morire e tutti i medici mi dicevano che era normalissimo. Soprattutto mi dicevano che al livello di dolore sarebbe stato paragonabile alla classica sbucciatura delle ginocchia sull’asfalto. Avevano ragione, in effetti era così, ma più come cadere sull’asfalto e sbucciarsi lo stesso ginocchio 10 volte di seguito!

Grazie a Dio esistono gli antidolorifici, perché se mi muovevo, anche di poco, partiva il DOLORE!

L’eterna convalescenza!

Andiamo avanti velocemente, dopo due giorni di ricovero sono stata mandata a casa. Ovviamente non potevo assolutamente muovermi! Il massimo che potevo fare era andare al bagno, che già di per sé era una grande sfida giornaliera. Quindi quello che facevo ogni giorno era muovermi per inerzia dal letto al divano e viceversa. Per non parlare di quanto mangiavo: nella noia di passare le giornate immobile la mia unica consolazione l’ho trovata nel cibo. Perciò potete solo immaginare quanto io sia ingrassata da morire!

Intanto continuavano le mie visite periodiche in ospedale per vedere i risultati dell’intervento! Non potete immaginare la prima volta che ho visto le mie cosce dopo l’intervento. Avevo una paura atroce anche solo di guardarle. Però finalmente a livello di dolore era praticamente quasi a zero. Sentivo solo qualche fastidio quando toglievano le bende.

Discorso DIVERSISSIMO per la zona donatrice. Infatti in quel punto le bende sono state tolte ben 1 mese dopo l’intervento. Questo perché la pelle doveva ancora rimarginarsi ed era ovviamente attaccata alle bende. Pensate che quando toglievano anche solo uno dei tanti strati di garze che avevo in quel punto, URLAVO DAL DOLORE!

In poche parole il tempo che ho passato bendata come una mummia è stato di circa due mesi! Due mesi molto difficili dove dovevo stare attenta a qualsiasi cosa facevo e dove stare in piedi anche solo 5 minuti mi causava dolore.

E ora?

Dopo quasi due mesi di medicazioni a casa e in ospedale ho iniziato a vedere la luce in fondo al tunnel. I punti si sono riassorbiti completamente e la pelle innestata si è attecchita completamente.

Però la fine è ancora lontana! Purtroppo credo che nella società le ustioni vengano molto sottovalutate. Se si cerca su internet “quanto tempo serve per guarire da un ustione di 2° e 3° grado” i risultati non sono assolutamente veritieri! Per poter guarire completamente da un ustione di questo spessore servono mesi e anche anni a seconda della gravità e anche dell’estensione della ferita.

Non si tratta della pentola calda che ti ha lasciato il segnetto sul braccio, quella è tutta un altra cosa! Nei casi come il mio non basta bagnare la ferita con l’acqua fredda per qualche minuto o metterci il dentifricio sopra (c’è chi lo fa). In questi casi purtroppo la situazione non può essere presa alla leggera. L’ho imparato a mie spese e ho aperto gli occhi su quanto il corpo umano possa, in alcuni casi, essere più fragile di un fiorellino.

Ora la mia battaglia non è finita! Anzi sono lontano ancora molto dal potermi definire guarita! Sono da poco entrata in quella fase fastidiosa di aspettare la maturazione delle cicatrici. Cosa significa questo? Sono costretta a indossare ogni giorno per tutto il giorno delle calze a compressione elastica che mi aiuteranno ad evitare le cicatrici cheloidi o ipertrofiche. Sono quelle cicatrici in rilievo, spesse e di colore rosso violaceo che risultano ESTREMAMENTE FASTIDIOSE. Tutto questo per circa DUE ANNI o almeno finché le cicatrici non saranno maturate completamente. EVVIVA!

E quindi?

Come tutte le storie anche questa ha una sua morale, o almeno spero possa essere utile a qualcuno. Quello che ho capito da questa dolorosa esperienza è come anche un secondo di disattenzione possa causare danni permanenti. Io adoro dedicarmi alla realizzazione di dolci ricette ma non ho mai pensato neanche lontanamente che potesse succedere una cosa del genere! Ripensandoci se fossi stata più attenta o se magari avessi indossato la classica traversa da cuoco forse il danno sarebbe stato lieve o magari non ci sarebbe neanche stato. Purtroppo non posso cambiare quello che è successo ma posso solo imparare da questa situazione. Spero che mia storia possa essere d’aiuto per chiunque ami mettersi all’opera in cucina.

Con questo articolo volevo anche ringraziare con tutto il cuore tutto il personale medico dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Mi hanno davvero aiutata tanto sia a livello medico ovviamente, ma anche a livello umano, dandomi un sacco di supporto emotivo. Ogni tanto saltava fuori pure la battuta per sdrammatizzare. Molte volte venivo visitata da medici diversi e non appena vedevano le mie gambe le esclamazioni erano: “Ahn tu sei Martina, quella delle ustioni in cucina facendo i crostoli!”. Ero diventata una simpatica barzelletta in ospedale.

Ora non voglio fare un monologo sui ringraziamenti; però è doveroso dire che non sarei andata lontano senza l’aiuto dei miei genitori e del mio compagno. Hanno davvero fatto tanto per me. Non so proprio come ringraziarli.

ustioni
non per tutti!

QUINDI STATE ATTENTI!

Tutti mi hanno detto quanto fossi stata fortunata dato che le mie ustioni non avevano intaccato zone delicatissime come inguine, seno o mani e piedi. Infatti la mia situazione non è nemmeno paragonabile ad altri #burnssurvivor che si possono trovare sui social. Loro sanno anche meglio di me cosa significhi convivere con delle cicatrici su tutto il corpo per tutta la vita. Sanno cosa significa subire infinite operazioni chirurgiche per migliorare l’aspetto di queste cicatrici. Ma ancora più importante sanno cosa vuol dire accettarsi. Se avete ancora qualche minuto del vostro tempo andate a leggere le loro storie per favore.

LEGGI ANCHE: https://blog.giallozafferano.it/ilavacake/ciao-a-tutti/