ISLANDA GIORNO 2: CURIOSITA’ SU PECORE ISLANDESI, CAVALLI E LE CASCATE DI SELJALANDSFOSS, SKOGAFOSS E IL SENTIERO Fimmvðuhàls

Giorno due del nostro road tour islandese, lasciamo la nostra cameretta affittata su airbnb vicino alla capitale e partiamo verso il sud dell’isola. Faremo il giro percorrendo la RING ROAD, la strada che attraversa l’isola ad anello, in senso antiorario, ma si può fare benissimo il contrario.

Quello che ci accorgiamo partendo è che gli islandesi sono molto buffi, ci hanno fermato due volte a piedi chiedendoci se fossimo turisti e dicendoci assolutamente di stare attenti alla guida che qui sono dei pazzi ( testuali parole).

Mettiamo nel bagaglio questi consigli e proseguiamo. Non riusciamo a fare qualche chilometro che subito ci fermiamo, prima degli straordinari cavalli, poi delle buffissime pecore, poi dei gyser. L’islanda è davvero una terra unica.

Si ritiene che quella del cavallo islandese sia una delle razze più pure del mondo. Potrete vedere questi animali in tutto il paese, anche nel bel mezzo di una bufera di neve. Si riparano mettendosi vicini tra di loro e sono noti per essere molto amichevoli e curiosi. Ci sono tantissimi maneggi, alcuni si occupano di accoppiamento, alcuni di passeggiate a cavallo vichinghe, con appositi mantelli e sarà una meraviglia perchè vedrete queste mandrie correre tutti insieme e sarà uno spettacolo unico. Una curiosità interessante è che un cavallo che abbandona l’Islanda, non può più farvi ritorno per proteggere la specie.

Le pecore dell’Islanda sono originarie della Norvegia. Vivendo isolate nel corso dei secoli, si sono adattate al territorio ed ora presentano caratteristiche diverse dalle parenti europee: hanno pelliccia molto lunga, zampe e orecchie corte, testa più tonda e lanosa e hanno di norma parti gemellari.

Da giugno a settembre sono libere di spostarsi in tutto il territorio, tanto che si possono notare macchioline bianche ovunque; dai crinali delle montagne, alle colate laviche, ai fondovalle, esse pascolano indisturbate senza formare greggi, ma unendosi in gruppetti di tre che comprendono la madre e i due agnelli nati nell’anno.

L’abbassarsi delle temperature verso settembre, fa scendere naturalmente le pecore dalle alture. I pastori le aspettando a valle per radunarle con l’aiuto dei fuori strada per controllare i microchip e verificare il proprietario visto che durante l’estate possono aver compiuto anche distanze importanti. A fine settembre, dopo averle radunate e assegnate ai relativi proprietari, si passa alla divisione di quelle destinate alla tosatura e basta e quelle destinate anche al macello. Le prime vengono lasciate con uno strato di lana sufficiente per far fronte all’inverno, le secondo tosate completamente.

Quelle che vedete nella foto sotto alle pecore sono le balle di fieno che vengono raccolte da ogni fattoria e dal numero che si vede fuori ogni fattoria si capisce il numero delle pecore del proprietario. Questo perchè ogni balla serve a sfamare una pecora per tutto l’inverno. Infine, per gli angellini nati durante il pascolo e quindi senza microchip, esiste un metodo infallibile per stabilire il proprietario: a settembre viene predisposto un grande recinto vicino alla fattoria e viene diviso in due aree semicircolari. Le adulte con microchip vengono divise dagli agnellini vengono messe al centro e poi gli agnellini sono liberi di raggiungerle. Per ogni pecora si staccheranno dal gruppo solo due piccoli, i suoi figli che le raggiungeranno.

SELJALANDSFOSS

E’ una delle cascate più famose d’Islanda di oltre 60 metri d’altezza, a pochi metri dalla Ring Road, difatti si vede anche passando dalla strada.

Rispetto ad altre cascate islandesi, da la possibilità di passare sul retro del suo sipario d’acqua attraverso un sentiero un pò scivoloso ma sicuro. Per farlo, è necessario indossare indumenti impermeabili, dal momento che l’acqua della cascata schizza anche a diversi metri di distanza.

Se volete visitare Seljalandsfoss in inverno, vi consiglio di portare con voi dei ramponi per godervi l’esperienza comodamente.

Qui troverete un parcheggio a pagamento, bagni, e bar.

SKOGAFOSS

Questa cascata sorge sul tratto finale del fiume Skógaá, infatti “foss” significa cascata e viene aggiunto nella parte finale per indicare le cascate islandesi. Questa viene chiamata “la cascata perfetta” e ha ben 62 metri di altezza e 30 di larghezza posta in un contesto naturale davvero impressionante. Il getto d’acqua cade su un letto di pietre nere che contrastano con il color verde smeraldo dei pendii che la circondano.

La cascata di Skógafoss, con i suoi 62 metri di altezza e i suoi 30 metri di larghezza, si inserisce in un contesto naturale davvero impressionante: il getto d’acqua, infatti, cade su un letto di pietre nere che contrastano con il colore verde smeraldo dei pendii che circondano la cascata.

La cascata di Skógafoss può essere ammirata sia dal basso, soffermandosi così sul sipario d’acqua che nei giorni soleggiati dà vita ad uno splendido arcobaleno, sia dall’alto. Tutti i coraggiosi che si avventureranno nella salita dei 400 gradini che li separano dalla cima potranno godere di una vista spettacolare sulla costa sud dell’Islanda. Noi da qui siamo partiti per il percorso delle 22 cascate che poi porta anche sul ghiacciaio se si prosegue.

La leggenda di Skógafoss

Una leggenda molto popolare della costa sud islandese sostiene che, dietro l’enorme sipario d’acqua di Skógafoss, ci sia un prezioso tesoro. Secondo la leggenda, quest’ultimo sarebbe stato nascosto molti secoli fa dal vichingo Þrasi Þórólfsson.

Skógafoss nella serie Vikings

Fra le tante serie girate in Islanda, Vikings è senza dubbio una delle più famose. Oltre ad altri affascinanti luoghi come l’isola di Reynisdrangar e la spiaggia nera di Vìk ì Myrdal, Skógafoss è senza dubbio una delle location più riconoscibili.

IL SENTIERO Fimmvðuhàls

Il sentiero Fimmvðuhàls è uno dei più famosi dell’Islanda e uno dei più apprezzati del mondo da parte degli appassionati.

Con il tempo buono non vi darà gran filo da torcere anche se partendo da Skogafoss per ben 7-8 km è una salita costante con tratti anche esposti e con pietre vulcaniche dove è facile prendere le storte. Se il meteo non ci assiste invece possono essere dolori. Quindi al solito: non scherzate con la montagna, soprattutto a queste latitudini.

Per tutto il tratto fino al ponte vi troverete vicini al torrente che arriva alla cascata di Skogafoss. Sarà un susseguirsi di cascate di tutte le misure, alcune bellissime, in contesti spettacolari.A chi non è abituato, sembrerà impossibile vedere così tante cascate una dietro l’atra, ma è la principale caratteristica della natura selvaggia dell’Islanda. Noi ci siamo fermati qui per un totale di 4 ore andata e ritorno per 12 chilometri.

Andando avanti comiceranno a comparire i primi ammassi di neve, che permangono anche in piena estate. Per la verità sono solo brevi tratti sui versanti meno esposti al sole. I passaggi su neve, infatti, li troverete molto più avanti.

Quando si arriva al ponte, si saranno percorsi circa 7,5 km e ne mancheranno 17,5 all’altro estremo. Si tratta di un ponte pedonale che scavalca il torrente che si è costeggiato fino a quel momento, approfittando di un restringimento di questo.

Costituisce anche un cambio di paesaggio e di tipo di terreno. Fino a quel punto si trova infatti in prevalenza terreno ricoperto di verde, morfologia molto varia, con continui dislivelli. Da quel punto il sentiero si allontana dal torrente, che peraltro diviene assai più modesto, e si sposta su superfici quasi pianeggianti, cosparse di ciottoli.

Dopo di che, continuando si può arrivare al rifugio Baldvinsskali (900 m).

Terzo tratto – la sella di sommità.

Dopo il rifugio il paesaggio e il terreno attraversato cambiano completamente. Comincia un saliscendi con prevalenza di salita nella prima parte e di discesa nella seconda metà. Di solito si tratta di concavità innevate che portano a dossi privi di neve. Le pendenze possono essere localmente ripide, ma la pendenza media è molto bassa.

Durante il percorso, si vede sulla sinistra il secondo rifugio, omonimo del percorso, sembra assai più grande del primo, ma è decentrato e spesso viene preferito il Baldvinsskali. In ogni caso non ci sono andato e non posso darvi informazioni.

Pubblicato da dolcegiuridica

Food blogger sulla piattaforma di Giallo Zafferano, conosciuta con il nome di Dolcegiuridica, Elisabetta condivide sul suo blog foto e video delle ricette create con i prodotti a chilometro zero del proprio orto, puntando sulla stagionalità e sulla qualità. Unendo la passione per la cucina a quella dei viaggi, è andata alla scoperta delle eccellenze gastronomiche del nostro Paese e delle aziende che le producono, trasformandole in deliziose ricette.