Papaveri, tra natura e storia

Papaveri, tra natura e storia: nel mese di maggio tra i campi, tra i prati e spesso anche sui cigli delle strade di città, i papaveri ci rallegrano con il loro rosso brillante.

I papaveri sono fiori che troviamo in natura, ovunque, perché crescono spontaneamente e, con la loro importante presenza, ci comunicano che l’estate è alle porte.

Un po’ di storia

Dovete sapere che la loro origine risale alla coltivazione che avveniva in Mesopotamia, 5000 anni a.C..

Molti semi di questo fiore sono stati ritrovati anche nelle tombe egizie.

Per il loro colore rosso, simbolo associato alla morte per crocifissione di Gesù nel Medioevo, alla fine della prima guerra mondiale vennero create delle ghirlande proprio con i loro fiori.

Ciò per ricordare i morti in battaglia: le loro tombe venivano adornate con queste ghirlande.

Nel 1964  Fabrizio De André richiamò lo stesso significato nel testo della sua canzone La guerra di Piero.

“Dormi sepolto in un campo di grano

non è la rosa non è il tulipano

che ti fan veglia dall’ombra dei fossi

ma son mille papaveri rossi…”

Vari tipi

Siamo certamente abituati ai papaveri rossi in quanto, come detto prima, crescono spontaneamente nelle nostre regioni.

Ve ne sono però di diversi tipi: quelli rosa da oppio dell’Asia, i blu dell’Himalaya, quelli bianchi e arancioni Islandesi, i giganti Orientali, gli alpini gialli e i Californiani di un arancio brillante.

Caratteristiche generali

I loro petali possono arrivare a una lunghezza di circa 7 cm, il fusto può superare gli 80 cm.

Papaveri e papere: la canzone dei ricordi di un’infanzia

Su un campo di grano che dirvi non so

Un dì Paperina col babbo passò

E vide degli alti papaveri al sole brillar e li s’incantò

La papera al papero disse

“Papà, pappare i papaveri, come si fa?”

“Perché vuoi pappare i papaveri”, disse papà

E aggiunse poi, beccando l’insalata

“Che cosa ci vuoi far, cosi è la vita”

“Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti

E tu sei piccolina, e tu sei piccolina

Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti

Sei nata paperina, che cosa ci vuoi far”

Vicino a un ruscello che dirvi non so

Un giorno un papavero in acqua guardò

E vide una piccola papera bionda giocar e li s’incantò

Papavero disse alla mamma

“Mamma’, pigliare una papera, come si fa?”

“Non puoi tu pigliare una papera”, disse mamma’

“Se tu da lei ti lasci impaperare

Il mondo intero non potrà più dire”

“Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti

E tu sei piccolina, e tu sei piccolina

Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti

Sei nata paperina, che cosa ci vuoi far”

Ma un giorno di maggio che dirvi non so

Avvenne poi quello che ognuno pensò

Papavero attese la Papera al chiaro lunar e poi la sposò

Ma questo romanzo ben poco durò

Poi venne la falce che il grano tagliò

E un colpo di vento i papaveri in alto portò

Così Papaverino se n’è andato

Lasciando Paperina impaperata

“Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti

E tu sei piccolina, e tu sei piccolina

Lo sai che i papaveri son alti, alti, alti

Sei nata paperina, che cosa ci vuoi far.”

Pubblicato da campagnaapidolcifantasia

Mi chiamo Daniela Perelli, vivo a Visone, in provincia di Alessandria, sono sposata con Alessandro, abbiamo due figli, Giulia e Luca, e due cagnoline di nome Stella e Siria. Sono collaboratrice presso un rifugio che si occupa di animali disabili, lavoro come aiuto chef e per hobby leggo libri (soprattutto classici), scrivo ricette, storie e articoli. Ho aperto un piccolo shop on-line di articoli per la casa retrò che si chiama Little pansy shop e sto per aprire il mio Home Restaurant di cucina vegetariana e vegana. Il mio blog racconta, in particolare, della nostra vita familiare in campagna.