Fragole e ricotta

 

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Succede di mettersi a dieta. Seriamente.Senza dare adito all’ultima letta sul giornale, senza mangiare a pranzo e cena solo limoni, uva o minestroni. Anche se, ammetto, che se avessi letto da qualche parte la dieta che prevedeva cioccolato a colazione, pranzo e cena, ecco quella si l’avrei seguita e provata, quantomeno a scopo scientifico anzi mi sarei offerta proprio come cavia. Sempre per il bene della scienza, certo 😉

Sarà almeno la quindicesima volta che mi metto a dieta nella mia vita da trentunenne. Dietologi, nutrizionisti, biologi, naturopati, dottori in scienze dell’alimentazione, medico della mutua: ho almeno una dieta elaborata per me da ognuno di loro. Qualcuna ha anche prodotto qualche risultato, altre mi facevano perdere un kg per poi riprenderne due al controllo successivo. Sarebbe troppo facile dare la colpa alle diete o ai suoi promotori… più semplicemente ho imparato che parte tutto dalla mente, in questo caso la mia, che molto spesso non ne ha voluto sapere di seguire consigli o imposizioni e ha preferito vedere il cibo come una valvola di sfogo. Si mangia per nutrirsi, per crescere per stare bene. Ma molto spesso ho mangiato per tristezza, per paura, per stress, per sentirmi coccolata. E magari ottenere proprio l’effetto contrario.

Negli ultimi anni quando il solito jeans proprio non ne voleva sapere di chiudersi mi bastava ridurre le porzioni e fare un po’ di attenzione a cosa mettere nel piatto. Ma questa volta no, mi sono accorta che la mente non riusciva ad accettare neanche la privazione di una fetta di pane. E dopo qualche tentativo fallito e un paio di -machisseneimportatantostobenecomunque- mi sono accorta del contrario. Che oltre a perdere qualche chilo di troppo avevo bisogno di una corretta alimentazione che a lungo andare mi aiutasse a non ingrassare.

E sono andata (per l’ennesima volta) dal dietologo. Uno nuovo, forse per l’idea recondita che a sbagliare nelle volte precedenti sia stato il soggetto e non la diretta interessata. Sono andata da un medico, laureato in medicina specializzato in Scienza dell’Alimentazione.

Perché dico tutto questo? Per pubblicizzare il Dott.? Non di certo, difatti non ho scritto né il suo nome né il piano alimentare. Semplicemente perché il cibo e l’alimentazione sono una cosa seria e ancora di più lo è il mettersi a dieta. E non parlo del paio di chili che si accumulano durante l’inverno, ma parlo di quei chili che sono come zavorre che nascondono dentro ogni grammo di grasso almeno il doppio di infelicità. Per togliere quelli bisogna educare la mente ed affidarsi alle cure di un esperto, che tenga conto dei disturbi fisici e psicologici della persona.

Detto questo al primo che è a dieta e mi dice -mangiocomeprimapiùdiprimaedituttodipiù- parte la violenza perché per esperienza personale senza un minimo di sacrificio i chili non calano. A meno che il vostro regime alimentare non preveda nutella, tiramisù, panna, crema & cioccolato a colazione, lasagne e ravioli a pranzo, gelati a merenda… bene anche io in quel caso esclamerei  -mangiocomeprimapiùdiprimaedituttodipiù-

Ieri era domenica. E per me domenica = dolce. Ma si vede che il mio dietologo non la pensa così, anche se sono convinta che si sia semplicemente dimenticato di stamparmi la parte del dolce relativo alla domenica. Senza dubbio. Come no.

E allora vuoi che avevo ricotta di bufala come secondo e vuoi le fragole come frutta, vuoi che comunque non per ripetere sempre lo stesso concetto ma domenica = dolce, ecco che mi sono inventata “Le fragole imbottite di ricotta”. Che dal titolo che gli ho dato sembrano un qualcosa di ipercalorico e godurioso, in pratica ho tagliato le fragole a metà, ho spalmato un po’ di ricotta e ricomposto con l’altra metà. Et voilà, il dolce della domenica anche per me.

E la mente questa volte mi batte le mani.IMG_20150526_143954 Fragole e ricotta3

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