Far Nomo, Llafranc, Spagna

Bello, bello, bello

Far Nomo è l’ultimo arrivato di una serie di ristoranti upmarket che si sono succeduti nel faro di San Sebastià – sì, proprio dentro al faro – sulle alture del villaggio di Llafranc, una piccola perla della Costa Brava. Sebbene sia un ristorante di recente apertura è balzato subito in cima alle classifiche di tutti i siti di recensioni di ristoranti. Piace enormemente. Ed è facile capire perché. È in una posizione con vista mozzafiato su Llafranc e Calella de Palafrugell. La decorazione è design e curata nei minimi particolari, ed unisce cemento a vimini, tradizione a modernità. La terrazza esterna? Non parliamone neanche: è il non plus ultra. Tavoli ben distanziati gli uni dagli altri e separati da siepi e piante rampicanti, vista sul mare aperto, brezza marina.

Buono?

Nonostante i suddetti siti di recensioni lo definiscano giapponese, Far Nomo è un ristorante fusion, che reinventa la cucina catalana o spagnola alla giapponese. Con queste premesse, mi aspettavo qualcosa di celestiale. Il gusto non era male. Ma c’è ancora margine di miglioramento.

Un aspetto non trascurabile del connubio giapponese-spagnolo è che le porzioni sono microscopiche e sono servite a ritmo di tapas. Cioè quando sono pronte. Se due persone ordinano la stessa cosa un piatto può arrivare 10 minuti prima dell’altro.

Tartare di salmone del ristorante Far Nomo. Foto: diplomatica

C’è anche una grande differenza tra la descrizione e il piatto che ti viene servito. Ad esempio, io ho ordinato il n° 17, salmon no tartar, descritto come tartare di salmone con uova di salmone e mango. Ho ricevuto il n° 18. La cameriera ha institito che avevo chiesto il n° 17. (Ma il cliente non aveva sempre ragione?) Io dal canto mio ho insistito che non avrei mai potuto ordinare il n°18 perché prevede il tuorlo d’uovo crudo, e a me non piace. Dopo circa una decina di minuti ho ricevuto il n°17. Era incoronato da un tuorlo d’uovo crudo…È un caso di lost in translation? Comunque, il tuorlo è stato gentilmente rimosso da mio marito. Fatto sta che la tartare era in un brodo in cui sono annegate tutte le uova di salmone, troppo difficili da recuperare ad una ad una con le bacchette. Le ho sacrificate.

Forse l’ordinazione sbagliata si spiega con il fatto che per ordinare devi fare una specie di partita a go. Sai, quel gioco in cui solo di recente un computer è riuscito a vincere contro un essere umano. Ma era necessario essere cosi’ complicati? Non si poteva usare il metodo tradizionale? O al limite, per essere sofisticati sarebbe bastato prendere le ordinazioni con un i-pad…

Prova tu, potersti essere più fortunato…o forse sei più bravo a giocare a go.

PS Non c’è neanche una birra giapponese.